<<Bene. Questo era l'ultimo!>>
<<Hai preso tutto, tesoro?>>
<<Si mamma, tranquilla. Ora vado.>>
Detto ciò, mi metto al volante e parto per occupare l'appartamento che ho preso momentaneamente in affitto finché i lavori nella proprietà dei miei genitori non sono finiti.
Provengo da una famiglia di architetti rispettati e conosciuti in tutto il Massachusetts e lo Stato di New York.
Mio padre, Roger Anderson, architetto edile; mia madre, Mary "Jones" Anderson, architetto conservatore; mia sorella maggiore, Courtney Anderson, architetto conservatore.
Poi ci sono io, Raylee Anderson, studentessa del quarto anno di architettura d'interni e design al Boston University; lavoro già nell'azienda di famiglia e devo dire che me la cavo piuttosto bene, nonostante l'università mi tenga impegnata.
Sono una ragazza molto semplice: mi piacciono i gesti piccoli ma significati, amo stare all'aria aperta, uscire la sera con gli amici ed essere spensierata e soprattutto amo l'amore.
È sempre stato un argomento complicato poiché all'età di 22 anni sono ancora vergine ed oltre a delle uscite occasionali non mi sono mai spinta oltre.
La mia più grande paura è quello di essere me stessa e di non piacere agli altri.
Da sempre noi Anderson siamo amici con la famiglia Adams, ricchi, benefattori e filantropi bostoniani a capo di un'azienda di marketing e di una fondazione che si occupa della costruzione di scuole e strutture sanitarie nei paesi poveri dell'Africa.
Jake Adams senior e sua moglie, Kimberly Adams; il loro primogenito e futuro marito di mia sorella, Josh Adams; il loro secondogenito, Jake Adams junior.
Ebbene sì, diventeremo una famiglia sia a livello di parentela sia a livello lavorativo: un sogno per i nostri padri.
Mio padre e il signor Adams sono entrati in affari già da tempo e collaborano tra loro per la costruzione delle scuola in Africa: loro ci passano i fondi e noi facciamo i progetti da mettere in cantiere.
Proprio in una serata di beneficenza, mia sorella, Courtney e Josh Adams si sono avvicinati e da lì non si sono più separati: si sono frequentati, si sono messi insieme, sono andati a convivere ed ora si sposano.
Mio padre ne è rimasto contento e voleva accasare anche me con Jake Adams, ma sostanzialmente non è il mio tipo.
È il tipico uomo d'affari che ha bisogno di una donna solo per la bella presenza, che fa regali costosi, sempre in viaggio da un continente all'altro e sempre alloggiare nei migliori alberghi di lusso: tutte cose che a me non interessano.
Vivo nella semplicità, nonostante sia benestante ma ho sempre lavorato per raggiungere i miei obiettivi e non ho mai chiesto un aiuto economico ai miei genitori; al liceo lavoravo in una caffetteria, come babysitter e facevo la tutor; con i soldi guadagnati in quegli anni mi sono potuta permettere di pagare il primo anno di università; imparate le prime cose sull'architettura, ho iniziato a lavorare nell'azienda di famiglia e ho ristrutturato la dependance nella proprietà dei miei genitori, dove mi sono poi trasferita ed ora viene usata come deposito poiché stanno ristrutturando la casa dei miei genitori e stanno eseguendo anche la costruzione della casa di mia sorella e del suo futuro marito; ho anche avuto la possibilità di comprarmi una macchina tutta mia e tutto ciò grazie solamente alle mie forze.
Appena intravedo il piccolo palazzo dove dovrò vivere per i prossimi sei mesi capisco che sono arrivata finalmente a destinazione.
Scendo velocemente dall'auto per raggiungere l'interno del palazzo dove mi presento al portiere: è un uomo di un'età importante, con un sorriso gentile, i capelli bianchi e gli occhiali appoggiati sul naso.
<<Buongiorno, sono Raylee Anderson, la nuova inquilina.>>
<<Buongiorno a lei. signorina. È un piacere conoscerla. Io sono Mike, il portiere del palazzo.>>, mi porge la mano che io accetto molto volentieri.
<<Ecco a lei. Queste sono sue. Se ha bisogno di qualcosa sono a sua completa disposizione.>>
<<Grazie!>>
Dopodiché mi porge le chiavi e mi dà indicazioni sul piano e numero dell'appartamento.
Lo ringrazio ancora e mi affretto a scaricare tutte le mie scatole e le sparpaglio per tutto l'atrio del palazzo.
Finito di fare questo scopro che l'ascensore è fuori servizio e realizzo che dovrò portare tutte queste scatole, grandi e pesanti, fino al sesto piano da sola, senza aiuto.
Rimango davanti a quei pacchi mentre mi massaggio le tempie ad occhi chiusi e sento qualcuno canticchiare e salutare il signore all'entrata.
<<Giorno, Mike>>
<<Ciao, Colin.>>
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Il mio vicino di casa: Colin Shea
Fanfic*Ispirato al film: what's your number?* TRAMA: Raylee, ragazza proveniente da una famiglia benestante di Boston, prende in affitto un appartamento nel frattempo che i lavori a casa dei genitori procedano in vista delle nozze della sorella maggiore. ...