CAPITOLO 3

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Si era fatto buio. Quel giorno avevo sgobbato per sistemare le ultime cose della suite. Non avevo nemmeno fatto pausa.

Ero nella Hall dell'hotel,dovevo attendere l'arrivo dei nostri clienti più importanti. Avevano prenotato la stanza più bella, quanto avrei voluto essere ricca in quel momento. Era una camera matrimoniale quindi intuii che dovesse arrivare una coppia, magari di sposini? Di fidanzatini?

L'unica cosa che sapevo è che erano delle persone famose...
Aspetta.
In quel momento riordinai tutti i pezzi del puzzle nella mia testa.
Oh no...

P: Buenos días, ¿Qué haces aquí? [Cosa ci fai qui?]

Sotto gli occhiali da sole il sorriso beffardo di Pablo.

Capii subito cosa aveva chiesto e lui sapeva già la risposta.

La mattina mi arrivò un ordine dal mio capo, ero esplicitamente stata richiesta dai i due clienti importanti che aspettavamo come cameriera privata, solo io mi sarei dovuta occupare di loro e nessun altro.
Ero così emozionata, ma in quel momento non capii il perché della scelta.

Quando lo vidi mi fu tutto chiaro, era opera sua.

P: Questi credo siano tuoi. NAME, Ese es tu nombre, ¿verdad?    [Questo è il tuo nome, giusto?]

Mi restituì dei documenti che sicuramente avevo lasciato in spiaggia. Il cartellino dell'Hotel.

< Grazie. Non dovevi.

Risposi con un sorriso finto, ero molto irritata in quel momento.

P: de nada.

Mi fece l'occhiolino.

P: Beh, mi accompagni alla mia stanza?

Ridacchiò leggermente.

Gli indicai la strada, lui fece cadere la sua valigia ai miei piedi e iniziò a salire le scale.

Iniziai a prendere la sua valigia e  iniziai a fare i primi scalini. Cazzo. Quanto era pesante? Ci ha messo dei mattoni dentro?!

P: Beh? Ce la fai a salire? Vamos-

<Che ci hai messo qua dentro? Delle pietre? Mattoni?Perché è così pesante?!

Vidi lui che mentre mi guardava da un po' stando fermo appoggiato al corrimano, che rideva mentre io mi stavo letteralmente spaccando la schiena.

Pablo tornò in dietro prendendomi la valigia dalle mani e sollevandola come se fosse una piuma.

P: È così pesante perché dentro ci sono tutti i trofei che ho vinto,sai,sono un campione.

Disse ridendo e continuando a camminare e salire verso la sua stanza.

Sbuffai e lo seguii mostrandogli la stanza.
Arrivati alla suite iniziai a spiegare dove avevo messo gli asciugamani puliti, come funzionava il bagno e tutto il resto.

<Beh qui con te ho finito....Se hai bisogno puoi chiamarmi tramite quel pulsante.

Tramite quello dovevo arrivare in tempo record o il capo mi avrebbe strigliato.

Vidi Pablo avvicinarsi  a me. Pericolosamente a me.

P: ¿Ahora me haces compañía? Esta noche te quedas. Hay dos asientos en la cama, y estamos solos.

[Ora mi fai compagnia? Stanotte rimani. Ci sono due posti nel letto, e siamo soli.]

< Non ablo spagnol .... o come cavolo si dice. Non ti capisco. Sappi che se mi stai insultando te la farò pagare!!

Mi allontanai velocemente.
La camera era per due giusto? Dove sta quella stronzetta?
Pensai. Io sapevo dovessero venire in due qui.
Bah non sono affari miei.

P: Ho detto che sono stanco, poi oggi non è stata una bella giornata per me. Averti qui è ancora peggio. Perciò non chiamarmi per la cena. Buonanotte!

Mi sorrise e mi spinse fuori dalla stanza ridacchiando quasi nervosamente e chiuse la porta dietro se.

Rimasi confusa fuori dalla sua stanza davanti alla porta. Okkay come vuoi?! Non sembrava aver detto quello, qualcosa la capivo di spagnolo.
Aveva detto che non gli piaceva la mia compagnia, dovevo stare calma visto che eravamo da soli-

Come se io fossi agitata nel vederlo. Pfff.

Andai a sistemare le ultime cose prima di andare via, non avevo il turno di notte quel giorno.

𝑵𝑶𝑵 𝑷𝑨𝑹𝑳𝑶 𝑺𝑷𝑨𝑮𝑵𝑶𝑳𝑶!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora