16.

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Ethan: 19 anni

Margot: 17 anni


Sono nascosto, come sempre. Nascosto dal resto del mondo per rendermi invisibile. Sono facilitato perché nessuno si è mai curato di me ma devo anche cercare di non farmi vedere affatto, come in questa situazione.

Ero seduto sul divano dell'albergo in cui alloggio e che riesco a pagare grazie ai miei risparmi e grazie a ciò che i miei genitori mi hanno lasciato, quando in TV hanno mandato in onda il telegiornale: un uomo di nome Carl Seller era evaso dalla prigione. Mi sembrava di averlo già sentito quel nome e poi tutto è diventato più chiaro quando mi sono ritrovato in un ricordo.

Il processo.

« Non ho fatto niente alla bambina. » afferma quell'uomo dai capelli castano scuro. « E poi si sa che i piccoli inventano la maggior parte delle cose che raccontano. » continua guardando il giudice in faccia.

« E quindi una bambina di dodici anni deve essersi immaginata proprio la sua faccia, signor Seller? » domanda allora il nostro avvocato.

« Mi ha visto in giro più volte, credo » afferma così l'accusato.

Io sono seduto lì dietro, nella panca dietro la postazione della mia famiglia, e guardo quell'uomo mentire, mentire e mentire.

Adesso si inventa che una bambina di dodici anni ha immaginato l'accaduto, quando Lilith non sapeva nemmeno dire che cosa le fosse successo.

Il termine abusare o violentare non esisteva nemmeno nel suo vocabolario.


Mi sono alzato di colpo dal divano, ho preso un cappotto, e sono uscito.

Doveva morire.

Deve morire.

E ora sono nascosto dietro ad un albero, mentre vedo quella figura guardarsi intorno.

Devo ucciderlo. Ma come faccio? E se quando gli punterò la pistola non riuscissi a farlo? Se non riuscissi a sparare, a ucciderlo.

Sono in ansia e, nonostante il freddo, credo di star sudando.

Le mani mi tremano come non hanno mai fatto mentre quell'uomo viene verso di me.

Ho paura.

Ora o mai più.

Mi faccio vedere mentre punto l'arma verso la sua figura, che mi guarda con faccia sorpresa.

« Ma guarda chi si vede... ».

Com'è possibile che si ricordi di me.

« Ethan Wood... »

Solo il sentirlo parlare mi dà il voltastomaco. Si avvicina come se non avesse affatto paura, come se sapesse che non ho il coraggio di farla finita.

« Come sta la nostra piccola Lilith? » quando lo dice, rivedo Colin, il giorno in cui ci siamo picchiati a scuola. Il giorno in cui ha messo di mezzo mia sorella e non è finita per niente bene.

« Stai fermo » gli ordino. E lui scoppia a ridere sommessamente.

« Fallo, sparami. Mi faresti un favore sinceramente. Tanto, o muoio o mi riportano in galera. A te la scelta. » mi sfida mentre mi fissa con i suoi occhi neri come i miei.

Se lo uccido, divento come lui, un assassino, ma se lo lascio andare, non mi vendico e rimango pulito.

Cosa fare?

Come Una PervincaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora