Simone non riesce a dormire, tanta è l'emozione che gli esplode in petto, e quando finalmente riesce a prendere sonno, per la prima volta da tantissimo tempo, nessun incubo lo disturba.
È da qualche tempo che ogni notte il suo sonno viene disturbato da incubi di ogni genere, ma quando la mattina successiva all'appuntamento con Manuel realizza di non averne avuti, non riesce a contenere il sorriso che gli illumina il viso.
E non riesce a nasconderlo nemmeno mentre prepara il caffè e lo offre a Jacopo, che vorrebbe tanto sapere ogni minimo dettaglio, ma sa che il fratello è piuttosto riservato e sa anche che se c'è così tanta pace nell'aria, è bene non turbarlo.
«Ti vedo bene» dice solo, mentre addenta una nastrina.
Simone continua a sorridere mentre annuisce. Non è difficile, dopotutto non ha mai smesso.
«Non ho avuto incubi» confessa, e nonostante l'impegno per mascherarla, la sorpresa di Jacopo gli si legge in faccia.
«Lo so, anche io ne ero sorpreso» aggiunge allora, subito dopo.
«Suppongo che sia andato bene... l'appuntamento dico» si lascia sfuggire l'altro.
Simone arrossisce istantaneamente e lui non ha il cuore di farglielo notare.
«Mi ha baciato... e poi... poi è tornato pure indietro per baciarmi di nuovo» confessa, guardando ovunque tranne che negli occhi di Jacopo.
Quest'ultimo però è rimasto serio per troppo tempo, allora si lascia sfuggire una risata.
«Che te ridi?»
«Niente è che me sembri 'n quindicenne innamorato per la prima volta»E Simone in realtà ci si sente un quindicenne innamorato per la prima volta, considerando che le emozioni che ha provato grazie a Manuel in pochi giorni non le ha provate mai.
«Lui sembra... vedermi» dice allora, mentre gira il cucchiaino nella sua tazza di caffè e latte.
«Alto come sei» lo sbeffeggia Jacopo, facendolo ridere appena.
«Sono serio...»
«Pure io Simo... mi fa piacere»«È che... cioè... io non mi sento un peso quando sto con lui, non ho paura che si possa stancare di me, non so...» sospira Simone, che ricorda ancora vividamente la sua ultima "relazione" durata tre settimane e finita con Giovanni che gli urlava addosso cose orribili.
«Per lui la mia ansia non è un problema da risolvere o da sopportare, è solo qualcosa che si può presentare di tanto in tanto, e quindi io mi... riesco a sentire Simone, solo Simone, non il ragazzo gay con il difetto»
Jacopo si sente un po' spezzato, perché Simone non gli aveva mai confessato di essersi sentito in quel modo in passato, e tutto ciò che si sente di fare è alzarsi, raggiungerlo e stringerlo forte, in un abbraccio che rende felici entrambi.
«Ricordami di ringraziare Manuel alla prossima lezione» ridacchia, nell'orecchio del gemello.
«Non fa' il cretino Jacopo» lo ammonisce quest'ultimo.
«Non te preoccupa', io e Manuel diventeremo grandi amici»
Simone sbuffa e si allontana dalla cucina per vestirsi e andare in università.
Lo attendono quattro ore di lezione e lui non sa proprio come potrà concentrarsi sulle parole dei docenti se tutto quello a cui riesce a pensare è Manuel.
Lo stesso Manuel che però trova poggiato alla sua moto, a braccia incrociate, con un sorriso smagliante in volto, ad attenderlo nel parcheggio dell'università.

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Matter of chance
Fanfiction[collab con mityboh] Manuel è iscritto alla facoltà di filosofia. I suoi corsi coincidono con quelli di Jacopo che, un giorno, chiede al suo gemello, Simone, uno scambio, per un corso con frequenza obbligatoria.