Il corsaro

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Mi piace andare al mare. Mi piace sedermi sulla sabbia e osservare il mare in qualunque momento dell'anno ma la stagione più bella si sa è l'estate.

È entusiasmante prendere maschera, boccaglio e pinne e buttarsi in acqua per esplorare i fondali e osservare quella vita tanto sconosciuta.

Il mio posto preferito dove andare d'estate è quello della copertina di questo libro ovvero la Corsica, selvaggia e per certi versi ancora libera dall'urbanizzazione.

Ogni volta che sono seduta sulla sabbia ad osservare le onde che si increspano sulla riva penso a tutte quelle persone che agli inizi delle esplorazioni hanno avuto il coraggio di partire, lasciare la terra ferma ed esplorare tutti quei posti dove l'uomo non era ancora stato...

Anno: intorno al 1400
Luogo: Portogallo

Filiberto aveva un sogno, comprarsi una nave, ma una bella e partire per andare a esplorare quel luogo ancora tanto misterioso per l'uomo chiamato mare.

Voleva a tutti i costi scoprire cosa l'orizzonte nascondeva, sfamare la sua fame di curiosità e avventura.

Decise così da lì in poi si sarebbe dato da fare e avrebbe messo via i soldi necessari per comprarsi una bella barca e per permettersi un equipaggio.

Comincio così a rimboccarsi le maniche arrivando a fare anche tre lavori assieme pur di diminuire i tempi di attesa.

Lavorava presso una bottega, dava una mano in una fattoria e lavorava come giardiniere nella villa della sua città.

La Villa era molto grande e il giardino pure che infatti reclamava molte attenzioni e manutenzioni continue.

Qui conobbe la figlia della famiglia più ricca della città, Rosalia.
Rosalia aveva più o meno la sua età, piccolina di statura e con un gran senso dello stile.

Ogni giorno passeggiava per il giardino fermandosi nei suoi luoghi preferiti per concedersi momenti tranquilli per la lettura.

Finalmente un giorno i due si incontrarono e tra loro cominciò a muoversi qualcosa.

Ogni giorno era un pretesto per incontrarsi durante il lavoro di lui, lontano da sguardi indiscreti facendo interminabili passeggiate che sembravano non voler mai finire.

Passarono i mesi e Filiberto riuscì a mettere da parte i soldi necessari per il viaggio. Non copro una barca, no fece di meglio se ne fece costruire una nuova di zecca chiamandola come la sua amata.

Rosalia sapeva del piano di Filiberto e sapeva che prima o poi il momento della sua partenza sarebbe arrivato. Inoltre lei era stata da poco promessa a il figlio di un'altra famiglia ma questo poco le importava.

I giorni seguenti li passarono assieme passeggiando e parlando, la sera invece si amavano con infinito amore sotto un cielo stellato e con la luna, la loro complice.

Il giorno della partenza Filiberto diede una festicciola al porto. Fu fatta preparare la nave, caricata con tutte le provviste e fatta benedire.

La gente, che doveva lavorare, se ne andò e pian piano il porto di svuotò lasciando spazio ad una sola persona che non si decideva ad andarsene, era Rosalia.

Filiberto dopo aver fermato l'imbarcazione, scese al volo e si precipitò verso di lei. Si fissarono negli occhi per interminabili secondi scrutando l'infinito amore che ogni uno provava per l'altro finché cominciarono a baciarsi con passione.

Rosalia comicò a piangere perché non sapeva se e quando avrebbe rivisto la sua anima gemella.

"Torno presto" le disse all'orecchio Filiberto porgendole una rosa. Rosalia allora disse: " ti aspetterò, ci volesse una vita intera non mi importa perché continuerò ad aspettarti." .

Filiberto corse verso la nave e con un agile movimento salì sulla nave che cominciò a prendere il largo.

Rosalia rimase ad osservare la nave del suo amato che si allontanava diventando sempre più piccola e quasi invisibile.

"Torna presto" sussurrò tra se e se Rosalia liberando in mare la Rosa che poco fa il suo amato le aveva regalato.
Dopo di che si allontanò dal porto tornando verso casa sua.

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