Capitolo quinto

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Io e Theo ci dirigemmo verso le rispettive case, quando entrai nella mia camera mi misi subito sotto le coperte senza neanche cambiarmi, visto che ero troppo stanca, e mi addormentai.
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"Agata Queen!!" La professoressa urlò il mio nome e mi fece sussultare tanto da far cadere il libro di storia e lo raccolsi mentre tutta la classe mi fissava.
Immediatamente il colore del mio viso passò dal rosa carne a un rosso acceso.
"Agata, non puoi sottovalutare queste settimane, lo sai benissimo che devi concentrarti per poi essere pronta per l'esame; ma non sapevo che dormire, per te, equivale a concentrarsi!" Intanto nella classe si sollevò una risata generale.
"Ora per favore, apri il libro e continua a leggere"
Eseguii gli ordini e finii di leggere tutto il capitolo.

L' ora successiva venni interrogata di algebra e a mia sorpresa ottenni un bell'otto. Suonata la campanella dell' ultima ora mi alzai e mi diressi verso l' uscita dove incontrai Theodore.
"Ciao... posso chiederti una cosa?" Disse arrossendo.
"Si... chiedi pure"
"Beh... diciamo che... ti ho sognata. Precisamente ho sognato noi due da soli che giravavamo per il paese, siccome il tempo si era fermato" ora la sua faccia era diventata color pomodoro.
"C-cosa? Anch'io ho fatto questo sogno!" Esultai, ripensando anche alla figura fatta davanti a tutti.
Mi guardò stupito e se ne andò salutandomi con un cenno della mano, "Sono in ritardo per una visita" si giustificó allontanandosi.
Raccontai del mio sogno alle due mie amiche, Serena e Ilaria, e quando finii di narrarlo aggiunsi la mia conversazione con Theodore.
"E se foste veramente collegati?" Chiese Ilaria fissando una nuvola davanti a lei
"Magari sono solo coincidenze, capita a molti di sognare le stesse cose. Chissà, se vi piacete è facile sognarsi a vicenda" Disse Serena con sguardo furbo
"Ma ti pare che mi piaccia uno come lui?! È sbruffone, vanitoso e pure antipatico!" Ribattei facendo finta di essere arrabbiata.
"Chi odia ama, ricordatelo" dissero in coro le mie amiche. Loro mi conoscevano benissimo, e a volte riuscivano a leggere nel pensiero quello che provavo per una persona.
Questa volta avevano ragione e lo sapevano.
"Non ho detto che lo odio, ho detto che.... insomma è solo un amico"
"Da quando in qua siete amici?" Chiese Serena.
"Ok... va bene, ammetto che mi piace, ma voi assicuratemi di non dirlo a nessuno, ok?" Mi arresi, intanto lo avevano capito, e sapevo che se anche mi assicuravano di non riferirlo in giro, prima o poi lo sapeva tutta la scuola. Succede sempre così.
"Ok, lo promettiamo!" Esultarono in coro.
Quando entrai in casa notai subito un biglietto incollato con dello scotch sul televisore della cucina.

Scusa se stamattina non te l'ho detto, ma oggi rientro a casa tardi (verso le 10 di sera) a causa del lavoro.
Un bacio, papà.

Buttai il biglietto di carta nella spazzatura e mi diressi verso il frigo per preparare un panino.
Dopo averlo mangiato mi sedetti sul divano e accesi la Tv. Lasciai sul canale primo e guardai il telegiornale.

"Buongiorno, notizia dell' ultima ora: nell' autostrada Genova-Livorno c'è stato uno scontro autostradale tra un camion e due automobili: 2 morti e 5 feriti fra cui un ferito grave."

intanto scorrevano le immagini dell' incidente, ma ad un certo punto il cuore sembrò quasi fermarsi.... una delle macchine distrutte appartenevano a mio padre.
Riconobbi il modello dell' automobile e della targa, e immediatamente chiamai mia madre.
"Pronto?"
"Mamma, ho visto al telegiornale che c'è stato un incidente..."
"E quindi..? Non è la prima volta che succede purtroppo"
"Ma una macchina è di papà! " dissi piangendo.
"COSA?" Ora esco subito dal lavoro e ti raggiungo.
Mi sdraiai sul letto e sperai che fra i morti non ci fosse mio padre.
Mi rialzai e ascoltai di nuovo il telegiornale.

"Purtroppo ci è stato riferito che i morti dello scontro autostradale sono aumentati e son diventati 3. Purtroppo è deceduto anche il famoso architetto David Queen..."

Mi sentii mancare il fiato e iniziai a sudare. Non riuscivo a realizzare che mio padre fosse morto. Non ci riuscivo.
Nel giro di pochi minuti il mio viso era rigato dalle lacrime.
Il silenzio del mio pianto venne interrotto dal rumore della porta che si apriva: era arrivata mia madre.
Corsi subito da lei e la abbracciai forte. Pianse anche lei

Nota dall' autrice:
Volevo ringraziarvi per le 200 visualizzazioni, sono davvero contenta, siccome è la prima storia che scrivo. Ho voluto scrivere leggermente di più siccome abbiamo raggiunto questo meraviglioso traguardo.

Grazie per tutto, spero che la storia vi piaccia,
Un bacio da Delia❤

Allo scadere del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora