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La segreteria studenti è così tremendamente lenta.

Guardo l'orologio e sbuffo: se avessi la prima lezione alle nove sarei sicuramente in ritardo dato che mancano cinque minuti.

Sono ormai dieci minuti che sto aspettando che mi rilascino il mio orario.

Non credevo ci potessero impiegare così tanto per un foglio di carta.

Mi passo una mano tra i capelli.

Sto per suonare nuovamente il campanello sul bancone, quando la vecchia segretaria torna porgendomi una tabella.
«Mi scusi per il ritardo, ma si era inceppata la stampante».

Le rivolgo il mio sorriso più cordiale; subito mi volto dirigendomi verso l'uscita.

Studio il foglio che ho tra le mani: è un normale planner settimanale.
Trattengo una smorfia quando leggo "Elementi di matematica base" segnato per lunedì alle nove. Benissimo.

Apro la cartina del campus sul cellulare, dato che ancora non sono in grado di orientarmi, e mi dirigo verso l'edificio.

Non sono troppo preoccupato per questa materia. Dopotutto, l'anno scorso l'ho passata bene e farmela ripetere in lingua inglese mi è sembrato e mi sembra tutt'ora del tutto inutile.

Raggiungo la porta di quella che credo essere l'aula giusta e la trovo chiusa. Ovvio, sono passati ormai quindici minuti dall'inizio.

Abbasso la maniglia, sperando di non interrompere chissà quale spiegazione.

Nessuno mi degna di attenzione, quando spio dentro.

«Questa è l'aula di matematica?» domando con il mio tono autoritario.

Tutti gli sguardi si rivolgono verso di me, ma io incrocio solo quelli adirati del professore.

«Intanto, Buongiorno signor?»

Reprimo uno sbuffo, ma non posso negare di essere stato decisamente scortese.

«Jeon» lo informo.
Mi passo la mano tra i capelli scostandomeli dal viso.

«Signor Jeon, questa è la lezione di elementi di matematica» risponde il signore dietro alla cattedra, prima di voltarsi verso la lavagna e riprendere a scrivere.

«La ringrazio» sfodero un sorrisetto sarcastico, che ferma per un secondo lo scrivere del professore. Sembra indeciso sul riprendermi o semplicemente ignorarmi.
Alla fine, sceglie quest'ultima opzione e continua imperterrito.

Mi volto e salgo gli scalini dell'auditorium, sino a raggiungere un angolo dell'ultima fila.

Mi lascio ricadere sulla sedia e cerco di rivolgere l'attenzione verso la lavagna.
Tiro fuori il quaderno dallo zaino.
So già che non prenderò nessun appunto.
Mi bastano i miei in coreano.
In fin dei conti i numeri sono uguali per tutti, no?

Dopo qualche minuto, passato ad ascoltare la spiegazione, la mia attenzione devia su una ragazza in prima fila.
Sorrido involontariamente nel vedere la sua espressione così concentrata: sta scrivendo tutto quello che il prof spiega o appunta alla lavagna.

Continuo a osservarla in modo del tutto indiscreto, sino a quando non solleva il viso confusa, assottigliando gli occhi: sembra che qualcosa l'abbia distratta.

«Signorine se la lezione non vi interessa siete pregate di uscire» sobbalzo sentendo la voce del prof, che rimbomba nell'aula.

Distolgo lo sguardo dal mio motivo di interesse, puntandolo dietro di lei, dove due ragazze hanno il viso paonazzo.
Sicuramente sono state loro a distrarre la castana in prima fila.
Chissà di cosa parlavano...

Coconut Lover | J.JK.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora