Quanto mi sbagliavo.
Da bambina ho sempre pensato che essere adulti fosse fico. Puoi comprare cose che da bambino devi chiedere, fai un sacco di cose fiche, come guidare la macchina, lavorare usare termini strani e nessuno ti sgrida quando fai disordine o combini qualche pasticcio.
Da adolescente invece pensavo che adulto=indipendenza totale. Non avete idea di quante volte durante le liti con i miei genitori abbia minacciato che a 18 anni me ne sarei andata di casa. Spoiler: ho vissuto con loro fino all'anno scorso e non ho manco i soldi per il biglietto del bus cittadino.
Avevo anche la smania di prendere la patente fino a quando un giorno un muretto ha deciso di rendermi più umile nelle mie doti da guidatrice. Inutile dire che a 25 anni non ho ancora la patente.
Tutto si è complicato nel 2020. Tutti sappiamo cosa è successo nel 2020 e come siamo stati profondamente cambiati da quell'anno traumatico che ancora sembra non voler richiamare lo spettro di un'ipotetica apocalisse.
Nel 2020 oltre a dover affrontare la quarantena, ho dovuto affrontare un evento molto traumatico. Non scenderó nei dettagli, semplicemente un mio familiare non è stato bene per tanto tempo ed io mi sono dovuta occupare di tante cose che non mi hanno certo fatto stare meglio. È stato anche molto traumatico vedere come questo famigliare si è ammalato e sentirsi completamente impotenti di fronte a una cosa del genere. Quando successe mi comportai come avevo sempre fatto; feci finta di nulla. Come se non fosse successo niente. Se il problema non lo vedevo, non poteva esistere no? Invece esisteva eccome, non sarebbe sparito solo perché io volevo che sparisse. Io peró non volevo affrontarlo e lo trattai come un tabú, un qualcosa che non doveva essere nominato, sopratutto perché era cosa che non aveva segnato solo me, ma anche tante persone intorno a me a cui tenevo tanto e ritenni che fosse più giusto metterlo sotto il tappeto e vivere come avevo sempre fatto, ignorando che questo avrebbe avuto ripercussioni molto gravi sulla mia psiche e sulla mia capacità di affrontare un problema.
Non me lo scorderò mai. Il giorno in cui l'ansia tornò a gamba tesa nella mia vita facendomi cedere sotto il peso dei traumi repressi e della paura di non sapere cosa mi stesse succedendo. Il 2 luglio 2021.
La mia famiglia stava affrontando un periodo molto turbolento e capitava sempre più spesso che i miei genitori litigassero pesantemente coinvolgendo anche me, purtroppo. Quel giorno fui io a litigare con mia mamma in modo pesante e mio padre cercando di sedare la lite si trovò nello scontro a fuoco. Fu un disastro. Tanto che qualcuno pensó di chiamare i carabinieri. Io mi sentii terribilmente in colpa, perché alla fine la lite era partita per colpa mia e di alcune cose che avevo detto. Quella sera non dormii affatto tranquilla... Ogni minimo rumore mi svegliava e riaddormentarmi non era affatto facile. Il giorno dopo iniziai ad avere un forte mal di stomaco, dei pensieri che mi ossessionavano costringendomi a stare sveglia anche se in realtà volevo dormire e mi veniva da vomitare. Non dovevo vomitare veramente, era il mio corpo che cercava un modo per farmi stare meglio cercando una soluzione un po' drastica e cercando di farmi tirare fuori tutte le paure che tenevo strette, strette dentro di me. E stavo davvero un schifo. Non riuscivo a mangiare, bere o dormire. Appena vedevo i miei in atteggiamenti litigiosi partivano i sensi di colpa e la paura che avrebbero litigato come quella sera e stavo ancora piú male. Non volevo accettare di non avere più il controllo di me stessa e di quello che mi stava intorno. Mi sembrava impossibile che proprio io, che avevo affrontato cose ben peggiori cedevo a uno stupido litigio. Ma come mi disse il mio psicologo quando decisi di chiedere aiuto a qualcuno "c'è un vaso dentro di te che è pieno di cose che non vuoi fare uscire, ma hai raggiunto il limite e sta strabordando".
Aveva ragione. Nella mia vita era sempre riuscita a fare finta di nulla, a fingere che le cose che mi facevano male o paura, in realtà non esistevano e le evitavo per non stare troppo male. Sentivo che se le avessi affrontate mi avrebbero fatto più male e così non le volevo vedere. Dovevano stare chiuse in un cassetto e non uscire mai più. Ma come si sul dire il troppo stroppia ed io avevo raggiunto il mio limite. Avevo perso il controllo. E non c'era verso di riprenderlo. Dovevo affrontare il problema e di certo non potevo farlo completamente da sola, con la mia famiglia che non poteva aiutarmi o con il mio partner lontano che non poteva certo correre da me ogni volta che stavo male. E così di mia spontanea volontà, una volta capito che quello che avevo non sarebbe sparito con un paio di pillole decisi di contattare uno psicologo, nonostante non avessi i soldi per permettermelo o idea di cosa mi aspettava una volta cominciate le sedute.
Un piccolo anticipo, posso solo dirvi che durante la prima seduta di terapia psicologica in assoluto, piansi come una fontana. Un po' perché non sapevo cosa mi stesse succedendo, un po' perché mi sentivo tanto sola in mezzo al mare dei miei problemi e un po' perché avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno che potesse capirmi.
A volte capita che rivolgendoci a un famigliare o a una persona fidata, quando abbiamo un problema, questa persona non capisca come questo problema ci fa sentire e basandosi solo sulle loro esperienze o su come affrontano loro i problemi della vita e tendono a sminuire la cosa. Magari non lo fanno apposta, non si rendono conto di quanto stiamo male o di quanto la loro opinione influisca su di noi. Sanno solo come affrontano loro la vita e pensano che tutti dovremmo fare lo stesso.
E voi potreste sentirvi improvvisamente più soli di prima, smarriti e penserete che nessuno può capirvi.
L'ho pensato anche io. Fino a quando non ho parlato con qualcuno che ci era passato prima di me, che mi ha fatto capire che anche se sembra che una soluzione non esiste c'è e che dovevo chiedere aiuto a un professionista.
E così feci.
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Convivenza
RandomVi siete mai sentiti come se la vostra vita da un giorno all'altro non sia più la stessa? Avete mai sperimentato una paura talmente intensa da stare male fisicamente? Oppure un giorno vi siete svegliati e non vi sentivate più quelli del giorno pri...