Capitolo 3

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Ayra era distrutta, non riusciva a credere che Ogard non fosse più suo fratello, ma fosse solo uno degli sporchi umani e che avrebbe vissuto tutta la sua vita senza la beatitudine della Scintilla, senza sentire la forza scorrere nelle vene e diffondersi nel corpo come fuoco. Senza sentire le menti degli altri fondersi nella propria nella Caccia e sentirsi parte di un unico essere.

Quello per cui Ogard aveva lottato non esisteva più. Lui sarebbe stato cacciato nella Cerchia degli umani, dove non avrebbe mai potuto fare una vita diversa da servire la Casata del Fuocobianco.

I Sacerdoti intanto riportavano Ogard a casa.

Sua madre, 'Hanat, vide il corpo esanime di suo figlio disteso su una barella, si accasciò su una delle immense poltrone del soggiorno, perdendo per un istante la propria compostezza. Non era stato vedere una persona quasi morta a farla sentire così, ma la vista raccapricciante del simbolo sulla fronte. Era il Marchio Nero della Dea Idukhal, che segnava così solo i suoi seguaci più fedeli.

Nulla avrebbe potuto impedire ad Ayra di entrare e vedere il suo fratellino.

Aveva creduto fino a quel momento che Ogard fosse solo uno dei tanti Vuoti di quei tempi, e il destino l'aveva derisa togliendole anche l'ultimo brandello di speranza.

Il sacerdote guardava le due donne freddamente:

- 'Hanat, lei aveva ragione. Il Marchio di Ogard aveva bisogno di più tempo per svilupparsi.-

i suoi occhi, simili a quelli di un serpente sembravano deriderle.

-Idukhal lo ha voluto tra le sue fila e lui si è arreso. Non c'è posto per Ogard tra il Popolo di Sirrion.-

'Hanat cercò di prendere tempo:- E dove lo manderete? Nella Cerchia bassa? O con i Vuoti?-

-Verrà mandato a Zartas. Lì potrà combattere e servire Sirrion senza che la Dea Oscura riesca a usarlo-

-Ma morirà! È solo un bambino!-

-Questa conversazione non sta portando da nessuna parte. Proprio perché è un bambino e può essere raddrizzato non lo faremo decapitare-

Ayra si alzò di scatto, con gli occhi che diventarono di ghiaccio azzurro, pieni di furia fredda:

-Bene. Così non vi sporcherete le mani, ma morirà lo stesso se lo farete combattere nell'Arena!

-Sta zitta, svergognata. Non è a quelle come te che spetta rivolgersi ai Risveglianti. Il tuo peccato è ancora recente.-

Lei lo fulminò con lo sguardo, pronta a rispondere a tono, ma a un cenno della madre se ne andò dalla stanza sbattendo la porta.

-Risvegliante, non sei più gradito in questa casa-

-Bada, Fuocobianco, la tua Casata è in rovina. Ora l'ultimo tuo erede ti è precluso. Fra duecento anni i Risveglianti si prenderanno la tua dimora e il tuo tesoro, e il tuo Nome affonderà nelle sabbie del tempo-

-Vedremo, Risvegliante. Ora prendi i tuoi sporchi fanatici e vattene da casa mia.-

-Non sarai così spavalda quando il tuo prezioso figlio ti verrà riportato con la testa maciullata-

-E da dove viene tutta questa animosità, Risvegliante? Forse da quando ti ho rifiutato al nostro quarantesimo compleanno?

-'Hanat...

-Ora mi hai tolto tutto Katawi. Cosa mi impedisce di staccarti la testa e bruciare il tuo cadavere?-

Il sacerdote la guardava, cominciando a sudare: -Suvvia 'Hanat! Non cominciare a fare minacce che non puoi mantenere!- Però si agitava, a disagio, smentendo le sue stesse parole. Si alzò e, con un inchino beffardo, uscì dalla stanza.

Ayra stava sola sul campo d'addestramento, con la spada in mano.

Guardava fisso davanti a sé estraniandosi dal mondo. Eseguiva i kata con una precisione impareggiabile, sempre più veloce e rabbiosa fino a che la katana diventò quasi invisibile, mentre lei saltava, parava e colpiva demoni immaginari resi visibili dalla Scintilla.

Sua madre la guardava senza espressione dalla finestra. Per una persona normale era già difficile tenere costante una sola illusione con l'abilità di una recluta inesperta. Ayra ne aveva sotto controllo cinque che sembravano mastri spadaccini. Lei aveva insegnato ad Ayra tutti i misteri della Scintilla, insieme all'arte della politica e della manipolazione, e lei aveva annuito, aveva imparato tutto ed era tornata alla sua spada.

Prima del ventesimo anno di Ayra c'era stato un enorme scandalo che 'Hanat aveva coperto come poteva, ma questo aveva precluso ad Ayra la possibilità di entrare nel Consiglio del Clan. E oramai nemmeno Ogard poteva più succederle.

Sempre più corrucciata la donna attraversò velocemente la stanza e prese dal cassetto della scrivania una piccola lastra di ossidiana, con intarsi di pietra verde-azzurra. 'Hanat scrisse velocemente una lettera in alfabeto runico e la bruciò sopra di essa che si accese di una luce violacea.

Con un sospiro tornò a guardare Ayra. Sembrava che danzasse e altri cinque ballerini-fantasma ballassero con lei. La donna prese il bastone bianco simbolo della sua carica, chiuse gli occhi, e cominciò a eseguire i kata insieme alla figlia, in perfetta sincronia, lasciando che le preoccupazioni fluissero via da lei.

Ad un tratto 'Hanat aprì gli occhi e si avvicinò alla finestra. Ayra continuava a danzare, inconsapevole del mondo esterno. La sua pelle si agitava, un guizzare di muscoli, che assomigliava stranamente a delle fiamme. Proprio in quel momento diventarono fiamme, che lambivano tutto il suo corpo, spargendo energia e luce in tutta la Cittadella. La gente si affacciava dalle finestre vicine, incuriosita, per poi sgranare gli occhi alla vista della nuova Erede Fuocobianco. Ormai era deciso.

Ayra era stata proclamata Prediletta di Sirrion: il Guardiano dei Guardiani.

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