Capitolo IV

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.Angelica.
E' passata una settimana da quella sera con Ciro, le cose tra di noi proseguono alla grande, anche se ho come una strana sensazione, forse perchè so quello che sta per fare, e ho il timore che, le cose non vadano come lui spera. Grazie a mio padre, e alla mia famiglia, ho imparato che quando si fa questa vita, qualche complicazione o imprevisto, c'è sempre. Ed è proprio questo che mi spaventa, che possa succedere qualcosa di negativo che lo rovini.
-Dottoressa, ha capito?-.
Sento la voce dell'infermiera e mi volto, purtroppo però non ho ascoltato una parola.
-Mi scusi, ma non mi sento molto bene, credo che sia meglio che io vada a casa.-.
-Va bene, vada pure...-.
-Grazie, a domani.-.
La saluto andando verso la sala medici, dove mi cambio, prendo la borsa e corro verso la macchina.
Una volta in macchina, mi accendo una sigaretta, e parto verso l'appartamento di Ciro, l'unico posto dove ora voglio essere.
-Cirù, posso entrare?-.
Domando non appena varco la soglia dell'appartamento, e lo vedo di spalla che si sta vestendo.
-Amò, che ci fai qua?-.
Mi domanda, sorpreso di vedermi.
-Con quello che succederà tra poco, non riuscivo a lavorare, non facevo che pensare a te.-.
Lui si avvicina e mi posa un bacio sulle labbra.
-Hai fatto bene a venire...Ma forse non è il caso che tu venga con noi...-.
-Ti sarò fedele, e mi lascerai libera di scegliere, proteggendomi ogni giorno... Oggi ho scelto di esserti fedele, e di proteggerti.-.
Concludo sorridendo mentre avanzo verso un armadietto vicino al suo letto, dove so cosa trovare, e dalla quale prendo una pistola, lasciandolo senza parole.
-Non guardarmi così, sai chi è mio padre, pensi io che io non sappia usarla?-.
-Sono certo che sai usarla, ma non ti permetterò di rovinare la tua vita, per salvare la mia.-.
-Mi lascerai libera di scegliere, ricordi?-.
A quel punto lui alza le mani sorridendo, e mi abbraccia, tra le sue braccia mi sento protetta, mi sento al posto giusto.

.Ciro.
E' arrivato il momento, quel momento che aspetto da quando mi sono risvegliato, quello della vendetta, oggi il Chiatillo e il Piecuro moriranno. Quello che non mi sarei mai immaginato è che al mio fianco ci sarebbe stata Angelica, è stata veramente una sorpresa, quel qualcosa di inaspettato che ti cambia la vita.
-Sei pronto Cirù?-.
Mi domanda mio fratello Pietro, entrando nell'appartamento.
-Sì, e abbiamo anche un soldato in più.-.
Affermo, voltandomi verso Angelica.
-Sei sicura, Angè?-.
Le domanda lui.
-Sicurissima, per me possiamo andare.-.
Dice lei infilandosi il giacchetto in pelle.
-Apposto, andiamo.-.
Affermo prendendo per mano Angelica, e uscendo con lei.
Una volta fuori casa, faccio un respiro profondo, guardando il cielo azzurro e il sole, che bello essere di nuovo libero, sono settimane che non esco di casa e quest'aria, questo cielo, questo sole, mi sono mancati veramente tanto, penso mentre salgo sulla moto al posto di guida, mentre Angelica sale dietro di me, prendo i due caschi e gliene passo uno, per poi mettere in moto.

.Angelica.
Mentre sono in moto con Ciro, penso a questi ultimi cinque anni, il periodo dell'università a Roma, gli anni in cui la mia vita è stata pulita, senza una goccia di sangue, per poi tornare ancora più indietro con la mente, gli anni della mia adolescenza, essere l'unica figlia di un boss, è una grande responsabilità nonchè un grande peso, in quanto un giorno, sarò io che dovrò occuparmi di tutto, e così ripenso a quegli anni in cui mio padre, m'insegnò a sparare, anni in cui spesso mi sono trovata davanti poveri innocenti, e mi costringeva a sparare, e se non erano innocenti, erano traditori della famiglia. Nonostante questo però, ci ha sempre tenuto alla mia istruzione, ed è sempre stato fiero di me, grazie ai compromessi che ho dovuto fare con lui fin dai miei quattordici anni. Almeno, oggi grazie ai suoi "insegnamenti" posso proteggere la persona che amo.
-Angè, ora escono, sfreccio davanti alla macchina e sparo, reggiti forte.-.
Mi avverte Ciro.
Mi guardo intorno, e mi accorgo che ci troviamo poco prima dei cancelli dell'Ipm.
-Ma forse, sarebbe meglio farlo più avanti...-.
-No amò, voglio farlo sotto al loro naso...-.
Annuisco e lascio che decida lui, infondo è la sua vendetta, è lui che deve decidere.

.Ciro.
-Piè, sei pronto?-.
Chiedo a mio fratello, quando mi accorgo che stanno per aprire i cancelli.
-Pronto!-.
Afferma lui deciso.
-Amò, stringimi e tieniti forte.-.
Le dico apprensivo, nonostante sono convinto che se la caverà benissimo, ma nella mia testa, non è figlia di suo padre, ma solo la dottoressa che mi ha salvato la vita.
-So cosa fare amò, stai tranquillo.-.
-Lo so... Eccoli!-.
Concludo mettendo in moto.
Mi avvicino lentamente alla macchina, e vedo che dalla mia parte c'è il Chiattillo, succede tutto in pochi istanti, sia io che Pietro estraiamo le pistole spariamo, per poi sfrecciare via.

.Edoardo.
-Edoà, hai sentito?-.
Mi domanda Pirucchio guardando fuori dalla finestra.
-Ho sentito. Tu non ti preoccupà, presto saprai.-.
Gli dico pensando alla lettera di Ciro.
-Che cosa?-.
Insiste lui.
-Tempo al tempo...-.
Concludo uscendo dalla cella.
-Lino, che è successo?-.
Domando alla guardia.
-Hanno sparato al Chiattilo e a Di Salvo.-.
Mi dice confermando quello che pensavo, e ora non mi resta che aspettare notizie di Ciro.

.Angelica.
-Amò, perchè ti sei fermato qua?-.
Domando a Ciro, vedendo la spiaggia di Marechiaro, completamente vuota, ci siamo solo noi e il mare.
-Sono anni che aspetto sto momento, Angè!-.
Esclama per poi tuffarsi in mare, facendomi ridere.
-Tu sei pazzo!-.
Gli urlo mentre mi spoglio, una volta rimasta in intimo, mi tuffo anche anche io.
-Hai ragione, da quando ti conosco, credo di aver perso completamente la testa.-.
Mi dice avvolgendo il mio corpo nudo e bagnato, con le sue braccia forti.
-Ah sì? Penso di averla persa anche io, sai?-.
-Ed è una cosa buona?-.
-Che mi sono innamorata di un futuro boss?-.
-Anche... Vuoi sposarmi, Angelica?-.
Mi domanda, non posso chiedere che me lo abbia chiesto.
-Vuoi sposare una donna più vecchia di te?-.
Domando ridendo.
-Voglio sposare te, non me ne frega un cazzo che hai cinque anni più di me.-.
Mi dice, e per pochi istanti, quello sguardo inquietante, torna ad impossessarsi di lui, e istintivamente mi allontano, ma poi, mi volto di nuovo a guardarlo, e mi rendo conto che, non mi importa, se è un lupo che si è appena divorato una pecora, se quando gli girano le scatole, mi manda a quel paese e vuole restare solo senza un motivo, se avrà delle continue idee folli e senza controllo, se passerà la sua vita a uccidere, spacciare e chissà quale altra cosa, evidentemente è veramente il mio destino, sposare un uomo che assomiglia a mio padre, e allora se il mio destino è questo...
-Ti sposo.-.
-Veramente?-.
-Assoluntamente sì, sempre che in questi pochi minuti non hai cambiato idea...-.
-No, direi che non ho cambiato idea...-.
Mi dice, coinvolgendomi poi in un bacio un pò salato, che sà d'amore puro.

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