Vendetta

1.4K 85 8
                                        

Halloween significa Manuel che cerca in tutti i modi di spaventare Simone per settimane intere.

Si apposta alle sue spalle ed urla, aspetta al lato del corridoio scolastico e quando Simone arriva urla, persino quando gli sta dicendo qualcosa è una buona scusa per urlare cercando di spaventarlo.

E Simone si spaventa tutte le volte, si porta una mano al cuore e diventa rosso, il fiatone che gli muove il petto su e giù.

E Manuel se la ride noncurante di avergli quasi procurato un infarto – a detta di Simone.

Perché Simone spera sempre che questo stupido scherzo finisca, che non debba essere costretto ad avere l'ansia ad entrare nella sua stanza perché magari Manuel sta lì appostato pronto ad assordarlo.

Urla persino quando Simone entra in uno dei bagni della scuola e il ragazzo quasi sviene tanta la paura.

Certo riesce a farsi perdonare subito, tra qualche schiocco e una zip tirata giù con veemenza.

Simone non ne può più però, così decide di mettere in atto una sorta di vendetta nei confronti di Manuel.

Per cui una mattina, durante la lezione di matematica, invita il ragazzo a casa sua come fa solitamente, gli promette persino qualcosa di particolare alzando e abbassando le sopracciglia nella sua direzione.

E a Manuel non serve altro per accettare, che tanto sarebbe andato lì anche senza quella promessa che gli ha fatto attorcigliare le budella.

Si sono salutati come tutti i giorni con un bacio sulle labbra dopo la fine delle lezioni, che Simone ha prolungato di parecchio facendogli intendere fosse solo un assaggio di cosa il suo ragazzo avrebbe goduto poche ore più tardi.

Si becca una pacca sul sedere che lo fa storcere il naso ma non dice nulla, perché Manuel è così contento al pensiero del pomeriggio che non può distrarlo dall'idea con uno stupido battibecco.

Quando si fanno le cinque del pomeriggio Simone sente Manuel entrare dalla porta, che ha prontamente lasciato socchiusa per non dovergli andare ad aprire.

Suo padre e sua nonna fortunatamente sono fuori, sono andati a prendere sua madre che ha deciso di passare qualche giorno a casa loro e che ha espressamente chiesto di essere andata a prendere all'aeroporto.

Quando sente i primi passi di Manuel farsi largo nel salone del piano di sotto Simone comincia a respirare pesantemente.

Finte dei gemiti e sospira qualche volta in modo fin troppo rumoroso, deve costringersi a non ridere per rovinare lo scherzo.

Geme per qualche minuto, poi sbatte i pugni alla porta, salta sul letto facendo cigolare le molle del materasso, sposta la sedia, con una mano libera la scrivania da quei pochi oggetti che vi erano poggiati.

Comincia una litania di ahahahahahahah e poi sisisisisi e quasi urla un cazzo si! quando sente l'altro ragazzo salire di corsa le scale.

Appena vede la porta aprirsi chiude la bocca e si azzittisce, restando seduto sul materasso sui cui aveva precedentemente saltato fino a sgualcire del tutto le lenzuola.

Manuel si fa largo nella stanza con ancora lo zaino su una spalla, il giubbotto chiuso e il telefono in mano.

Lo guarda con gli occhi spalancati e si immobilizza sulla porta, facendo vagare velocemente lo sguardo sul resto della stanza.

"Ma che cazzo" esclama guardandosi intorno, abbassandosi per dare un'occhiata sotto al letto e poi sotto la scrivania, nell'armadio, persino nel balconcino a cui si accede attraverso la porta finestra.

"Simo?" gli chiede tornando davanti a lui, vedendolo comodamente seduto sul piumone con le mani in grembo.

"Si?" finge un tono innocente, come se non avesse appena finto di aver fatto sesso con un'altra persona.

"Tu" lo indica "i rumori che ho sentito" alza le braccia come a voler indicare la stanza "c'era il letto che cigolava e-" e si guarda intorno come a volerne essere certo "ho sentito tutti quel casino, e tu urlavi e-" continua a gesticolare all'impazzata e non smette di cercare qualcosa nella stanza di Simone, il quale se la ride sotto i baffi cercando di non perdersi neanche un istante di quella sorta di attacco di panico.

"Vedi qualcuno, Manuel?" dice alzandosi in piedi e guardandosi intorno.

"Io– no" gli risponde, ma non ne è sicuro, ché l'ha sentito urlare come quando fanno sesso solitamente e tutti quei rumori non possono essere frutto della sua immaginazione.

"E allora non c'è nessuno" puntualizza Simone alzando le spalle.

"Ma urlavi Simo!" continua con gli occhi spalancati Manuel, che è persino buffo agli occhi dell'altro, tutto spaventato e con ancora il fiatone.

"Ah sì?"

Simone gli si avvicina, poi gli si mette dietro, gli posa le mani sulle spalle, gli sussurra all'orecchio: "Ti sei preso un bello spavento, eh Manu?"

Gli posa poi un languido bacio appena sotto l'orecchio, gli incrocia le mani sulla pancia e sorride vedendo come il ragazzo si sia azzittito, "Hai avuto paura?"

Manuel deglutisce più volte, serra le palpebre, cerca di riprendere a respirare normalmente ma sente ancora il suo povero cuore scalpitare in gola.

Porta una mano a stringere una di quelle di Simone poggiate sulla sua felpa nera, le incrocia.

Poi chiude gli occhi, poggia la testa all'indietro, sulla spalla dell'altro ed esclama ad occhi chiusi: "Sei proprio uno stronzo"

Simone gli prende il viso con una mano e lo gira verso il suo, passandogli il pollice sul labbro e poi lo muove fino ad incastonarlo in una delle fossette di Manuel sotto la barba.

Preme le labbra sulle sue lentamente, le tiene pressate senza muovere, poi si stacca da lui e lo fissa, nota come il ragazzo si sia finalmente calmato con il suo tocco.

Manuel si sporge per baciarlo ancora, ha il viso completamente girato verso di lui e lo guarda serio: "So' quasi morto Simò, so' serissimo"

Ma Simone non gli risponde subito, gli bacia l'altra fossetta e poi la guancia con un sonoro schiocco, sorride sulla sua guancia.

La morde pure qualche secondo dopo, scende sul collo e imprime i denti anche lì, bacia il lembo di pelle scelto, lo succhia per quasi un minuto e poi ci soffia sopra.

"Dolcetto o scherzetto?"

Vorrei dire povero Manuel, ma alla fine non gli è manco andata così male.

You belong with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora