Capitolo.34 La carriera criminale.

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Ciro e Azzurra, rimasero ghiacciati sul posto.
Il ragazzo, si era inginocchiato davanti al suo amico peloso, ignorando completamente le lacrime della sua signora.
Stette ore interminabili, davanti al cane, poi decise di seppellirlo, nel giardino della Villa, mentre per il dolore non proferiva parola, con nessuno, nemmeno con i famigliari, che nel frattempo erano arrivati in Villa.

Azzurra, piangeva disperata, mentre cercava di abbracciare Ciro, che era un cubetto di ghiaccio.

Avevano dormito in stanze separate.
Ciro, non voleva vedere nessuno, nemmeno la sua Lei.

:<<Gli passerà, ovviamente ci teneva troppo a Tony.
Stringimi tesoro.>> disse per la prima volta, dolce Rosa.

Azzurra, si lasciò andare ad un pianto disperato.
La sua vita, faceva schifo.
Non aveva più i suoi genitori, perché lontano da lei.
Sua sorella, Noemi, l'aveva abbandonata, per una cotta effimera, nei confronti di colui che era il suo salvatore e il carnefice insieme: il giovane Boss.
I suoi amici, erano morti a causa sua.
Gennaro, era un traditore e un piccolo essere innocente, come Tony, era volato via.

Il mattino seguente, Ciro, come una furia, si preparò, prese i ferri dal suo baule e impartì ordini a Tano, che come un orologio svizzero era già in Villa.

Il mattino seguente, Ciro, come una furia, si preparò, prese i ferri dal suo baule e impartì ordini a Tano, che come un orologio svizzero era già in Villa

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Azzurra, lo seguiva in ansia.
:<<Ciro, dove vai?>>
:<<Nu so cazz re tuoi.
È sulament colpa tua!
Mo livt da miezz.>> disse entrando nella sua Audi Nera.
:<<Non mi muovo di qui.
Passami sopra, strunz.>> urlò Azzurra, mettendosi davanti all'auto.
:<<Livt da miezz.>> urlò Ciro, adirato.
:<<No.
Sei così lunatico.
Ora non sono degna di prendermi il tuo dolore!>> disse ferita, Azzurra.
Poi aggiunse
:<<Ovunque tu vada, io vengo con te.
Questa storia è tanto tua, quanto mia.>> disse decisa Azzurra.

La ragazza, testarda non si mosse di un millimetro.
Così Ciro, sconfitto, apri la portiera.

Facendola entrare in auto e in un silenzio inquietante, viaggiavano.

:<<Statt ca dint e nu te mover.>> disse severo Ciro.
:<<Dove vai?>> chiese seria Azzurra.
:<<Nu te mover.>> furono le ultime parole di Ciro, prima di uscire dall'auto.

Quando, uscì dall'auto si diresse verso la piazza di spaccio di uno dei D'angelo.
Entrò nella saracinesca e puntò subito la pistola, contro il ragazzino.
:<<A ro cazz sta, chella merda?
Si no accir o cane tuoi.>> urlò freddo Ciro.

Ma uno dei ragazzi, trascinò con forza Azzurra, puntando a sua volta il ferro.

I due, nella zona del nemico, furono legati e sequestrati.

Nella buona e cattiva sorte, letteralmente.

:<<Pecchè chill ta pigliat?
T'agge ritt de aspettà.
Ma tu si na cap e cazz.
Poi sono io, il cattivo!>> la rimproverò Ciro.
:<<Non mi sembra il caso di parlare!
Cosa ci faranno?
Moriremo?>> chiese Azzurra, seria.
:<<Secondo te?
Ci faranno le carezze?
E poi ci metteranno a nanna?>> chiese sarcastico Ciro.
:<<Smettila di trattarmi come se fossi una bambina.
Ho fatto un patto con te.
Mi sono ritrovato nella tua vita.
Non mi tiro indietro!>> disse Azzurra, adirata.
:<<Tu sei una bambina, cazzo.
Accussì nu jamme a nisciun a part.>> disse Ciro, nervoso.

Dopo, arrivò uno degli uomini di D'angelo, con il cellulare in mano, passandolo a Ciro.

-"Ciao, Ciruzzo.
Mi vuoi parlare?
Stai allenando la mia futura moglie?" chiese Gennaro, al cellulare.
-"Nu tin i pall.
Nu me vù veré?" chiese beffardo Ciro.
-"Domani, mo teng a fa.
Ah.
Me dispiace assaje pe Tony."disse Gennaro, provocandolo.

Uno degli uomini di Gennaro, prese il cellulare e chiuse la chiamata.
Dopo, seguendo gli ordini del suo capo, gli slegò.

I ragazzi, andarono via.
In silenzio.
Sembravano già un ricordo lontano, era calata la notte tra loro, il gelo.

:<<Azzurra, non voglio dormire con te.
Dormo sul divano.>> disse freddo Ciro.

Azzurra, aveva un groppo in gola, non riusciva a proferire parola.

:<<Andrai da lui, domani?>> chiese Azzurra, seria.
:<<Sono io il boss, a te, non devo dire nulla.>> disse freddo, Ciro.
:<<Ti odio.>> disse in lacrime Azzurra.
:<<Dormi.>> disse nervoso Ciro.
:<<Non mi dai ordini.
A capit?>> disse Azzurra, chiudendosi in bagno in lacrime.

Ciro, nervoso si passò le mani tra i capelli, se amava davvero Azzurra, doveva iniziare a trattarla di merda, così che lei potesse lasciarlo.

Aveva capito che le stava facendo del male, coinvolgendola nel suo mondo.
Gennaro, era stato chiaro nella telefonata.

"Non mi interessa Azzurra, ma vendicare mio padre.
Riprendermi i suoi territori.
Se devo colpirla, per farti capire chi comanda, lo farò."

Aveva detto il rivale.

Azzurra, tra le lacrime, si era addormentata, seduta a terra, in bagno.

Ciro, la prese a mo di sposa, mentre accarezzava il suo viso, con gli occhi lucidi, posando un bacio in fronte.

:<<Sono nocivo per te.
Ciù ciù.>>

La mattina seguente, Ciro ricevette un messaggio da parte di Gennaro, in cui era annotato, il luogo in cui si sarebbero affrontati.

Azzurra, l'aveva rinchiusa dentro a chiave, per evitare che scappasse.

Ciro, uscì molto presto e Pietro lo seguì.

Arrivarono nel luogo stabilito.

Entrarono, in casa di Gennaro.

:<<Ciruzzo.
Come staje?
Con Azzurra tutto bene?>> chiese beffardo Gennaro.
Poi aggiunse
:<<Ah c'è sta pure Pietro.>>

I fratelli Ricci, avevano la mascella serrata, dalla tensione.

:<<Che vù?
Rimmil chiarament!>> disse Ciro, spazientito.
:<<Giochiamo alla roulette russa.>> disse calmo Gennaro, dandogli una pistola ma Ciro, sapeva benissimo che era scarica, certi giochetti, erano di sua competenza.

Così dalla tasca dei pantaloni, sfilò la sua pistola, in un impeto, sparò un colpo in fronte, a Gennaro.

Uno solo, al centro della fronte.

Un nemico in meno, nella sua lunga carriera criminale.

Un nemico in meno, nella sua lunga carriera criminale

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𝑳𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝑳𝒆𝒊.// 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊. 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝑭𝒖𝒐𝒓𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora