Colori desaturati.
–Sei ancora qui?
Ciliegia. Minho alzò la testa in direzione della voce che l'aveva chiamato, strappando dalla sua stessa bocca il lecca lecca che aveva iniziato a mangiare poco prima.
Gli ci volle un attimo per riconoscerlo, ma quando gli fu chiaro che il ragazzo dai capelli scuri che si stava sedendo vicino a lui era Jisung, Han Jisung, il suo cervello non fece altro che riempirsi di ulteriori domande. –Cos'è, mi stavi seguendo per caso?
Jisung gli sorrise, alzando il mento in direzione del suo lecca lecca. –Posso?
Non solo era comparso dal nulla dopo qualcosa tipo un anno e mezzo dalla loro ultima conversazione, ma voleva addirittura mangiare il suo lecca lecca. Il suo ultimo lecca lecca alla ciliegia.
A Minho non era mai piaciuta così tanto la ciliegia.
Scrollò le spalle, porgendolo all'altro ragazzo. –Che ti è successo?
Jisung non esitò un singolo istante prima di rubargli il lecca lecca, infilando una mano nella tasca della sua giacca di pelle e tirandone fuori una tavoletta di cioccolato. Beh, metà di una tavoletta di cioccolato.
La porse a Minho, il suo solito sorrisetto ancora impresso sul suo viso. Minho non si fidava minimamente di lui, ma afferrò la tavoletta e si accorse del fatto che quella era cioccolata alla menta.
–Te lo ricordi ancora?– mormorò, srotolando la confezione già aperta e prendendo un morso direttamente dalla tavoletta, invece che spezzarla.
Jisung rimase in silenzio per un po', forse troppo distratto dal lecca lecca di Minho per rispondere. Quando tirò il bastoncino fuori dalla sua bocca, la caramella era sparita, ridotta in frantumi sotto ai suoi denti. Minho gli aveva detto centinaia di volte di non farlo, ma Jisung non era mai stato il tipo da avere pazienza.
Forse aveva solo fretta di rispondergli.
–Mi ricordo di tutto.
Non era esattamente la frase che Minho si aspettava di sentire, ma la lasciò volare via con il vento gelido di inizio novembre, prima di potersi perdere nei meandri delle ragioni per cui una cosa o un'altra accadeva.
Certe cose non sembravano avere una ragione. Certe cose non avevano un senso, in generale. Forse nulla lo aveva.
–Sono passato di qua prima, tipo due ore fa?– Jisung gli spiegò finalmente. –Stavo andando a casa di Felix, e ti ho visto seduto sul marciapiede.
Minho lasciò un ultimo morso di cioccolato a sciogliersi sulla sua lingua, chiudendo la confezione e porgendola all'altro ragazzo. Quest'ultimo scosse la testa, mormorando qualcosa riguardo a un regalo che Minho voleva a malapena accettare. –Felix? Siete ancora amici?
Jisung si lasciò ricadere indietro, palmi delle mani contro il marciapiede sporco per sorreggersi sulle sue braccia. Minho ricordava quando Jisung andava in palestra con Chan e Changbin l'estate in cui si erano conosciuti, ricordava i suoi tank top e le sue braccia spoglie. Ora erano coperte da almeno un paio di strati di tessuto.
–Voi no?
Minho fece una smorfia, rabbrividendo quando un'altra ventata colpì il suo viso.
Jisung non aspettò la sua risposta, scattando in piedi e porgendogli una mano per aiutarlo a fare lo stesso. –Hai intenzione di rimanere a soffrire il freddo qui per sempre?– chiese. –Andiamo a casa.
–Non aspettarti che io prenda la tua mano dopo che l'hai poggiata sul marciapiede.– borbottò Minho.
Le sue mani erano ghiacciate e il suo naso probabilmente rosso come non mai, e non credeva avrebbe avuto un'altra opzione.
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anche se nulla ha un senso | minsung
Fanfiction"Mi dispiace." mormorò, ormai quasi incapace di pensare. "Mhm?" la mano di Jisung si fermò per un istante prima di tornare a pettinare i suoi capelli. "Di essermene andato così." spiegò Minho. Odiava il modo in cui il tono dolce della sua voce gli f...