Prologo

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Atticus Styles  fissava la lettera davanti a sé. La carta frusciò e lui si rese conto che gli tremavano le mani. Era terribile come un semplice pezzo di carta fosse in grado di causare tanta angoscia.

Atticus posò la missiva e sollevò lo sguardo su Oscar Lowe.

Così era la vita. Proprio quando si pensava che le cose stessero andando per il meglio, sopraggiungeva qualcosa a rovinare tutto.

«Quante ne ha ricevute?» domandò a Oscar.

«Una dozzina, finora, ciascuna più aggressiva di quella precedente. Questa in particolare ci preoccupa, perché sembra che il soggetto sia entrato in casa sua e conosca le sue abitudini.»

Il soggetto. Atticus provò un moto di nausea; non desiderava che un termine del genere entrasse nella sua vita e di certo non se riferito al suo prezioso figlio minore, Harry. Il suo bambino.
A ventidue anni non lo si poteva più definire tale, eppure Atticus non si era mai sentito così protettivo nei suoi confronti come in quel momento.

«Lui è al sicuro?»

Oscar esitò una frazione di secondo prima di rispondere. «Si.»

«Ma?»

«Conduce una vita sociale molto attiva. È sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo cercare di tenerlo al riparo finché questa storia non sarà chiarita.»

Di certo era più facile a dirsi che a farsi, trattandosi di Harry.

«Una delle cameriere mi ha detto che un tizio gli ha offerto cento dollari per avere il suo spazzolino da denti o la sua spazzola.»

Oscar rabbrividì al pensiero della follia di certa gente. «Pensi che abbia a che fare con queste lettere?»

«Non lo sappiamo ancora» ammise Oscar. «Mi sono occupato della sua sicurezza personalmente fin dall'arrivo della sesta lettera, ma vorrei affidarla a qualcun altro.»

«Perché?»

L'altro sembrò a disagio. «I legami familiari complicano le cose.»

Il fratello di Oscar, Levi, era sposato da poco con la figlia maggiore di Atticus, Gemma. Non era difficile immaginare come Harry avesse reso la vita impossibile al capo della sicurezza.

«È un modo gentile per dire che mio figlio si è rivelato... ribelle?»

Oscar sorrise e abbassò lo sguardo. Il momento di imbarazzo passò subito, però. «L'uomo che ho in mente ha appena preso una pausa da... un incarico governativo. È molto bravo, ha un addestramento impeccabile e coraggio da vendere.»

«Mi sembra perfetto per mio figlio» commentò Atticus seccamente.

«L'unico problema è che questo non è il suo genere di lavoro.» Un altro modo diplomatico per dire che l'uomo in questione non voleva quell'incarico.

«Offrigli qualunque cifra chieda.»

«Non si tratta di denaro.»

Atticus si lasciò sfuggire un sospiro. Quel genere di persona era una tale rarità che lui avrebbe dubitato che esistesse se i suoi due nuovi generi non gli avessero dimostrato il contrario.

Solo pochi minuti prima Atticus si era congratulato con se stesso per il successo che aveva avuto la sua piccola intromissione nella vita sentimentale dei figli. Aveva quasi ottantaquattro anni e non sarebbe vissuto ancora a lungo. Il suo unico desiderio era la felicità dei tre figli, un regalo che la vita gli aveva fatto in tarda età.

Trovare un compagno adatto al suo figlio minore, però, si stava rivelando molto più difficile di quanto avesse immaginato.

Benché Harry fosse di una bellezza rara in grado di incantare gli sguardi di tutti, aveva scelto di circondarsi da una cerchia sociale che si aspettava ben poco da lui. Sembrava che gli unici interessi delle persone che frequentava fossero abiti firmati, feste e l'aspetto fisico.
Come diamine poteva sperare di trovare per lui qualcuno che vedesse al di là della superficie fino alla bellezza della sua anima, se lui stesso non sapeva di possederla?

Ora però, alla luce della minaccia rappresentata da quelle lettere, tutto il resto sembrava avere ben poca importanza. In realtà, era strano che Harry non fosse stato oggetto di quel genere di molestie molto prima, vista la notorietà che lo circondava.

«Mi chiedo se non si tratti di Nora...» mormorò Atticus a quel punto, ma si pentì di quelle parole non appena le ebbe pronunciate. «Non importa.»

Ma chi era in realtà Nora Woods? Lui avrebbe giurato sulla propria vita che la sua dolce assistente non avrebbe mai rubato uno spillo, eppure era successo. Lei era scomparsa prima che lui potesse farle la domanda che più gli premeva: perché?

Che Nora avesse provato un'invidia tale per Harry da arrivare a minacciarlo?

«Non è Nora» dichiarò Oscar.

Atticus sollevò lo sguardo, sorpreso dalla durezza nella voce del suo capo della sicurezza. Poi ricordò: Nora non aveva spezzato solo il cuore di Atticus col suo tradimento.

«Vogliamo portare Harry in un posto sicuro, dove nessuno penserà mai di andarlo a cercare» riprese Oscar, evitando con destrezza l'argomento Nora.

Atticus annuì. Conosceva il posto perfetto, un luogo sicuro che lui stesso aveva appena riscoperto. E che suo figlio avrebbe detestato, ovviamente.

Qualcuno bussò alla porta e un attimo dopo nell'ufficio entrò un uomo, la cui semplice presenza emanava un senso di forza e di sicurezza.
Corti capelli castani e occhi di un blu intenso che scandagliarono la stanza prima di fissarsi sul padrone di casa. Una volta doveva essere stato davvero molto bello, ma adesso una profonda cicatrice gli solcava un lato del volto.

«Louis!» esclamò Oscar nel vederlo. «Atticus, le presento Louis Tomlinson.»

Louis attraversò la stanza con le movenze aggraziate e caute di una tigre. La sua stretta di mano era decisa e lo sguardo così diretto che Atticus ebbe l'impressione che potesse leggergli nell'anima.

«Louis è l'uomo al quale ho chiesto di occuparsi di Harry finché non avremo chiarito questa storia» spiegò Oscar. «Visto che sei qui» aggiunse rivolto all'amico, «ne deduco che...»

L'altro si limitò ad annuire.

Atticus osservò il nuovo arrivato e si concesse un silenzioso sospiro di sollievo. Se qualcuno era in grado di proteggere il suo cocciuto bambino, questo era l'uomo che aveva di fronte.

Bastava guardarlo per capire che Louis possedeva una volontà di ferro, un coraggio fuori del comune, autocontrollo e sicurezza nelle proprie capacità.

Per la prima volta da quando aveva gettato gli occhi su quelle orribili lettere sgrammaticate, Atticus si sentì sollevato. «Grazie...» mormorò.

Negli occhi di Louis guizzò una luce molto simile alla comprensione.

Harry sarebbe stato al sicuro. Scontento, forse, ma senza dubbio al riparo dal male.

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