UN INASPETTATO SOGNO

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Ci prepariamo al decollo. Anna tiene stretta la mano di Alessandro come fossero una coppia di fidanzatini apprensivi. Quando l'aereo si ferma ci mettiamo qualche minuto per alzarci e dirigerci all' uscita. Una volta scesi ci raduniamo per l'ennesima volta con il resto del gruppo dove mi ritrovo osservata da una ragazza alta, con i capelli lunghi biondi e con addosso indumenti che valgono quasi il triplo del mio appartamento. La ragazza dopo avermi squadrata per bene lancia un'occhiata disgustata alle sue amichette per poi dirigersi in direzione mia e di Matteo.


-Matteo! Non sei stato con me durante il viaggio... questa me la segno- afferma con un sorriso giulivo –Scusami Betty non te la prendere ma avevo voglia di passare un po' di tempo con una persona nuova...e sofy finora si è dimostrata una piacevole scoperta- risponde Matteo guardando prima lei e rivolgendo lo sguardo successivamente a me, quella che presumo si chiami Elisabetta tira una smorfia in mia direzione –Beh contento tu! Ti sei perso un viaggio molto più piacevole della tua nuova breve conquista- esclama guardandomi con aria snob e di superiorità prima di sventolare i suoi capelli profumati e lucenti all'aria per poi voltarsi e dirigersi verso il suo ''sleepover club''.


-Ah cosi la tua simpatica amica pensa che io sia una tua breve conquista...- dico guardando incantata il passo leggiadro di '' miss simpatia'' –Non darle retta...fa sempre cosi!- un attimo di pausa e poi riprende – Sai...io e lei abbiamo avuto una storia ma non una storia seria- dice timoroso di una mia reazione-Ah! Fammi capire...siete rimasti...mmm come dire...amici con benefici?- dico ridendo – diciamo di si...continuiamo a portare avanti questa relazione ma sinceramente non ci sono sentimenti...hai capito subito eh?- mi domanda incuriosito – Non è difficile comprendere quando ci sei passata in prima persona- sussurro affranta nel ricordare – Ecco perché...come si chiamava lui?- chiede incuriosito – Fabio, quasi due anni di sacrifici buttati poco tempo fa- affermo rattristata -com'è successo?- richiede – Non mi amava- mi trema la voce – Tu lo ami ancora?- domanda con voce sottile –Questo non conta- rispondo trattenendo le lacrime. Questo non conterà mai.


-Su ragazzi tutti sui pullman!- urla la referente neanche stesse cantando ad un concerto di musica rock. Sono felice del tempismo, non avevo voglia di riesumare parte del mio passato proprio ora con un ragazzo che conosco appena. Matteo mi porge il braccio che accetto volentieri e saliamo rapidamente sul bus fermo di fronte all'aeroporto di New York.  Una volta seduti il pullman parte per portare ognuno di noi nella proprio destinazione. Sono le 3.00 del mattino, il cielo è sereno e soffia un leggere venticello mite, non ho mai visto New york oltre al mio quadro in camera, guardo dal finestrino il panorama allibita come una bimba al luna park; è bellissima diamine. Il bus attraversa il ponte di brooklin dal quale ammiro la città dei miei sogni – non hai mai visitato New york baby?- sbuca la testa di Anna dal sedile anteriore – no mai...-dico incantata sui grandi grattacieli e tutto il movimento mai visto prima d'ora. Milano non può essere assolutamente paragonata a questa grandiosa metropoli, qui il movimento sembra non terminare mai, gente ovunque, luci sparse per le strade, palazzi che toccano il cielo, non mi sembra vero, sono qui, sto toccando il cielo! Il pullman mano a mano si svuota fino a che  rimaniamo soltanto noi quattro: la ciurma dei pazzi. – ragazzi promettetemi che domani pomeriggio ci vediamo- supplica Anna – domani pomeriggio molto probabilmente lavoreremo piccola- risponde Alessandro ''già tutta questa confidenza'' penso.. – beh allora il primo giorno libero..non saprei come fare qui da sola!- esclama – certo! Ora che ci siamo conosciuti chi ci divide- dico con tono allegro – si infatti! Scambiamoci i numeri e teniamoci in contatto cosi prima serata libera...bella sbronza di gruppo!- dice eccitato Matteo – si dai! Vi prego!- risponde Anna impaziente –affare fatto!- afferma Alessandro – tu sei dei nostri vero Sofy- mi chiede Matteo facendo calamitare lo sguardo degli altri due su di me – non dovete neanche chiedermelo! Su datemi sti numeri!- dico ridendo. Il prossimo a scendere è Alessandro, siamo in una zona leggermente inusuale per uno come lui: il Bronx. Io e Anna ce la ridiamo sotto i baffi all' idea di Alessandro figlio di papà in un posto del genere. Lo saluto calorosamente ''ma meno di Anna'' augurandogli buona fortuna. Dopo un quarto d'ora circa arrivo a destinazione, rimango sbigottita della zona in cui mi trovo, non sono esperta ma se non erro quello a pochi isolati di qua è l'empire state building e questo mi fa intuire di essere in una zona di pieno lusso. –hai capito Sofia! Più che lavorare qua te la spasserai alla grande- esclama quasi un po' invidioso Matteo. Saluto i ragazzi ringraziandoli per il bel viaggio. Prendo la mia valigia e scendo, la referente ancora presente mi accompagna fino al portone del mio grattacielo augurandomi in bocca al lupo e dicendomi di contattarla per qualsiasi evenienza. Dopo averla salutata mi  apre il portone il consierge ''ma questi non dormono mai?'' – signorina in che appartamento è diretta?- mi chiede – il piano non lo conosco...una certa famiglia Davis- dico indicando il bigliettino che mi aveva consegnato la referente – famiglia? Ah si il signor Davis..si prego da questa parte-  ''perché solo signor davis?'' chiama l'ascensore e mi accompagna fin su al 68 piano! –prego- mi dice facendomi scendere e indicandomi la porta del mio futuro pseudo appartamento. Mentre mi dirigo al patibolo inizio a farmi prendere dall'ansia e da strani pensieri che scaccio via immediatamente. Sono di fronte al portone, premo lievemente il campanello dorato, attendo un istante, la porta si apre, una camicia bianca, due occhi azzurri, merda!


Il confine dei nostri cuori.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora