Tenendo una mano saldamente sul volante dell'auto e gli occhi fissi sulla strada, Louis sollevò l'altra e, con un gesto furtivo, si sfiorò la cicatrice che gli attraversava il lato sinistro del volto, dalla tempia alla mascella.
In quel momento era al volante di una macchina lussuosa, accanto a un uomo estremamente attraente.
I capelli, castano cioccolato, gli ricadevano sulle spalle ampie e abbronzate. Lo sguardo, perso a osservare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, era un interessante miscuglio di sfumature verdi. La sua struttura ossea apparteneva a quella rara categoria che gli artisti cercavano di catturare: zigomi alti, naso importante, labbra piene, rosse e imbronciate. Soltanto la sua postura tradiva una certa vulnerabilità, con le braccia conserte e le lunghe gambe accavallate.
L'abbigliamento che sfoggiava era di tendenza tra i giovani uomini della sua età: pantaloni in cotone blu scuro e camicia di lino morbida. Tuttavia, il modo in cui li indossava sembrava diverso, oppure era la sola aura di raffinatezza che lo circondava — dovuta, forse, al costo esorbitante di quei capi.
Louis aveva già visto Harry Styles in fotografia, ovviamente. Era impossibile vivere in America senza incappare nel volto del pupillo di Atticus Styles, protagonista di pubblicità ovunque.
Il pubblico aveva un desiderio insaziabile di conoscerne ogni minimo dettaglio: come portava i capelli, che marca di intimo indossasse, i suoi gusti in fatto di musica, cibo, animali domestici. Persino una semplice visita dal medico veniva menzionata dai giornali, come se la vita di Harry Styles fosse tanto rilevante quanto una conferenza di pace sul Medio Oriente o una cura miracolosa contro il cancro.
Ma ora che gli sedeva accanto, Louis Tomlinson cominciava a capire il perché di tanto interesse. Nessuna delle fotografie che aveva visto gli rendeva giustizia. La bellezza e il fascino che emanava erano talmente potenti da stordire.
Aveva giurato di proteggerlo, e il fatto che Harry potesse in qualche modo fargli abbassare la guardia era impensabile. Per fortuna, Louis era un uomo dalla ferrea disciplina. E, sempre per fortuna — anche se la cosa lo irritava — l'uomo seduto accanto a lui sembrava a malapena rendersi conto della sua esistenza.
Sarebbe stato così anche prima dell'esplosione che lo aveva sfigurato? Quella era una domanda che Louis preferiva non porsi mai.
Harry aveva appena terminato una conversazione telefonica quando il suo cellulare squillò di nuovo. La suoneria — che Louis stava iniziando a odiare — durò solo pochi secondi, prima che la voce del giovane, carica di drammaticità, riempisse l'abitacolo.
«Oh mio Dio, Lindsay, mio padre è impazzito!»
"Non ci crederai mai", preannunciò mentalmente Louis.
«Non ci crederai mai...»
E poi, come da copione, seguì il resto della triste storia. Il piano del padre, il suo rifiuto, il ricatto: niente più carte di credito, niente mantenimento, niente più macchina.
«Sono prigioniero! Riesci a credere che questa sia la mia nuova vita?»
Louis aveva una certa esperienza in fatto di prigionia. Era stata parte integrante del suo viaggio verso l'inferno. Ma non aveva senso cercare di farlo capire a Harry Styles, né era il caso di lasciarsi coinvolgere nella sua vita.
Per Harry, prigionia significava essere trascinato contro la propria volontà in un luogo isolato, dove di certo non si trovava nemmeno un cappuccino decente.
Dal momento che quella era forse la decima volta che Louis sentiva recitare la stessa litania di disperazione dal suo protetto, si concentrò sulla strada. Ma qualcosa lo fece voltare: un dettaglio nella conversazione telefonica.

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UNEXPECTED LOVE » ls
FanfictionLouis Tomlinson, ex militare, dal sangue freddo e dalla capacità di tenere tutto sotto controllo, si ritrova a fare da guardia del corpo all'affascinante "uragano" Harry Styles. L'uomo in questione, sempre in prima pagina sulle riviste scandalistich...