Capitolo 6

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Sanem

Ricordo ancora il momento preciso quando scoprii che i miei persero la vita in un tragico incidente d'aereo mentre volavano sopra l'oceano per tornare nella loro amata Turchia. Era un martedì pomeriggio e ricordo che a Roma nonostante fossimo nel mese di dicembre faceva abbastanza caldo, per questo mi lasciai ammaliare dagli occhi di Demir che tanto amo, andando a fare compre. Lui adorava di già il natale e voleva vedere gli addobbi nei vari negozi, ma so che in realtà voleva solo un'altro giocatolo.

I miei avevano deciso di passare le feste natalizie a Istanbul e per la prima volta fui davvero contenta che loro avessero preso quella decisione, dato che negli ultimi anni rimasero a Roma per me e per Leyla. Così, avendo più tempo libero decisi di accontentare Demir e ricordo come quel giorno appena mi misi in macchina il mio telefono iniziò a squillare interrottamente finché non risposi, ricevendo la tragica notizia. E la cosa che mi fa più rabbia e che non ho avuto modo di seppellirli come si deve dato che di quel aereo non rimase niente.

<Sanem>

<Mh> mugolo debolmente appena sento il mio nome.

<Cosa ci fai ancora qui, sta piovendo>

<Oh> sussurro piano mentre finalmente alzo lo sguardo dalla tomba che ho fatto fare nella loro memoria, rendendomi conto solo adesso che il cielo è grigio, mentre fredde gocce d'acqua scendono giù, bagnando ogni cosa, compreso il mio viso che fino a prima era rigato dalle lacrime.

<Potevi aspettarmi in albergo Emre ma tu sei tornato. Lo fai sempre> mormoro piano ma quando sposto lo sguardo sulla persona che si trova alle mie spalle resto sorpresa quando incontro un paio d'occhi castani.

<Cosa ci fai qui?> domando balbettando quando realizzo che lui non è Emre.

<Sono passato, insomma, ho portato i fiori> risponde balbettando mentre indica il bouquet di crisantemi colorati, la mamma gli adorava.

<Nessuno ha bisogno dei tuoi fiori> dico in modo duro mentre mi metto all'impiedi.

<Sono qui per loro, non per te>

<Sei in ritardo di due anni Can. Adesso loro non hanno bisogno della tua presenza> sbotto in modo aspro. I miei l'hanno sempre trattano con amore, proprio come se fosse un figlio per loro ma lui neanche alla commemorazione si presentò.

<Mi dispiace>

<A me no sai? Solo così sono riuscita di andare avanti e avere un motivo per odiarti!>

<Odiarmi, e per cosa? Non sono stato io a lasciarti da sola sull'altare. Mentre io ero lì ad aspettarti tu hai pensato benissimo di volare a Roma! Perché mh? Perché lo hai fatto? Io ti amavo!>

<L'amore non si urla, l'amore si dimostra e tu non l'hai fatto. Per te è stato più facile credere a loro che al mio amore e questo ha distrutto ogni cosa>

<Ma di cosa stai parlando Sanem? Loro chi?> domanda decisamente confuso mentre io solo adesso mi rendo contro di aver parlato fin troppo.

<Nessuno in particolare> rispondo facendo spallucce, cercando di mostrarmi indifferente.

<Perché te ne sei andata?> domanda nuovamente mentre fa un passo in avanti, avvicinandosi ancora di più a me.

<Non importa, non più ormai> rispondo con la voce ferma, sicura di me. Ormai niente ha importanza, non qui perlomeno.

<Non mi amavi più?> domanda serio mentre dalla mia bocca esce una risata isterica. Come può pensare una cosa del genere?

<E tu? Non mi amavi più per questo hai trovato rifugio tra le sue braccia Can? Quanto è durato il tuo amore, la tua sofferenza?>

<Io ho cercato un modo per dimenticarti!>

<Rotolandoti nel letto con lei!>

<Lei mi ha dimostrato amore, lei è rimasta, cosa che tu non hai fatto> dice in modo aspro spezzandomi completamente.

<Dopo quanto tempo?> domando nuovamente con la voce tremolante. Non dovrei farlo, eppure ho bisogno di sentirmelo dire solo per cercare di odiarlo almeno un po'.

<È successo per caso> mormora piano abbassando lo sguardo.

<Quando Can?> chiedo per l'ennesima volta. Grazie a Emre sapevo già che lui aveva istaurato una relazione con Polen ma non ha mai voluto dirmi quando tutto ebbi inizio.

<Dopo quattro mesi dal tuo abbandonato> confessa piano nello stesso momento in cui la mia mano colpisce fortemente la sua guancia.

<Quando io, insomma, io...Tu non mi hai mai amata perché se l'avresti fatto avresti capito che c'era qualcosa che non andava! Avresti capito che se me ne sono andata non è stato per il mio volere!> urlo contro di lui più forte che posso. Sono stata l'unica ad amarlo in un modo disumano e mentre io ho sacrificato tutto per lui, lui d'altro canto ha rinunciato a me con la prima occasione.

<Di cosa stai parlando?> domanda sconvolto alzando la testa all'istante.

<Sei arrivato troppo tardi per cercare di chiedere spiegazioni>

<Dimmelo, ti prego. Dopotutto ho il diritto a saperlo!>

<Hai perso ogni diritto quando hai deciso di andare a letto con il, con lei> mi correggo all'istante. Per quanto mi disturba tenermi la verità per me devo farlo. Dopo quello che è successo la prima volta ho capito che parlare porta solo guai ed io non voglio mettere la sua vita in pericolo.

<E tu? Vuoi farmi credere che non ti sei rifatta una vita? Vuoi dirmi che non c'è nessuno nella tua vita?> domanda con la voce tremolante mentre abbassa lo sguardo sulla mia mano, puntando con gli occhi quel anello di cui non mi sono mai separata.

<Non nel modo in cui tu pensi> ammetto sincera mentre sospiro profondamente.

<C'è qualcuno nella tua vita?> domanda a bassa voce mentre finalmente annulla anche la poca distanza che ci separava.

<Qualcuno di importante> confesso sincera mentre al solo pensiero mi sfugge un sorriso. Amo Demir con tutta me stessa ma infondo non potrebbe essere diversamente.

<E quel qualcuno ti fa battere il cuore come succedeva quando c'ero io?> chiedo sussurrando.

<Di più>

<E quando ti bacia? Quando la sua mano sfiora la tua pelle ti fa rabbrividire? Ti fa sussultare il cuore quando fatte...> la mia mano si poggia sulla sua bocca, impedendoli di parlare.

<Sei così ingiusto Can. Io sono scappata ma in cuor mio non ti avevo mai lasciato mentre tu hai pensato benissimo di rifarti la vita, a tradirmi. Una nuova ragazza, una nuova proposta, la convivenza, il matrimonio. Hai costruito nuovamente quello che desideravi senza battere ciglia mentre io ho sperato fino all'ultimo il giorno in cui tu mi avresti cercata ma non l'hai fatto. E adesso non hai alcun diritto di curiosare nella mia vita> sussurro piano con le lacrime agli occhi, allontanandomi l'attimo dopo da lui. Lasciandolo solo proprio come quel giorno.

 Lasciandolo solo proprio come quel giorno

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