Prologo/ Buonanotte Detroit

916 42 5
                                    

Mi chiedo ancora che ci faccio qui

non ci sto dentro piú

e mi chiedo come mai

almeno tu che vai piano

resisterai ma io no

e penso d'intuire che fine faró

se non cambiassi idea

so che mi pentirei .... ah!

mi conosco mi pentirei[...]

e credo che la strada

sappia esattamente chi sei

[...]

[Voglia di Dance all night - Effeil 65]




Le lancette indicavano le 20.25 e i cartelli autostradali segnalavano l'uscita sulla Eight Mile Road a pochi chilometri, mentre la radio canticchiava Any Way You Want It dei Journey. Ti era sempre piaciuto il Rock classico, tanto da farlo diventare il tuo unico compagno di viaggio. Era divertente non avere nessuno, nell'abitacolo della tua Bimba, in grado di romperti i coglioni se cantavi a squarciagola.

Eri partito un paio di giorni prima, fermandoti a riflettere, di tanto in tanto, sulla tua scelta. La partenza di Sammy ti aveva lasciato debole e la rottura con Lisa ti aveva dato il colpo di grazia. Desideravi solo macinare più strada possibile, creare un'incolmabile distanza tra te e quella cittadina in Colorado.

L'asfalto volava sotto l'Impala, mentre il mondo cambiava attorno a te. Ti passasti una mano tra i capelli biondi, scompigliandoli, mentre l'autostrada mutava nella eight mile road.

Non ti eri prefissato una meta, ma Detroit rappresentava un ricordo d'infanzia, quindi Perchè non cedere anche solo per un giorno?

Tua madre ti diceva che tutto accade per un motivo, che noi seguiamo un filo invisibile. E tu seguivi quella scia, senza sapere dove ti avrebbe portato.

Non ti eri ancora posto la domanda "cosa farò?". Alle superiori eri nella squadra di football, giusto per passare il tempo... e per provarci con qualche cheerleader.

Sfortunatamente, il genio della famiglia era sempre stato Sam, a te era toccata l'idiozia e la testardaggine. Non ti era mai piaciuto studiare, quindi avevi scelto la strada più semplice ovvero lavorare come meccanico nell'officina di Bobby. Fortunatamente la voglia di fare non ti era mai mancata.

Un'insegna catturò la tua attenzione, tanto da farti fermare. Avevi bisogno di rinfrescare la gola e di qualche indicazione... certo, forse Opyum Lounge non era un nome rassicurante, ma ti fidasti del tuo strano istinto, che diceva che saresti uscito vivo di lì.

Il locale puzzava di muffa ed alcool di pessima qualità, ma cercasti di non farvi caso più di tanto. Eri entrato in quella bettola nella speranza di rimediare una birra ed un motel nei paraggi. Niente di più, niente di meno.

Ti accomodasti ad uno sgabello, ignorando le occhiatacce dei pochi presenti nel pub.

-Scusi - domandasti con il tuo tono affabile - potrei avere una birra?-

Il barista corpulento allungò un braccio tatuato, porgendoti una pinta, senza fiatare.

Riprovasti di nuovo a parlare, ma l'armadio al di là del bancone, ti ringhiò il suo dissenso.

Gran bel comitato di benvenuto!

-Non caverai un ragno dal buco...- ridacchiò una voce alla tua destra. - Sei nuovo, vero? Altrimenti sapresti che Erwin è di poche parole...-

Un ragazzo dagli occhi color ghiaccio, ti fissava, appollaiato su uno sgabello con un bicchiere di Whisky in mano ed un sorriso sghembo stampato in volto. Ad occhio e croce sembrava poco più grande di te, forse un paio di anni .

Probabilmente dovevi sembrare parecchio a disagio, tanto che quello strano individuo finì per scusarsi, porgendoti la mano.

-Perdonami, non si vedono spesso facce nuove, qui dentro- disse, accennando con il capo al barista e ridacchiando -Generalmente le persone scappano subito. Il mio nome è Castiel, piacere-

Titubasti un secondo, prima di accettare la stretta di mano e lui se ne rese conto e ti lanciò uno sguardo interrogativo.

-Dean... e sì, sono appena arrivato.- ti decidesti a rispondere.

-Cosa ti porta qui, Dean- Forse fu solo una tua impressione, ma sembrò quasi che enfatizzasse il tuo nome. -Direi che questa non è una via da turisti...- sussurrò, prima di portarsi il bicchiere alle labbra.

Non aveva tutti i torti, ti trovavi nei sobborghi di Detroit, ma avevi scelto di fermarti comunque.

-A dir la verità, cambio aria- ridacchiasti - A tal proposito, conosci un motel nei paraggi? Dove mi possa fermare un paio di giorni....- ed in quel momento ti tornò in mente il discorso di tua madre, sul filo invisibile - mentre cerco un posto ed un lavoro.-

Castiel corrugò la fronte e ti squadrò, come se stesse cercando i farti una strana radiografia. Si portò ancora una volta il bicchiere alla bocca.

-Qualche chilometro da qui c'è un motel...- disse sfregandosi il mento, prima di tornare a guardarti - ma se cerchi un appartamento, beh... io sto cercando un coinquilino-

Quel ragazzo poteva essere un serial killer, per quel che ne sapevi.

-Tranquillo, non è in questa zona...- sorrise lui, come se ti avesse letto nel pensiero -è in centro. Nessun pazzo prenderebbe casa qui...-

Ok, questo era un punto a suo favore. Ma qualcosa non quadrava...

-E come mai vieni qui ? Insomma, non mi sembra un posto di classe...-

Lui parve pensarci un secondo.

-Mi piace venire qui per farmi un goccetto ogni tanto, sai nessuno ti importuna ...- bevve l'ultimo sorso prima di riprendere -Beh, Dean, quanti anni hai? Sai, per fare un po' di conversazione...-

Dopo un'ora buona di amichevole chiacchierata, ti eri autoconvinto di sapere vita, morte e miracoli del ragazzo: il suo nome era Castiel Novak, ventisettenne, specializzando in medicina. Amava i tramonti... e bla bla bla. La cosa più importante è che non sembrava un serial killer e che ti stava offrendo di dividere le spese di un tetto ed un minimo di compagnia. Male non poteva essere!

-Gran bella auto! Non se ne vedono spesso in giro.- esordì Castiel, girando attorno alla tua Bimba prima di accomodarsi nell'abitacolo e cominciare a fare da navigatore.

-Castiel... è un nome particolare...-

-Genitori New Age- rispose velocemente il tuo futuro coinquilino - Ora gira a destra, e alla prossima a sinistra.-

Venti minuti di navigatore umano, ed eravate già nell'ascensore.

-Quinto piano, interno 22B- sorrise affabile il moro.

Castiel spalancò la porta immacolata ed accese l'interruttore alla sua destra, illuminando il soggiorno e la cucina. Ti trovavi all'interno di un quadrato perfetto. Le pareti a mattoni a vista ed un arredamento spartano. Perfetto! Niente orpelli, o roba simile.

-Per l'affitto ci metteremo a posto quando avrai un lavoro, per ora non ti preoccupare... ah! Il bagno è l'ultima porta a destra, mentre quelle due frontali sono le due camere da letto. La tua è quella sulla sinistra.- Disse Castiel meccanicamente, accompagnandoti nella tua stanza. -Se ti va, domattina posso accompagnarti a fare la copia delle chiavi...-

Dopo una tua risposta affermativa, il ragazzo ti lasciò nella camera.

Si trattava di una stanza sobria. Tre pareti immacolate e quella ai piedi del letto, color antracite. Vicino alla finestra, se ne stava una strana libreria a scala e qualche mensola, accanto ad una cassettiera bassa, mentre il letto matrimoniale si trovava alla parete opposta. Decidesti di cominciare a sistemare i tuoi vestiti ed i vecchi vinili, prima di buttarti sul letto.




Our Personal Space - Un Appartamento per Due [Destiel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora