2. Buongiorno

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Con movimenti lenti mi rimetto in gioco. A poco riapro gli occhi, la testa mi fa un male atroce, nel mentre mi rendo conto di avere delle lenzuola bianche addosso e quando, guardandomi attorno, non noto nulla di familiare, faccio un balzo sbattendomi alla spalliera del letto.
Dove diamine sono?

La stanza è buia, ma dalla finestra scorgo un po' di luce farsi strada con debolezza, quasi con timore, e di certo non mi sembra un buon segno. Provo in ogni modo a non dare di matto, a ricordare qualcosa, ma è maledettamente impossibile, sembra che da un certo punto in poi la memoria mi sia stata completamente cancellata.

In questa stanza abbastanza grande, ma non molto curata, non riesco ad intravedere neanche una foto che non sia di paesaggi autunnali, quindi rinuncio subito all'idea di provare a capire qualcosa guardandomi intorno. E se fossi stata rapita?

Scatto in piedi al solo pensiero che qualcuno avesse potuto strapparmi la vita di mano. Resto anche piuttosto sorpresa quando correndo nessuna porta mi blocca il passaggio.
Nessuna porta, vero, ma una voce si:
<<Buongiorno, Emilia.>> il modo pacato in cui dice il mio nome, mi inalbera e allo stesso tempo mi manda in bestia: Emi. Io sono solo Emi. Non nego che mi piacerebbe poterlo udire di nuovo uscire dalle sue labbra con la stessa intonazione usata poco fa, tuttavia una parte di me urla a squarciagola che non dovrebbe essere al corrente del mio nome, dato che dallo specchio in cui è riflesso, sono certa di non conoscere il suo. Deglutisco. Facendo a botte con me stessa mi decido a voltarmi verso l'uomo, non devo mostrargli alcun timore, potrebbe prendersene gioco, potrebbe usarlo contro di me.

<<E tu chi sei?>> chiedo con una certa autorevolezza.

<<Io sono Sasuke, Sasuke Uchica>> questo nome non mi dice niente. Vivo qui da tantissimo tempo, pensavo di conoscere tutti, eppure devo ricredermi.

<<Dove sono?>> alla mia sciocca e ingenua domanda, abbozza un piccolissimo sorriso, quasi come se stesse aspettando questa domanda già da un po'. Avanza e di conseguenza indietreggio così da poter avere più spazio per difendermi in caso di attacco <<Non ti avvicinare.>> dico quando ormai sono arrivata alla parete e non ho più vie di scampo.

<<Hai paura di me?>> questa volta la risata è chiara.

<<Non ho paura di te. Semplicemente non ti conosco>> intanto si è fatto più vicino del previsto. Ha il dorso scoperto e fatico a tenere gli occhi fissi sul suo volto. Sembra che si alleni da una vita.

<<Ti ho già detto il mio nome.>> brontola stanco <<Ieri non mi sembravi così timida, sai?>> commenta con un cenno di testa. <<Quante cose che si fanno senza essere coscienti>> le sue parole sono delle vere e proprie provocazioni, e a renderle più evidenti sono le sue strane espressioni.

<<Non ricordo niente.>> balbetto, cercando comunque di mantenermi ferma. Non ho mai avuto questo genere di problema prima d'ora, ma la sua presenza è abbastanza imbarazzante. Sarà forse perché il suo aspetto è piuttosto imponente, soprattutto rispetto al mio esule corpo.

Per un attimo mi guarda dritto negli occhi, dopodiché prosegue a voce bassa: <<Buon per te>> si gira di spalle, comincia a camminare in una direzione che di certo non porta a me. <<L'uscita è alla tua sinistra>> ed è così che mi manda via.

Cuore di ghiaccio - Sasuke UchicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora