Sguardi

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La tenda della stanza di Java, parzialmente aperta, lasciava penetrare i raggi del sole che ricadevano direttamente sui loro volti. Rifiutando di aprire gli occhi, Jarosława portò il piumone abbastanza in alto da nascondervi la testa, cercando di ignorare il fatto di avere Jackson che l'abbracciava da dietro in modo così intimo da poter sentire il suo respiro sul retro del collo. Rimase immobile, tentando di soffocare la matassa di emozioni che le si annodavano nel petto ma la cosa non ebbe lunga durata; la risata cristallina del ragazzo risuonava contro le sue orecchie come una melodia, ricordandole lo scorrere di un fiume in piena estate. Incantata da un suono così spontaneo, riuscì a malapena a sintonizzare le frasi che le stava dicendo; sapeva solo che la stava prendendo in giro per essere poco mattiniera. In tutta risposta, Java afferrò un cuscino e si coprì la testa, risoluta ad evitare il resto del mondo per almeno un'altra ora.

Jackson, però, non sembrava condividere la sua idea e la voltò verso di lui. Le scostò le coperte dal viso e dopo avergli allontanato quelle poche ciocche che le erano sfuggite dalla treccia, iniziò ad accarezzarle la guancia sfregiata con una tale facilità da farle mancare il respiro.

Mentre il ragazzo faceva scorrere con attenzione le dita sopra la pelle increspata, non curante della portata della sua azione, Jarosława si commosse. Aveva odiato quelle ferite così visibili che la mettevano a disagio, arrivando persino al punto di evitare gli specchi. Ma quel preciso momento, le cure amorevoli del ragazzo erano in grado di farle dimenticare per un singolo istante di essere difettosa.

Jackson la richiamò dolcemente, pregandola di aprire gli occhi. Aveva bisogno di accertarsi fosse tutto ok e che non avesse esagerato. Java mostrò al ragazzo un piccolo sorriso per rassicurarlo e quando finalmente i loro occhi si incontrarono fu come se il tempo fosse rimasto sospeso; come se tutto fosse tornato improvvisamente al posto giusto e non avessero bisogno d'altro per sopravvivere se non loro stessi. Fu allora che Java ebbe la certezza di quello che pensava ormai da settimane: desiderava trascorrere la sua vita con il ragazzo davanti a lei. Poco importava se non sarebbe risultato il suo compagno, l'avrebbe amato comunque.  

Jackson le asciugò le lacrime con i pollici senza staccarle gli occhi di dosso, bisognoso di mantenere quel contatto tanto quanto lei. Bastò un secondo -talmente breve che chiunque avrebbe pensato di averlo immaginato- per darle la speranza di un bacio. Lo sguardo del ragazzo cadde sulle sue labbra e quando stava per colmare la distanza tra loro, Jackson si tirò improvvisamente indietro. Quando distolse lo sguardo, Java si sentì come se un peso fisico fosse stato sollevato dal suo petto e potesse finalmente tornare a respirare. Si chiedeva se Jackson fosse consapevole del potere che esercitava sui suoi sensi. Si domandava se anche lui provasse quelle sensazioni tanto magnifiche quanto terrificanti.

<< Cucinerò qualcosa per entrambi. >> annunciò Jackson, lasciandole un bacio esitante sulla fronte. Lo capiva, si sentiva confuso per quello che era quasi accaduto, spaventato che potessero rovinare quello che già avevano. Ma non gli avrebbe permesso di scappare, non da lei.
Jarosława, gli afferrò la mano, impedendogli di lasciarla e facendogli capire che neanche lei avvertiva l'urgenza di affrontare la situazione. Avrebbero passato una mattinata tranquilla, senza rischiare di contaminarla, e per una volta sembrava che Jackson condividesse il pensiero.

Stretti l'uno all'altra, rimasero a letto fino a quando l'improvviso squillo stridulo del cellulare di Jackson interruppe la quiete della stanza. Seccato per l'interferenza, il ragazzo non si mosse per rispondere, lasciando che la chiamata volgesse al termine. Quando il telefono suonò una seconda volta, Jarosława si lamentò per la perdita mentre Jackson tirava il braccio indietro per afferrare l'oggetto dal comodino, cliccando il tasto di risposta come se l'avesse offeso mortalmente.

<< Lydia. >> si lamentò Jackson, pronto a sgridarla.

<< Tra mezz'ora passerò con le ragazze a prendere Java, dille di tenersi pronta. >> annunciò la ragazza, chiudendogli in faccia senza aspettare per una risposta. Jackson sbuffò rumorosamente mentre spiegava a Jarosława, che ascoltava con occhi sbarrati, il messaggio di Lydia.

I'm the spark that lit your fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora