Jhon I

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Era una giornata tranquilla, il sole era alto nel cielo leggermente offuscato dalle nuvole passeggere che, di tanto in tanto, lasciavano passare fugaci raggi che si andavano a posare sul suo volto dandogli un'immprovvisa sensazione di calore la quale pian piano scorreva giù fino ai piedi.

A Jhon piaceva quella sensazione, amava restare ore steso sotto un albero ascoltando un po' di musica e sgranocchiando qualche salatino viaggiando con la mente attraverso pensieri positivi o negativi. D'altronde non sceglieva lui cosa pensare o quale ricordo potesse riaffiorargli per la mente, semplicemente succedeva, a seconda delle cose che vedeva il suo cervello le associava ad emozioni le quali a loro volta stimolavano la mente affinché ricordasse qualche evento più o meno passato. Poteva essere un insetto, un fiore, il rumore di una macchina in lontananza o semplicemente il brivido del vento.

Quel giorno invece fu proprio quella sensazione di calore a fargli pensare quanto fosse estremamente simile alla sensazione che provava quando era con lei, Leila, quanto gli mancava quella ragazza, era da tempo che rimpiangeva di averla lasciata, non immaginava fosse così difficile scordarsi di una ragazza che, al contrario si era già dimenticata di lui.

Ripensò a quella volta che scappò di nascosto da casa per vederla, a quella volta che uscendo da scuola la trovò ad aspettarlo lì davanti. Ricordò anche quella volta che la sorprese a baciarsi un altro, difatti fu proprio quello il motivo per cui la lasciò, non sopportava la cosa era troppo orgoglioso per perdonarla.

"Jhon!" Fu il grido di sua madre che rimbombava tutt'intorno ad interrompere i suoi pensieri. "Jhon noi usciamo ti serve qualcosa?" chiese la madre. "No grazie mamma"- rispose Jhon "penso di uscire anche io vado a trovare Jonny"- ma ormai lei era già uscita.
A quel punto si alzò e uscì, camminando sul marciapiede con le cuffie e il cappuccio le mani in tasca e con quella sua camminata svelta e decisa, quasi come se andasse di fretta. Mentre si dirigeva a casa del suo migliore amico sentì una leggera vibrazione in tasca:"chi è a quest'ora?" pensò prendendo l'iphone. Appena guardò il nome sullo schermo apparve un leggero sorriso sul suo volto il quale però era destinato a scomparire.

Era Gira una sua cara amica e il messaggio diceva:"aiutami ci sono dei tizzi che mi stanno fissando sono vicino casa tua se non mi sbaglio ti ho visto passare poco fa..." Di colpo Jhon si fermò,si voltò e dietro le sue spalle qualche centinaio di metri più in là intravide un gruppo di ragazzi qualche anno più grandi di lui che voltavano in una stradina poco frequentata. Corse verso quella direzione e pochi minuti dopo vide cinque ragazzi tutt'intorno a Gira che urlava come una forsennata.

"Smettetela!"-la voce di Jhon sibilava nell'aria, uno di loro si voltò e disse:"levati dai piedi marmocchio se non vuoi passare una brutta giornata!" Jhon sorrise sapeva che da soli poteva batterlo tranquillamente poiché in qualche modo quando si arrabbiava riusciva a sconfiggere chiunque era come se perdesse il controllo del suo corpo e fosse qualcun altro a combattere al suo posto, persino lui aveva paura di se stesso.

"Non ho alcun intenzione di lasciare qui la mia amica, lasciatela in pace e andatevene a casa." Lui ci teneva molto a Gira e non avrebbe mai permesso che qualcuno le facesse del male. "ha ha ha ragazzi avete sentito il marmocchio, diamogli una bella lezione!"- un urlo di gioia provenne dai ragazzi i quali non vedevano l'ora di mettergli le mani a dosso." Uno di loro sferrò un gancio diretto alla faccia, Jhon si abbasso schivando il colpo, e a sua volta lo colpì nella pancia, il povero ragazzo si accasciò a terra straziato dal dolore.

Nel giro di due minuti i cinque ragazzi erano accasciati a terra ma Jhon non sapeva cosa era successo un attimo prima c'erano cinque ragazzi pronti a picchiarlo, un attimo dopo erano stesi a terra sfiniti. Questa era un'altra cosa che non riusciva a spiegarsi, ogni volta che si arrabbiava e perdeva il controllo non ricordava più cose fosse successo si ritrovava solo le mani arrossate piene di lividi e un po' affaticato. Si rivolse a Gira la quale lo guardava sconvolta ma allo stesso tempo felice.

"Cosa è successo?" chiese la ragazza sbalordita. "E' la stessa cosa che mi chiedo da un po' anche io credimi" rispose Jhon guardandosi le mani arrossite. "vieni andiamo" disse poi rivolgendosi alla ragazza. La prese per mano e la condusse in un luogo più sicuro lontano da lì.

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