Ci penserai domani

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Ci penserai domani

La notte sorge pigra e piena di amarezza.

Come tutte le notti della tua inutile, falsa vita.

Non vivi.

Sopravvivi.

O, almeno, ci provi.

Giorno dopo giorno.

Riempiendo le tue giornate con impegni futili, alcuni più importanti di altri, ma che non lasciano nulla in te. Non riempiono quel vuoto che hai nell'anima.

Quel vuoto che in questi ultimi quattro anni è diventata una voragine. Un buco nero che assorbe ogni energia dal tuo corpo, che si porta via tutto.

Nessuna gioia. Nessun sorriso. Nessuna vita degna di essere vissuta.

Sopravvivi e non sai ancora come di preciso.

Non sai neppure perché.

Porre fine alla tua vita sarebbe facile. Pochi gesti. Qualche lampo di luce. Una boccetta di veleno ingoiata alla velocità di un boccino d'oro e... fine.

Basta buio dell'anima. Basta freddo di un'esistenza vuota e priva di scopo.

Basta tutto.

Sarebbe semplice

Ma sei un vigliacco.

Lo sei da quando l'hai lasciata andare. Da quando non ti sei sentito degno di amarla come meritava.

Ci penserai domani.

E' una frase ormai impressa nella tua mente.

Te lo ripeti ogni sera quando trovi il coraggio di guardati allo specchio.

Quando ti lavi la giornata dalla faccia e vedi le occhiaie scure. Le rughe. Gli occhi vuoti ed inespressivi.

Sei vuoto dentro. Arido. Gelido.

Hai abbandonato tutto.

Hogwarts è solo un castello nella tua memoria.

Non hai mai voluto tornarci.

Minerva ti ha cercato per un po'. Ti ha quasi supplicato di tornare, di ripensare a quello che stavi perdendo.

Una casa.

Una famiglia.

Ma quella vecchia casa di torri e corridoi non è mai stato un luogo veramente felice. Ogni sasso è impregnato di ricordi dolorosi che non vuoi rivivere.

E quella famiglia di cui parla Minerva non ha perso l'occasione voltandoti le spalle in quell'unico anno in cui sei stato Preside. Etichettato semplicemente come assassino senza che nessuno cercasse di andare oltre le apparenze.

Era quello lo scopo di ogni tua azione, in fin dei conti. Farti odiare. Essere detestabile. Qualcuno che nessuno avrebbe pianto. Una tomba anonima in un cimitero silenzioso.

E, nonostante tutto, nonostante tu sapessi a cosa andavi incontro dopo l'omicidio di Albus, hai sempre sperato che qualcuno cercasse di vedere dietro la maschera che ti eri imposto di indossare.

Nessuno ci ha provato.

Nessuno a tentato di capirti.

No, ti sbagli. Qualcuno c'è stato e tu, stupido mago codardo, l'hai cacciata via.

Hai eliminato la sua luce per precipitare in quella densa ombra che alcuni chiamano vita.

Ti passi una mano sul volto spigoloso.

Il mangiamorte e la puttanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora