1.Emi

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Ho passato l'intero pomeriggio a studiare, avevo in mente una sola cosa per poter finire in meglio la giornata: una bella passeggiata tranquilla con una delle poche persone che ritenevo essere ancora indispensabile, colui che avrebbe dovuto sopportarmi per l'eternità, "il padre dei miei futuri figli", di tanto in tanto lo definivo anche così, si. Pensa che scema!
Volevo fargli una sorpresa, ma alla fine la sorpresa me l'ha fatta lui: poco originale, in effetti avrei dovuto saperlo, da uno scarafaggio di nome Shiro non ti ci puoi aspettare chissà cosa... un maniaco fuori controllo che non sa badare ai propri ormoni, insaziabile direi!

Non raggiungerò mai più casa di qualcuno prima dell'orario prestabilito, non mi va neanche di illudermi, la prossima volta mi affiderò direttamente all'istinto, tanto lo sapevo. Speravo tanto di sbagliarmi, ma sono tutti uguali: al primo spiraglio di libertà, nessuno sa mai dire di no.
E so che fare di tutta l'erba un fascio è da ignoranti, però Diamine! Tutti a me.

È il terzo drink che butto giù senza troppi scrupoli, a questo punto penso che nessuno mi fermerà mai. Ho sempre avuto un solo difetto che a detta di tutti è il mio più grande pregio: non reggo l'alcol, mi basta così poco per andare fuori di testa, e detto tra noi preferisco che sia l'alcol a mandarmi fuori piuttosto che un ragazzino viziato e narcisista come lui.

Mi prendo un po' di tempo per girare la cannuccia nera nel bicchiere, intanto però il mio sguardo stretto cade su di un ragazzo seduto al mio fianco, un tipo fin troppo serio per i miei gusti, stona totalmente in questo ambiente invece troppo caotico.
È silenzioso, non troppo allegro, il suo portamento è elegante, ma scuro, sembra appena scappato da un funerale, ricordo che quando sono entrata lui era già qui dentro. Si guarda attorno come se stesse cercando qualcuno ma la verità è che ogni persona che gli si avvicina non è mai quella giusta.

Per un attimo mi guarda, il suo sguardo è gelato, non lascia traboccare alcuna emozione, mette i brividi, ma è stranamente magnetico. Un paio di occhi a cui si vorrebbe poter attingere ogni istante, se solo si potesse, lo ammetto.

È il tipo di persona con cui non mi piace avere a che fare, è evidente che si tratti di uno snob con la puzza sotto al naso, uno quelli che si crede superiore al resto del mondo.
Ci ho già giocato in passato.

<<Quanto odio i tipi come te.>> borbotto riottenendo i suoi occhi scuri su di me. Resta per un attimo in silenzio, squadrandomi dalla testa ai piedi con quell'aria da superbo che tanto mi manda in bestia. Non lo conosco, ma quanto vorrei strappargli gli occhi pur di non averli addosso.

<<Hai detto qualcosa?>> domanda, la voce profonda riesco a distinguerla bene dal resto della confusione. Non penso sarà facile dimenticare, tuttavia questo non basta certo a farmi perdere la testa.

<<Li conosco bene i tipi come te>> marco bene e senza nessun timore. È difficile tenere gli occhi aperti, è difficile intraprendere una conversazione, è difficile semplicemente mettere due parole vicine e non capisco perché mi ostenga così tanto a volerlo fare <<Voi siete così: distaccati, freddi, presuntuosi, pensate di avere il mondo ai vostri piedi. Pensate che vi basti uno schiocco di dita e chiunque si piegherà a voi>> comincio a ridere mentre scuoto la testa <<Vi dannate tanto per ottenere qualcosa, e alla fine, dopo averla ottenuta, non sapete più che farvene. La verità è che voi non vi accontenterete mai, sarete sempre alla ricerca disperata di ciò che mai potrete avere. Vi piace soffrire.>> ben presto mi rendo di non star parlando a vanvera, ma che ogni singola parola, più che a quest'estraneo, sia rivolta a Shiro. <<Come biasimarvi. Il vero piacere è mentre si lotta.>>
Senza rispondere si rivolta in avanti, ignorandomi. E allora mi faccio più vicina. Cerco di mettere a fuoco la sua figura, eppure non è più così facile <<Tu mi tradiresti mai?>> domando, questa volta con le lacrime agli occhi, cercando in ogni modo di non far tremare la voce. Mi guarda con la coda degli occhi, tenendo le mani ben salde al suo bicchiere. <<Allora?>> mi indico, quasi a volerlo richiamare nella mia direzione. Lo sento sbuffare, prima di riottenerlo concentrato su di me.

<<Ti farebbe sentire meglio?>> chiede a sua volta, apatico.

<<Non lo so, forse...>> annuisce. Senza darmi più corda continua a bere. Non ci metto molto a capire che il suo silenzio è di per sé una risposta. Troppo adirata e stonata per continuare a sbraitare, riprendo ad ordinare drink fino a quando non perdo definitivamente i sensi e la memoria.
Non a caso,
sono ore che ci penso,
era questa la fine che volevo.

Cuore di ghiaccio - Sasuke UchicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora