.Ciro.
-Angè so passati tre giorni, da quando mi hai tolto i punti, ora posso alzarmi?-.
Le domando come se fossi un bambino che chiede il permesso alla mamma, proprio io che non chiedo mai il permesso a nessuno, ma lei riesce a tirare fuori il lato più umano di me e non ho la più pallida idea di come faccia.
-Sarebbe meglio di no, per un altra settimana è meglio che resti fermo, devi dare il tempo alla ferita di cicatrizzarsi...-.
Annuisco sconfitto, subito dopo però, mi viene un idea e le faccio segno di avvicinarsi.
-Ti andrebbe di cenare insieme, domani?-.
Le domando e sorrido vedendo il suo sguardo sorpreso, mentre si sposta una ciocca di capelli, dietro l'orecchio destro.
-Va bene... Ora devo andare, ho il turno di notte.-.
-Ok, a domani Angè.-.
-A domani, Ciro.-.
Mi saluta lei uscendo, ma prima di andarsene, si volta verso di me sorridendo imbarazzata, riesco a notarlo dalle sue guance rosse, si vede che è una ragazza molto timida, anche se quando mi guarda con quegli occhi color cielo, è lei che intimidisce me, e questa è un altra cosa che mi sembra impossibile.
.Angelica.
Il turno di notte è passato tranquillo e senza complicazioni, in compenso non ho smesso un istante di pensare a Ciro e al suo invito a cena, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da parte sua, sembra tutto fuorchè un uomo in grado di provare emozioni e invece in quel momento, giurerei di aver visto qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che non avevo mai visto prima, magari però è stata solo una mia impressione.
Passo la mia giornata tra le lenzuola, fino al momento in cui non suona la sveglia per andare da Ciro. Una doccia veloce, per poi aprire le ante del mio armadio e non avere idea di cosa indossare, guardo i miei vestiti, uno per uno, dal più elegante al più casual, e alla fine decido di optare per un vestitino nero casual, con collant neri abbinati e i miei soliti stivali col tacco, non molto alti. Una volta pronta, il tempo di infilarmi il mio giacchetto in pelle nero, prendere la borsa ed uscire di casa.
Non ci metto molto ad arrivare all'appartamento di Ciro, ma quando parcheggio la macchina noto che non ci sono solo io, c'è un altra macchina parcheggiata sul vialetto, è quella di Don Salvatore, nonostante questo decido di avviarmi ugualmente verso l'entrata.
-E' permesso?-.
Domando, aprendo la porta dell'ingresso.
-Angelica! Vieni, noi finiamo di parlare con Ciro e vi lasciamo soli.-.
Mi dice Don Salvatore, lasciandomi entrare in casa.
-Tuo padre, come sta?-.
Mi domanda, fatico a mantenere un espressione rilassata, non ho mai accettato del tutto la vita di mio padre, ma infondo la famiglia non si sceglie.
-Bene, gli affari a Palermo gli vanno bene.-.
Affermo tranquillamente.
-Sono felice per lui.-.
Afferma Don Salvatore abbozzando un sorriso.
-Se per voi non è un problema, mentre voi finite di parlare, controllo la cicatrizzazione.-.
-Tranquilla, fai pure...-.
Conclude Don Salvatore.
A quel punto mi tolgo la giacca, e mi avvicino al fianco di Ciro per controllare, e proprio come facevo con mio padre, penso a qualsiasi altra cosa, per non ascoltare ciò che si dicono, vorrei che niente turbasse questa serata.
.Ciro.
-Sai, vorrei che mi insegnassi la tua tecnica di isolamento...-.
Dico ad Angelica mentre stiamo cenando, stasera avevo proprio voglia di una bella pizza.
-Di cosa parli?-.
Mi domanda, facendo finta di non capire.
-Pensi che puoi fare fesso a me? Hai capito bene, di cosa stavo parlando...-.
-E va bene, niente di complicato, bisogna semplicemente pensare ad altro, molto intensamente però....-.
-E tu, a cosa stavi pensando?-.
Le domando e i nostri sguardi s'incontrano entrando come in connessione tra loro.
-A te...-.
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TE REGALO 'O CORE
FanfictionAngelica Sofia Mares è una dottoressa siciliana di venticinque anni che vive e lavora a Napoli, figlia di un boss, che però cerca in tutti i modi di restare fuori dagli affari del padre, non sempre però può scegliere. Ciro Ricci, sta per compiere di...