6. Every thing i wanted

35 1 5
                                    

If I knew it all then, would I do it again?
Would I do it again?
If they knew what they said would go straight to my head
What would they say instead?...
-Billie Eilish

***
1658
Prime luci dell' alba, una leggera brezza muoveva le verdi foglie degli alberi attorno a Sibyl. Nonostante i suoi occhi fossero chiusi, percepiva la tiepida luce del sole accecarla. Era seduta sul terreno con il viso rivolto verso il cielo, le dita delle mani affondate nel terriccio  umido e le  gambe incrociate. Sentiva il tepore del sole a contatto con la sua pelle pallida, che risplendeva, mettendo ancora più in evidenza le sue efelidi. Tutto intorno a lei pareva tranquillo, eppure, percepiva un'energia negativa turbare la sua anima. Si sentiva irrequieta, cosa che le capitava raramente. Le vibrazioni che emanava quel giorno la terra erano incerte, quasi anomale. D' un tratto le pupille iniziarono a muoversi freneticamente da un lato all' altro, il respiro si fece affannoso e il battito eccessivamente accelerato. Sembrava che la terra la stesse avvertendo di un pericolo imminente, che l' avrebbe riguardata in prima persona.

Rosso, improvvisamente, tutto nella sua mente si tinse di rosso, fiamme, scintille, fumo, la offuscarono. Sentì un intenso calore pervaderle il torace fino a stringerle il cuore. Morte. Quel giorno l' avrebbero uccisa.

Sibyl corse a perdifiato per la foresta, con il cuore in gola e le lacrime che le rigavano le guance. Bussò con insistenza alla porta di Jonah Gill, asciugandosi con il dorso della mano il viso. Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di aprirle che già, lei, si era tuffata tra le sue braccia, singhiozzando nuovamente.

"Sibyl che succede?" chiese Jonah accarezzandole i capelli.

" Questa- questa- sarà l' ultima volta che ti vedrò." Disse la ragazza disperata bagnandogli la camicia.

"Che cosa intendi Sibyl?" Chiese lui preoccupato.

"Oggi mi uccideranno." Rispose lei abbracciandolo, stringendolo con tutta la forza che aveva in corpo, come a voler imprimere quel' istante per sempre nella sua memoria.

Lui le prese il viso tra le mani, con i pollici le asciugò le lacrime, poi la baciò per l' ultima volta. Fu un bacio così intenso, che le fece dimenticare, per un momento, la terribile realtà. Ah se solo avesse potuto rifugiarsi in un loro bacio... Nulla avrebbe avuto più importanza, ci sarebbero stati solo loro due.

Successivamente, Sibyl appoggiò la testa sulle ginocchia di Jonah e si addormentò come una bambina mentre lui le accarezzava le guance. Voleva trascorrere il suo ultimo giorno così, tra le braccia del ragazzo che le aveva rubato il cuore, non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Jonah Gill era stato il primo amore di Sibyl, lei ne era così innamorata tanto da considerarlo già suo marito. Lui si era mostrato l' unico gentile con lei, quando tutti gli altri l' avevano allontanata, chimandola strana o strega. Erano convinti che lei non fosse figlia di Dio, ma un demone, il diavolo stesso camuffato. Inizialmente non concepiva tutto quell'odio, persone che prima le erano amiche, che chiedevano il suo aiuto tramite le sue conoscienze sulle erbe curative, avevano iniziato a non fidarsi più di lei e spargevano la voce sui suoi poteri, che, secondo loro, non provenivano da lei, bensì dal diavolo. Sibyl non era innamorata di Jonah in sè per sè, ciò che la attraeva di lui era il fatto che non la respingesse e che la accettasse così com' era. Con lui era una semplice ragazzina di 17 anni, figlia della luna e delle fate.

Jonah era l' unica persona su cui Sibyl poteva contare o almeno credeva...

***

Qualche ora dopo, all' imbrunire. 

" Si è lei, prendetela, è pericolosa" A quelle parole sibyl si svegliò ma non capì cosa stesse succedendo. C'erano due uomini,  indossavano giacche nere e cappelli alti come campanili ed erano armati di forconi. Puritani, pensò la ragazza. Stavano parlando con Jonah sull' uscio della porta.

Cosa stava dicendo? pericolosa? Lei?

Non ci mise troppo per capire cosa stesse accadendo: Jonah l' aveva tradita, l' aveva denunciata. Era lui il pericolo, la terra l'aveva messa in guardia da lui.

"Giuda! hai finto di amarmi per tutto questo tempo.." Urlò lei con gli occhi lucidi piedi di dolore.

"Sibyl, sei pericolosa, sei una strega!" Pronunciò quella parola marcando ogni singola lettera. "cosa credevi, che mi sarei davvero innamorato di te? sei un mostro Sibyl, meriti di bruciare."

La ragazza scoppiò in un urlo disperato, il suo cuore era appena andato in frantumi e ogni pezzo la stava graffiando dall' interno. Doveva uscire di lì, da quella casa. Quando i due uomini le si avvicinarono per prenderla, fece un semplice gesto con la mano ed improvvisamente una forte folata di vento spalancò tutte le finestre e gli uomini nella stanza, furono costretti a coprirsi gli occhi e a reggersi saldamente alle assi della porta,  per non essere trascinati via. Sibyl  ne approfittò  e corse verso l' esterno cercando riparo nella foresta: la sua vera casa, dove era al sicuro. Decine di uomini la stavano inseguendo con torce e forconi "la strega è là, non lasciatevela sfuggire!" gridavano. Due di loro le si piazzarono davanti, ostacolandole il passaggio: era accerchiata.

Nonostante il suo legame con la natura, c' era un solo elemento che non riusciva a dominare: il fuoco. Non c' era scampo, in fondo sapeva che quel giorno sarebbe morta, non aveva senso continuare a lottare, così smise di farlo, fecendosi catturare. Jonah era lì con loro, che si godeva la scena. Si avvicinò a lei e le legò i polsi, così stretti da non farle circolare più il sangue.

"Lasciami, stai lontano da me! io mi fidavo!"Gli urlò lei.

"Beh Sibyl evidentemente non dovevi farlo. D' ora in poi presta attenzione a chi doni la tua fiducia..." seguì una breve pausa, sorrise, poi continuò " ...Ma poi che senso ha, morirai a breve!" Concluse Jonah guardandola con odio.

"Perchè, perchè mi fai questo, perchè mi odi ora?" Urlò lei straziata.

"Perché sei figlia del diavolo Sibyl" Ribatté lui lasciandola senza parole, spegnendo l'ultima scintilla che illuminava i suoi occhi. Le male lingue avevano cambiato pure lui, per quanto Sibyl continuasse a cercare il suo sguardo, questo era freddo, distante: non era più il suo Jonah.

La legarono ad un albero e poi la diedero in pasto alle fiamme, che pian piano consumavano il suo corpo, come il fuoco fa con la cera. Sibyl non si dimenava, nè urlava, teneva solamente lo sguardo fisso sugli occhi azzurri di Jonah e più lo guardava, più l' odio dentro di lei cresceva. Ora non era più solo il suo corpo a bruciare ma anche la sua anima : corrosa dal disprezzo che nutriva per lui. Prima di sparire e diventare polvere, desiderò di poter tornare in quel luogo come spirito, così da poter rendere un' inferno la vita di ogni uomo che vi ci si addentrasse.

Quando il vento trascinò con sè le sue ceneri, capì che il suo desiderio si era avverato.

***

Luglio 2022        

Oscar osservò il dolore dei ricordi mutare l' espressione del voto della ragazza. Si stava toccando le ferite lungo il corpo, come se queste avessero riiniziato a bruciare dopo quella risposta.

"Oh, è terribile..." Le disse lui ancora scioccato dalla sua frase. Quanto odio era necessario per arrivare a bruciare una persona? pensò Oscar.

Sibyl continuò ad ignorarlo cercando di evitare il contatto visivo.

"Ora tocca a me fare una domanda.." Disse la ragazza alzando lo sguardo "Perché sei tornato qui anche oggi?"

Il ragazzo rimase spiazzato al quesito, voleva inventare qualche scusa valida come faceva con sua madre, ma al momento nulla gli veniva in mente. Fu costretto, così, a dire la verità.

"Soffro di depressione. Sono tre settimane che non esco di casa e il mio terapista mi ha consigliato di passare del tempo all' aria aperta per sfuggire ai miei pensieri."

La ragazza lo guardò confusa: "Cos'è la depressione?"

Oscar era nuovamente spiazzato. Come si spiega l' artefice della propria sofferenza ad un estraneo? Si chiese.

Sospirò poi disse:" Vedi, la depressione è come tuffarsi in mare, ma non avere le energie per tornare in superficie. Rimani, quindi, in profondità sperando prima o poi di ritornare a galla."

La ragazza scese dall' albero e si soffermò un momento a guardarlo negli occhi, poi gli disse:"Seguimi" Facendogli un cenno con la testa.

Nessuno si salva da soloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora