TW: Storia repost, per darle
la giusta collocazione.
Sesso esplicito11 Maggio 1660, Palazzo Barbarigo, Venezia
<<Allora... Dov'è che eravamo rimasti?>>.
La domanda era semplice, chiara e diretta e prevedeva una risposta semplicissima in circostanze normali.
In quelle in cui si trovavano, invece, assumeva quel giusto tocco di retorico che era sufficiente a farlo impazzire, perché erano passate solo pochissime ore da quando la ragione per la quale veniva posta era passata e lui doveva ancora metabolizzare bene la catena degli eventi.
Un attimo prima Manuel stava lottando per occultare il fatto che stesse sbadigliando mentre assisteva alla cena dei due nobili, rabbrividendo al solo pensiero di quanto tempo avrebbe dovuto stare in piedi mentre i due Barbarigo-Balestra pasteggiavano, quello dopo aveva visto Simone alzarsi e congedarsi, dicendo che non aveva troppa fame e che si sarebbe ritirato nelle proprie stanze a riposare. E sarebbe stato tutto alquanto normale, non era la prima volta che Simone accelerava sui pasti per poter avere qualche istante in più con lui, per rubare alla clessidra qualche granello in più di felicità, se non fosse stato che poi, una volta che erano tornati al secondo piano e lui gli aveva aperto la porta come sempre affinché potesse entrare per primo, le cose avevano assunto tutt'altra inattesa piega.
Simone, infatti, lo aveva squadrato dall'alto in basso, come se stesse cercando un qualche cosa che lui non capiva, dopodiché lo aveva letterlamente strappato da terra con una delicatezza indescrivibile e, portandoselo in braccio, aveva varcato la soglia della stanza per richiudersi la porta alle spalle con un calcio, trasportandolo come uno scrigno prezioso sino alla parete dalla quale si erano staccati solo pochi giri di orologio prima. Lo aveva depositato a terra, con grazia, facendolo aderire, di nuovo e completamente, alla pietra dopodiché aveva posato la mano completamente aperta sulla parete di fianco al suo orecchio destro con un gesto imperioso, producendo uno schiocco secco di carne su pietra, riprendendo le redini del suo sguardo nel proprio e riducendo allo zero la distanza che c'era fra loro.
Soffi caldi, lievemente speziati di vino e di cannella ne intercettarono altri, ancora più profondi, intrecciandosi fra di loro come tralci di rose pronti a colorarsi quando fosse giunta la primavera. E la primavera, la sua primavera almeno, erano Simone e le sue labbra morbide e fresche allo stesso tempo, su questo non aveva dubbi. Il nobile corvino che aveva di fronte gli aveva detto che lui era il sole che come un girasole seguiva nel suo percorso fino al calare della sera, quando chinava il capo nell'attesa del suo ritorno. Quel che non aveva capito era che la cosa era reciproca, perché era proprio per quel girasole che testardamente lo seguiva nel suo percorso che lui ardeva, profondendo ogni sua forza e potenza perché potesse esistere e tingere il mondo dei suoi colori più belli, che agli altri fiori lui aveva già dato tanto, troppo, per desiderare di darne ancora.
"Dove eravamo rimasti?". Una domanda semplice la cui risposta sarebbe stata "Al principio della fine e alla fine dell'inizio" secondo la sua personale versione che però, in quel momento, era del tutto offuscata da ciò che vedeva, dagli occhi che lo fissavano al di sopra del naso dove quel neo sbarazzino faceva capolino, dalla bocca semi aperta che ansimava secondo il movimento del torace che si gonfiava e si sgonfiava affaticato dallo sforzo, tutt'altro che lieve, di portarlo in braccio fin lì e dal ritmo ben scandito del cuore nelle sue orecchie, quel palpitare di vita che suonava in sincronia con quello del compagno di fronte quasi a voler insegnare a Dio cosa significasse la parola "armonia".
<<Credo... Credo di ricordare che eravamo rimasti a questo>> rispose infine, facendo scivolare nuovamente la mano nella cravatta verde che l'altro portava legata al collo per trarlo verso di lui e scontrarsi di nuovo con le labbra e con i denti, tirandoselo addosso per sentire la sua presenza su di lui e lasciarsi soffocare dal suo peso in quella che era la tortura più dolce del mondo.
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Chronicals
FanficSemplicemente una raccolta interattiva di missing moments della long (molto long in effetti) Chronos. Potrebbe contenere spoiler della storia originale