Capitolo 36: No Quiero Nada Que No Sea Contigo

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DYLAN

<<Dylan! Cosa ti costa passare l'aspirapolvere quand'è il tuo turno?!>>.

Tutti hanno provato a dare una loro visione dell'inferno, quanto ha rotto le palle Dante con tutti quei gironi e quelle cose complicate che nessuno ricorda mai, quanti film o serie tv hanno fatto sul diavolo che non dicono assolutamente nulla.
Posso confermare che il vero inferno è vivere con tre donne.

<<L'ho passata ieri>> lo starnuto di Roxy, gravemente allergica alla polvere, mi fece capire che forse non avevo svolto al meglio il mio compito, come sempre mi arresi di fronte a quelle tre vipere e ripassai la scopelettrica <<ti sei rammollito>> mi disse Cole ridendo di me ma avrei voluto vedere lui con quelle tre <<ti ricordo che hai mangiato i Cornetti vegani di Chantal per non farla rimanere male, non sei messo meglio>>.

Io non volevo semplicemente rotture di coglioni invece Cole era solo un sottone.

<<Devi passare l'aspirapolvere per bene>> Chantal si sedette sulle ginocchia di Cole continuando a borbottare <<e tu devi imparare a farmi i compiti di letteratura, insomma hai scritto nel mio saggio "crogiulo esistenziale" ma secondo te io so cos'è un crogiulo? Non ho mai aperto quel cazzo di libro>>.

<<Non hai mai aperto un dizionario se è per questo>>.

<<Come sta Roxy?>> chiese Cole per far terminare il nostro battibecco <<Hayden le manda ogni mattina dei fiori ma lei è troppo incazzata>> non avevo mai visto Roxy stare così male, la sera prima mi aveva detto che era come se ci fosse una forza più grande che le impedisce di essere felice con Hayden <<Luke ha prenotato camere per coppie a Las Vegas, forse avranno l'occasione di chiarire>> su quello non c'era molto dubbio, Hayden non si sarebbe lasciato scappare Roxy dalle sue mani nemmeno pagato.

<<Io vado, Calvin accompagna me e Seira in aeroporto>> dovevo prendere l'aereo per la prima volta in vita mia e già avevo i brividi <<vorrei che non andassi>> Roxy entrò nella ia stanza con aria preoccupata e non era l'unica, Chantal e Antoinette mi avevano pregato di lasciar perdere ma in ballo non c'era solo la libertà di Seira da quel mostro che chiamava madre ma anche la possibilità di scoprire quale fosse il collegamento tra Evan e Cecile <<non farò nulla di pericoloso, ve lo prometto>>.

Le mie migliori amiche mi abbracciarono e in quel gesto d'affetto sentí il loro bisogno di riconfermare la promessa che avevo fatto loro: non cacciarmi nei guai.

Uscì di casa e trovai Seira già pronta che mi stava aspettando.

Il sorriso che mi rivolse avrebbe potuto sciogliere il ghiaccio.
Era troppo bella.
Ed era tutta mia.

<<Sei pronta?>> le sorrisi provando a rassicurarla, Seira non era molto convinta che le cose sarebbero andate bene.

<<Non tanto ma ho te a proteggermi, no?>>.

<<Sempre>>.

Non mi piaceva fare promesse, non avevo la sfera di cristallo e non sapevo mai dove mi stava portando la vita ma per quella ragazza avevo sfidato tutto ciò in cui credevo e avevo abbattuto i miei muri, non avevo molto ma quel poco che avevo era tutto suo.

<<Andiamo>> ci incamminammo verso casa di Calvin, ancora una volta percorrevo le strade del South Side con un borsone in mano ma quella volta non stavo andando ad elemosinare amore, ero con la ragazza dei miei sogni e stavamo per buttarci a capofitto da un dirupo e ad aspettarci c'erano gli squali.

<<Ma guarda un po' chi si vede! Buongiorno Ella>>.

Eliza mi guardò male, non sapevo se fosse per il soprannome che non le era mai piaciuto o comunque perché negli altri giorni ero obbligato a chiamarla professoressa, però era giusto precisare che mi prendevo così di confidenza con lei perché la conoscevo da anni dato che era stata con Caleb.

Guardami come la prima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora