Puttana

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Puttana 

E' notte.

La casa é silenziosa.

Osservi il liquido ambrato nel bicchiere di vetro.

I giochi di luce che crea con la fiamma tremolante della candela sono quasi ammalianti.

Ti perdi in quel tripudio di colori caldi che in nessun modo riescono a scaldare il tuo animo.

Ti senti arido dentro.

Illuso. Umiliato. Usato.

Puttana.

Afferri il bicchiere deciso. Ingurgiti il in un sorso solo.

Ormai non senti più il bruciore scendere lungo la gola per poi esplodere nello stomaco.

L'unica cosa che senti é la rabbia, che come un tarlo ti rode l'animo e corrompe il tuo cuore rendendoti folle.

Disperatamente folle.

Ma, questa volta, la colpa non è tua.

La responsabilità è solo di quella donna.

Lei che ti ha usato. Ti ha imbrogliato facendoti credere in un amore fasullo.

Lei.

Puttana.

Allunghi l'altro braccio e afferri la bottiglia ormai quasi vuota.

Ti versi un altro bicchiere e lo mandi giù veloce.

Non ti sei mai sentito tanto lucido come in questo momento.

Finalmente tutto ha un senso.

Ogni singolo tassello del puzzle va al suo posto, componendo il quadro di bugie che lei ha dipinto in questi quattro anni.

Sotto gli effetti dell'alcool sei riuscito a vedere quello che é realmente.

Quello che ha fatto.

Quello che ti ha fatto patire.

Puttana.

Il tuo sguardo velato dal liquore e dalla furia si sofferma sulla prima pagina del giornale che ti hanno consegnato questa mattina in ufficio.

Solo quando hai visto quella pagina hai capito.

A distanza di quattro anni.

Eppure era evidente.

Ma eri accecato dall'amore. Quell'amore che credevi unico. Indistruttibile.

Quell'amore che, eri certo, anche lei provasse.

Invece era solo una menzogna. L'ennesima bugia nella tua misera e patetica vita.

Un altro tassello del puzzle.

Puttana.

Lasci perdere il bicchiere e bevi direttamente dalla bottiglia.

Una goccia di rovente scende lungo la gola.

La appoggi pesantemente al tavolo e ti pulisci le labbra con il dorso della mano.

Osservi ancora la foto.

Osservi quegl'occhi.

Gli stessi occhi che ti eri ritrovato più volte a fissare cercando una somiglianza. Qualcosa che potesse placare il dubbio, che silenzioso, aveva sempre fatto capolino tra i tuoi pensieri.

Avevi fatto tacere quella voce.

Avevi fatto di tutto per non crederci.

Ma ora non puoi più fingere di non sentirla.

Il mangiamorte e la puttanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora