Hemmings

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CAPITOLO 1

Mi alzai dal letto più veloce che potei. Come al solito ero in ritardo.

Corsi in bagno e mi lavai la faccia e i denti più veloce della luce. Presi dall'armadio i soliti jeans di pelle e il solito maglione bordeaux rigorosamente di H&M, infilai le Vans nere, disegnai una veloce linea di eye-liner sugli occhi e poi corsi al piano inferiore con la cartella sulle spalle.

Afferrai velocemente la giacca di pelle nera sull'appendiabiti e mi fermai sullo specchio all'entrata per sistemare i capelli ricci arruffati.

Mentre stavo per aprire la porta di casa mi ricordai del mio fratellastro. Corsi al piano di sopra nuovamente e mi diressi verso la sua camera. Bussai ma non rispose, perciò decisi di aprire la porta. Pessima idea.

"Michael!" gli urlai coprendomi gli occhi "Anche di prima mattina? Spero tu stia scherzando!"

"Ogni momento è buono per una sega sorellina" sentii la coperta muoversi ma continuai a tenere gli occhi coperti.

"Muoviti o arriviamo tardi" corsi fuori inorridita e lo sentii ridere di me.

Michael era il mio fratellastro, mia madre e suo padre si erano sposati da due anni, ma vivevamo insieme ormai da sei. Michael era davvero come un fratello per me. Tutti ci chiamavano gli inseparabili, e in fondo era vero; anche se odiavo quando mi chiamava sorellina sapevo che solo il sangue ci era contro.

Accesi il cellulare e vidi subito i mille messaggi dolci di Jake. Non mi andava di rispondere.

Sentii dei passi che rimbombavano nelle scale e urlai un finalmente al ragazzo colorato. Mi fece il dito medio senza una ragione precisa e prese anche lui la giacca di pelle e poi quasi mi buttò fuori di casa.

Lo guardai un attimo. Aveva indosso i soliti jeans neri strappati sulle ginocchia, i soliti scarponi neri, una camicia a quadri rossa e bianca (la mia preferita) e una moltitudine di braccialetti, proprio come me.

"Mi piace il blu elettrico su di te" affermai riferendomi alla sua nuova tinta colorata. Continuai a camminare al suo fianco osservando l'asfalto bagnato.

 "C'è qualcosa che non sta bene su di me?" sogghignò.

"La modestia" gli diedi una spallata.

Presi fuori dalla cartella rossa le cuffie e ne misi una nell'orecchio, mentre l'latra la porsi a Michael. Misi i Nirvana senza pensarci due volte. Io e lui andavamo molto d'accordo in fatto di musica.

Michael prese fuori gli occhiali da sole neri e li mise, per colpa del sole particolarmente accecante, e io feci lo stesso.

Mentre camminavamo il cellulare vibrò nella mia mano, bloccando la voce di Kurt Cobain nelle mie orecchie, con qualche protesta da parte del ragazzo.

"Pronto?" dissi alla mia migliore amica.

"Dove cazzo sei?" la sua solita finezza.

"Sto arrivando, la sveglia non ha suonato" guardai Michael male.

"Michael?" indovinò lei.

"Come al solito" risi e poi la salutai.

Arrivati a scuola non staccammo le cuffie, ma continuammo a camminare parallelamente. Il grande giardino della London High School era pieno di ragazzi intenti a studiare, altri a fare colazione e altri ancora a sbaciucchiarsi. Molti avevano le cuffie ed erano da soli, altri erano in gruppi numerosi.

"Ecco i fratelli inseparabili" rise Adele quando ci vide. La abbracciai velocemente e poi andai da Jake, mentre riponevo le cuffie nella cartella.

Lo baciai, una, due volte e poi mi misi seduta su una delle panchine di legno, con le sue mani sulle mie spalle.

Good Girl || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora