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É arrivato. É arrivato quel benedetto giorno.

Oggi partiamo

Oggi scappiamo

É il momento di sognare amore mio!

Non sono mai stato così emozionato in vita mia. Sembro un bambino a cui hanno appena comprato un giocattolo.

Penso che nessuno mi abbia mai visto così felice, nessuno mi ha mai visto sprizzare gioia da tutti i pori.

E la prima persona a vedermi in questo stato è Margot, che onore.

Stamattina ci siamo alzati presto e abbiamo iniziato a sistemare la casa.

Verso le tre e mezza del pomeriggio usciremo e alle quattro e quarantacinque la nave merci salperà. E noi saremo lì, a bordo, pronti ad una vita piena di fantasia e di promesse.

« Si vede che sei felice » dico a quella ragazza con gli occhi che brillano più del sole.

« Infatti lo sono » e mi abbraccia.

Sono riuscito a fare dei panini con l'insalata e i pomodori rimasti.

Speriamo che la nave arrivi presto a destinazione.

Le bottiglie di acqua ci sono, la coperta anche.

Mettiamo tutto, compreso i vestiti, in un borsone e poi ci sediamo su quel materasso che saluteremo per sempre, e per fortuna.

Facciamo a turni per dormire, un'ora io e un'ora lei, finché penso che siano arrivate circa le tre e mezza.

« Sei pronta? » dico allora a Margot, che mi sembra già immersa in un mondo tutto suo, fatto di piaceri della vita e della felicità che la vita di prima le ha tolto.

« Nata pronta »

Ci alziamo in piedi,

io prendo il borsone,

apriamo la porta,

varchiamo la soglia

e...

STOP

Ho sempre usato il detto "se son rose, fioriranno" e l'ho sempre associato alla vita aggiungendo un mio pensiero: il destino è già scritto e ogni azione ha una conseguenza.

Ma io e Margot siamo veramente rose?

No,

noi siamo pervinche.

Ci siamo aiutati tanto a liberarci da tutto ciò che ci portavamo dietro.

Ma noi non siamo rose, noi non possiamo fiorire.

Abbiamo vissuto la primavera, la nostra. Abbiamo creato la nostra primavera ma poi arriva l'estate e i fiori rimangono belli ma bisogna prepararsi per non farli morire e non ci siamo preparati abbastanza.

Non ci sarà nessun "fioriranno" nella nostra storia.

« Mani in alto! » un gruppo di poliziotti armati fino ai denti ci circonda.

Margot sussulta, è destabilizzata. Non se lo aspettava e nel suo viso vedo tutti i suoi desideri più grandi svanire nel nulla.

Siamo ancora vicini, le nostre mani ancora intrecciate, le nostre pelli in contatto. Ha la pelle d'oca ed è un pezzo di ghiaccio.

Faccio quello che gli agenti dicono e, appena uno di loro si avvicina alla mia figura, Margot si aggrappa a me.

« No! No! Vi prego » urla ma io rimango immobile.

Con lo sguardo fisso nel vuoto penso.

Cosa faccio adesso?

Se provo a scappare muoio, se mi prendono muoio lo stesso.

Sono fottuto.

A Margot non succederà niente, continuerà la sua vita qui. Ma soprattutto, continuerà la sua vita con qualcun altro.

Se muoio lo stesso, che senso ha morire per mano loro?

Agisco.

Prenderla fu facilissimo, Margot è esile.

Inizio a minacciare tutti di ucciderla e i poliziotti sembrano prendere sul serio ciò che dico. Sono allarmati, con le pistole puntate sulle nostre figure pronte a sparare.

Ma non ucciderei mai la mia Cenerentola e lei lo sa ma sembra dubitare per un secondo.

« Margot, ti amo. Lo sai » la rassicuro come per dirle: non ti faccio niente, sta tranquilla.

Lei mi asseconda, non si ribella ma mi segue nonostante non sappia che la sto portando fino al lago.

Il lago dove ci siamo completati, dove abbiamo lasciato scivolare via tutti i nostri problemi.

Siamo spalle al lago e so che non mi pentirò mai di quello che sto per fare. Lo faccio per me, d'altronde.

« Margot, ti amo da morire. Ti amerò per tutta la vita, anche se saremo separati da qualcosa di più grande di noi. Ti amo e, anche se non lo sai, ho pianificato tutte le cose che avremmo dovuto fare una volta insieme. Avrei voluto passare più tempo con te, lo sai, solo che sono stato troppo stupido da iniziare tutto questo solo adesso. Mi raccomando, fai il bagno nel sushi, amore mio » le sussurro all'orecchio tutto quello che mi passa per la testa.

« Ti amo » concludo così, prima di posarle un leggero bacio sulla nuca.

E questa è l'ultima volta in cui la tocco, l'ultima volta in cui poso le mia labbra su di lei, l'ultima volta che le parlo...

C'è stata la nostra prima volta in tutto, è solo che alla fine arriva anche l'ultima.

Spingo via Margot dalla mia figura e mi butto nel lago.

L'acqua è fredda ma sopportabile e la corrente mi trasporta non so dove. Mi lascio andare mentre guardo allontanarsi l'unica donna che amo e che amerò per sempre.

Margot.

Cenerentola.

Urla ed è immersa in un pianto disperato.

Non può immaginare quanto mi dispiaccia vederla stare male. Per me.

Alla fine mi fermo, tutto si ferma e scendo giù, in fondo, fino in fondo.

Mi manca il respiro, sento il cuore fermarsi, fermare il suo battito ma nonostante tutto continuo a ripetere due parole, quasi meccanicamente: Ti amo.

Non mi mancherà la vita ma l'unica cosa che lo farà sarà la mia Margot.

Sento le palpebre pesanti e infine le chiudo, cado in un sonno infinito, in cui vedo solo ciò che amo: io, Margot e Lilith.


Nota dell'autrice:

Ed eccoci qui, alla fine. Inizio col dire che è stato veramente fantastico scrivere questa storia e che la soddisfazione di aver finito di scriverla non si può descrivere a parole. Spero con tutta me stessa che l'abbiate amata, come ho fatto io. Mi sono molto affezionata ai personaggi, talmente tanto che non parlarne più mi mette tristezza. Non pensare più a come far finire la storia di Margot e di Ethan è strano, anche perché non c'era un solo momento della giornata in cui non mi soffermavo a pensare a come rendere perfetta la loro storia. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi informo anche che devo ancora pubblicare l'epilogo.💜

Come Una PervincaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora