Capitolo 2

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Il mattino seguente mi svegliai come sempre in ritardo. Presi le prime cose che trovai e mi vestii velocemente per poi scendere giù.

Appena arrivai in cucina trovai in miei genitori che non mi guardavano nemmeno in faccia

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Appena arrivai in cucina trovai in miei genitori che non mi guardavano nemmeno in faccia.
"Sono io che dovrei essere arrabbiata non voi" dissi acida per poi uscire da casa sbattendo la porta.
Ma che cazzo! Io ero all'oscuro di tutto non loro...
Stranamente oggi il pullman è arrivato puntuale.
Appena arrivai in classe mi andai a sedere al mio posto, ma non riuscivo a capire come la magia fosse reale.
"Signorina Smith!"
"Si?"
"Cosa ho appena detto?"
Cazzo non stavo ascoltando.
"Non lo so"
"Era distratta come sempre, nota!" disse iniziando a scrivere sul registro la nota.
Ma che cazzo, perché sempre io la vita è proprio ingiusta.
La stavo fissando con odio quando sentii qualcuno dire sottovoce "Te lo immagini se la sedia si rompesse addesso ah ah"
Sarebbe troppo figo, iniziai a concentrarmi sulla sedia e immaginavo che si rompesse.
"Scritta" disse alzandosi.
Cazzo lo sapevo, la magia non esiste.
Iniziò di nuovo a spiegare quando ad un certo punto si sedette e proprio in quel preciso momento la vidimo cadare per terra.
Si è rotta la sedia! Non ci credo! Non posso essere stata io?!
Devo tornare in quella libreria per prendere quel libro.
Uscita da scuola andai subito lì.
"Sapevo che saresti tornata" disse dandomi il libro senza che li dicessi niente.
"Come faceva a saperlo?"
"So molte cose come che tu sei una strega"
Ma come cazzo fa?
"Dovresti leggere il libro ti aiuterà a capire diverse cose"
Presi il libro e tornai a casa, appena entrai mi buttai sul letto e iniziai a leggere.
"Veronica è pronto il pranzo"
Scesi giù con il libro in mano e iniziai a mangiare leggendo il libro, quando mi sentii osservata.
Alzai lo sguardo e trovai i miei "genitori" fissarmi.
"Cos'è quel libro?"
"Parla di Hogwarts e di alcuni incantesimi" dissi tranquilla continuando a leggere.
"Vuoi andare via" disse mamma cercando di trattenere le lacrime.
"All'inizio non ci credevo alla magia, ma oggi ho fatto succedere una cosa in classe, e mi sono sentita potente" dissi ripensando a come era caduta quella stronza della professoressa.
Appena finii di mangiare salii di nuovo in camera per continuare a leggere in santa pace quando mi squillò il telefono.
"Si?"
"Alle 7 al solito posto"
"Va bene"
Appoggiai il libro e andai a farmi una doccia calda, stasera ho un compleanno, ma prima di andare vado al bar con Paola, Maria, Marta e Gonaria.
Uscita dalla doccia mi avvolsi un asciugamano e mi misi le cuffie per asciugarmi poi i capelli. Dopo un oretta sono pronta.

"Sto uscendo" "Con quel vestito?" disse papà squadrandomi dalla testa ai piedi

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"Sto uscendo"
"Con quel vestito?" disse papà squadrandomi dalla testa ai piedi.
Annuii e lui disse "Ti lamenti sempre che hai le cosce grosse e ti metti un vestito così"
Strinsi i pugni e feci un respiro profondo, stavo trattenendo le lacrime, mi voltai e uscii di casa.
Appena chiusi la porta dietro di me sentii le lacrime rigare sul mio viso, ogni volta così, per lui non va bene mai niente.
Si ho le cosce grosse, ma le compagne sono tutte in vestito, mi sentirai di più a disagio essere l'unica in jeans.
Non so perché ogni volta deve farmi sentire una merda, lo so che non sono bella e nemmeno magra, ma lui è mio padre non c'è bisogno che mi tratti così male.
Mi asciugai le lacrime e andai nel posto dove mi aspettavano le compagne.
"Su andiamo"
Simpatiche come sempre, non si sono nemmeno rese conto che ho gli occhi rossi, ma forse è meglio così tanto non li avrei mai detto il vero motivo.
Arrivate al bar mi sentivo come al solito osservata con la paura costante che dicano che sono grassa o cose così.
"Ehi"
Mi girai e lo vidi "Ciao Anto"
Antonio è un mio amico, ci vogliamo tanto bene anche se ci urliamo contro di andare a fanculo. È il fratello Maria, lui sa cose che nemmeno lei sa.
"Saluti lei e non me" disse Maria guardandolo.
"A te ti ho visto prima di uscire"
"Anto vai che sennò se iniziate a parlare non la finite più" disse Paola mandandolo via.
Come al solito li da fastidio che io parli con lui o con i suoi compagni, solo perché è più piccolo di me.
Io non le capisco siamo amici, cosa importa l'età se siamo amici, ma non ci sarebbe niente di male anche se fossimo qualcos'altro...
Arrivate al compleanno tutto stava andando bene fin quando non ho iniziato a bere, li sono iniziati i guai.
"Non berne altri lo sai cosa ti succede"
Ecco torna sempre a quella cazzo di sera! La sera che ho bevuto troppo e non riuscivo a reggermi in piedi e mi sono baciata con uno.
"Sto bene" dissi dandoli le spalle.
Dopo un po arrivarono anche le altre e iniziarono a guardarmi con disapprovazione.
Ora basta cazzo! Ma invece di pensare a me perché cazzo non pensano a loro.
Me ne stavo andando dal compleanno quando vidi Antonio arrivare con i compagni.
Veronica non farti rovinare il compleanno da quelle stronze divertiti dai.
"Ehi Anto vieni" dissi prendendoli la mano e tirandolo.
Dopo un po il dj stava mettendo musica oscena così lui disse "Ma perché cazzo non la cambia?"
Pensai alla canzone che volevo e ad un tratto partì quella canzone.
"Questa si che è bella! È anche la tua preferita"
"Già"
Sono stata io, ho pensato alla canzone e sono riuscita a cambiarla.
Chissà quante cose potrei fare se studiassi in quella scuola.

Doppia Vita//Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora