The Girl Dads club

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Capitava sempre più di rado che Steve avesse una giornata libera, e lo odiava. 

Quando Lizzie era entrata nelle loro vite, lui e Eddie si erano ripromessi di non diventare mai come i rispettivi genitori, soprattutto Steve. 

Essere genitori non era di certo uno scherzo, ma Steve non avrebbe cambiato gli unici cinque anni con nulla al mondo. 

Facevano del loro meglio. Steve era quasi sempre in stazione, ma Robin era divento’ di Eddie al negozio di dischi in modo che lui potesse stare piu’ spesso con la figlia, o che almeno la sua adorata zia Robin potesse prenderla con se nell’appartamento accanto al loro. 

Quindi, quando Steve aveva finalmente la possibilità di passare un pomeriggio con la figlia, la portava con sé in giro per la citta’. 

Un veloce saluto in negozio a papa’ Eddie, alla zia Robin e alla zia Vicky nella sua piccola boutique di vestiti proprio accanto alla grande vetrina di Eddie. 

A volte finivano anche da Hop e Joyce in centrale, per poi finire quasi sempre al  parco. 

C’erano il laghetto delle anatre e un piccolo pontile, le altalene, e Lizzie lo adorava. 

Era una bella giornata di sole autunnale e Lizzie calciava via le foglie secche mentre camminavano per uno dei vialetti che portava al centro del parco. 

Quando passarono di fronte a uno specifico albero, Steve ricordo’ qualcosa. 

“Hey, Liz” disse “Vuoi vedere una cosa?” 

Lizzie calcio’ l’ultima foglia secca, prima di guardare il padre. 

“Che  cosa papa’?”

“Devi salire sulle mie spalle pero’, tesoro” 

Se la mise sulle spalle senza troppa fatica e si avvicino’ al primo albero della fila di grandi querce vicino al laghetto. 

“Riesci a vedere davanti a te? sull’albero?” 

Steve osservo’ la figlia corrugare le sopracciglia in maniera adorabile. Davanti a lei c’era inciso un cuore con una E e una S sulla corteccia dell’albero. 

“Che lettere sono?” chiese Steve ridendo. 

Lizzie aveva solo cinque anni,  ma iniziava gia’ a riconoscere qualche lettera. Sapeva scrivere il suo nome, o almeno  la versione “corta” come Lizzie, e sapeva che la S e la E erano le iniziali dei suoi papa’, come la R quella di zia Robin. 

“La tua e quella di papa’” disse Lizzie, dopo un po’. 

“Al nostro primo appuntamento, papa’ ha pensato bene di inciderli. Lo so, e’ sciocco” 

“Papino ha fatto male all’albero, pero’” 

Steve non pote’ fare a meno di ridere, anche se la figlia era piuttosto seria. 

“Lo so” disse Steve “Ricordati di sgridarlo, stasera a cena” 

Steve rimise la bambina a terra, giusto in tempo per vederla correre via verso le  altalene. 

Rimase fermo un secondo, tirando poi un sospiro di sollievo quando vide sua nipote Alice correre verso di loro. 

Poco distante, seduto su una panchina, Jonathan osservava la figlia con lo stesso grado di preoccupazione, per poi salutarlo quando lo vide.

Lasciare andare Nancy non fu’ una cosa facile. Ma, anche grazie a Eddie, capi’ che i piani di Nancy erano altri e non comprendevano lui, ma di certo comprendevano Jonathan. 

You & I (and another little one) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora