SGUARDO FATALE

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Sulla soglia appare un uomo giovane , lui, mi sembra di conoscerlo da sempre. Sento rimbombare nelle mie orecchie una melodia, il mio cuore batte all'impazzata come dopo una maratona estenuante, le mie gambe non reggono e i miei occhi alla vista dei suoi si incantano, stand bye. Rimango qualche interminabile momento a fissarlo, porca puttana, ha gli occhi di un colore freddo come il ghiaccio ma nascondono oltre a mille segreti un blu mare dei caraibi  intenso e caldo, i capelli abbastanza folti sul biondo scuro e una delicata e rude barbetta gli circonda delicatamente la bocca, quella fantastica bocca carnosa che già immagino posata sulla mia, su tutto il mio corpo...Sofia Masetti riprenditi! –Tu devi essere la nuova baby sitter – mi dice con lo sguardo severo e talmente sexy da svegliare la parte più profonda del mio corpo –si signore.. piacere di conoscerla- dico imbarazzata e impacciata, chi è quest uomo? Possibile il figlio maggiore della famiglia? No impossibile, sarà sicuramente il padre, ma è cosi giovane e bello  – piacere mio Stephen, signorina Sophie..prego entri, la stavo aspettando- mi apre ancora di piu la porta e mi fa cenno con la mano di entrare ''cavolo quelle mani'', voglio morire ora. Appena entro non posso non notare lo splendore e la grandezza di quell'appartamento...ma che dico, loft 5 stelle! Tutto è in perfetto ordine, il pavimento è in marmo pregiato nero, alla mia sinistra la cucina completamente bianca si confonde con l'ampio salone arredato da un semplice divano di pelle nera, due poltrone, un televisore di nuova generazione e più in fondo riesco anche a intravedere un piano forte. Sopra il salone noto non ci sia il soffitto bensi un vuoto a forma di ferro di cavallo che mi fa percepire ci sia un secondo piano, alla mia destra infatti noto una lunga scala a chiocciola che porta fin su e un corridoio che porta ad altre camere, davanti a me una lunghissima vetrata che mi permette di ammirare il panorama e la statua della liberta che sembra dirmi ''sophie ora sei fottuta'' e ha ragione. –complimenti per l'appartamento signor Davis- mi sembra di sognare – Loft – mi corregge ''quanto se la tira''- comunque la ringrazio signorina  Masetti– continua severamente – mi chiami solo Sofia per piacere- dico accennando un sorriso ma anche leggermente infastidita dal suo modo di fare distaccato e presuntuoso – bene, io sono il padre della bambina della quale si occuperà da domani ora però presumo sia stanca , l'accompagno alla sua stanza al piano di  sopra- '' è un padre Sofia, non puoi invaghirti di un uomo sposato con una figlia e terribilmente eccitante '' mi conduce nelle scale, una volta arrivati di sopra mi avvicina il braccio poggiandolo delicatamente sul mio fianco per indicarmi la stanza, ''cavolo ho i brividi e non per il freddo '' qui sopra le stanze sono ancora più numerose ''mi piacerebbe conoscerne il contenuto''  il panorama è ancora più bello e intravedo nuovamente la statua della libertà che ora sembra dirmi '' stupida illusa è sposato''. Una volta arrivata sulla soglia della porta poggio la mia valigia sul letto notando con stupore che lui mi sta fissando – grazie per l'ospitalità- gli dico – non c'è di che..si riposi miss masetti, domani mattina avremo modo di parlare meglio io e lei- dice riutilizzando il ''miss masetti'' con tono di sfida – e sua moglie?- ''cazzo perché l'ho chiesto? Farmi i fatti miei?'' – io non sono sposato signorina, buona notte-inizio a tremare dalla gioia - buona notte- lui fa per andarsene prima di accennarmi un sorriso e rivolgermi le ultime parole – comunque mi dia del tu – dice – se me lo dà pure lei – dico notando un suo sorriso perverso che poi intuisco sia per il mio doppio senso ''basta sofia non parlare più'', chiudo la porta mi spoglio tanto da rimanere in mutande e reggiseno e prima di sdraiarmi in quel fantastico letto rilassante ammiro per la terza volta la statua della libertà che ora mi dice con espressione sincera –in bocca al lupo!-


Questa mattina mi sveglio presto, non ho bisogno della sveglia, mi basta sapere che in quello stesso ''loft'' ci ha dormito pure quello sconosciuto, non posso farmi vedere in questo stato pietoso, devo prepararmi e ci metterò un po'. Esco con addosso ancora il pigiama: una maglietta nera del mio ex , ''l'unica cosa che non ho il coraggio di buttare'' che arriva fin sopra il ginocchio con sotto delle culotte anche esse nere. Dopo aver preso i vestiti e i trucchi girovago in cerca di un bagno ''questa casa è immensa''- cerchi qualcosa?- eccolo, diamine – hey, si scusa, starei cercando il bagno- cerco di coprirmi il più possibile le gambe – effettivamente lo immaginavo- il suo sguardo si posa lentamente su ogni singola parte del mio corpo, mi sento avvampare ovunque – comunque il bagno è all'interno della tua camera...Sofia- il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa accaldare ancora di più del suo sguardo  - non ci avevo fatto caso ieri mi dispiace...– dico '' Sofia la pianti di farti ste figure? E corri a cambiarti sei inguardabile!'' una vocina interiore – dispiacersi? E di cosa..- il suo sguardo sempre piu famelico mi imbarazza- tu puoi cambiarti, appena sarai pronta parleremo di questo lavoro- dice, non ho il tempo di rispondere che è gia sparito. Entro nel bagno della camera, una porta alla destra del letto, non ci ho proprio fatto caso ieri. Il bagno è colorato di azzurro, spazioso e luminoso grazie alla vetrata laterale che lo percorre interamente ''sarà un po' difficile essere a proprio agio per una come me qui'' penso. Il lavandino si trova di fronte a me e nel lato destro noto una bellissima vasca idromassaggio che sicuramente utilizzerò nei miei momenti liberi. Mi sciacquo la faccia e impiego mezz'ora per il trucco e i vestiti adatti, opto per un trucco semplice ma che mette in risalto il miei occhi da farli somigliare quasi a quelli di un cerbiatto, una pettinatura che lascia ricadere i miei boccoli leggermente dorati sulla schiena e un vestitino bianco a fiori colorato abbinato ad un paio di converse basse bianche anche esse. Bene sono pronta, apro la porta della mia camera, scendo le scale, mi sta guardando fermo seduto al bancone della cucina con una mano che gli sorregge quel mento ben delineato e forte. ''avanti sofy..mancano solo 365 giorni''


-accomodati- mi indica la sedia di fronte a lui mentre estrae dei documenti ''perché? C'è né proprio bisogno?'' –allora...vieni dall'italia...quanti anni hai?- che sguardo ragazzi – ho 19 anni, mi sono diplomata quest anno- - bene, hai dimestichezza con i bambini?- devo mantenere il controllo, è solo un breve colloquio ma quest uomo mi agita terribilmente – si, ho effettuato diversi tirocini a contatto con bambini di qualsiasi età- lo dico con un' espressione che comunica ''certo che domande!'' , mi sento più sicura  –perfetto, io ho una bambina di 6 anni, si chiama Alys, sta mane l'ho accompagnata io a scuola, uscirà alla mezza e andremo insieme a prenderla, ah dimenticavo...lei ha la patente?- di nuovo questa formalità -  si ovviamente!- alzo gli occhi al cielo, il mio tono di nuovo sfrontato ''che mi prende?'' forse voglio provocarlo e fargli capire con chi avrà a che fare – è meglio per entrambi che vada, sta sera discuteremo meglio per le giornate libere - - non si preoccupi, mi andrebbe bene anche solo il sabato sera e la domenica- ma perché non la smetto di parlare?, lui si sta infilando la giacca, si gira e mi lancia un' occhiata funesta –questo lo decideremo più tardi come le ho già detto- che tono severo, che sguardo impertinente – tornerò più tardi, lei nel frattempo può conoscere meglio la casa e sistemarsi, buona giornata- sbatte la porta: i suoi atteggiamenti mi irritano, sento prudere le mani.


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