Solita differenza.
Il sole colpiva in pieno le guance di Minho, dando loro un colore più saturato, più vivo, più intenso. Era comunque piuttosto tenue, ma gli donava un altro strato di vitalità.
–Hey.– lo salutò Jisung, saltellando verso di lui e dimenticandosi del tutto dello zaino sulle sue spalle. Minho tendeva ad avere quell'effetto su di lui.
–Fuori dal tuo inferno personale?– commentò Minho, sorridendogli.
Jisung passò una mano sul suo braccio coperto dalla sua giacca, alzò una mano per sistemare il suo cappellino in testa. –Fosse solo il mio personale. Alla gente piace andare all'uni?
Non che gli mancasse così tanto ormai, per finire il suo corso. E una volta fuori, credeva che avrebbe trovato in un qualche modo un posto da occupare nel mondo.
Jisung aveva fatto passi avanti con quel casino interiore che aveva iniziato a dover processare ormai mesi prima. Supponeva dovesse ancora tagliare del tutto dei legami che aveva lasciato lì a metà, ma si sentiva molto più sereno di prima.
E una parte di ciò, era dovuta a Minho.
Minho che prese la sua mano, lì mentre stavano passeggiando per una strada nel bel mezzo della città. Dire che Jisung si sentiva fiero di lui era un eufemismo.
–Non tutto può andare perfettamente, no?– commentò Minho, facendo subito dopo una connessione con uno dei suoi colleghi a lavoro e perdendosi nella narrazione di quello che era successo la giornata precedente.
La sua espressione era a dir poco infastidita, con quelle sopracciglia premute sui suoi occhi furiosi, ma Jisung non poteva fare a meno di guardarlo come se Minho gli stesse parlando dei suoi piani per spostarlo.
Non che Jisung volesse sposare Minho. O almeno, non ancora.
Erano passate all'incirca tre settimane da quando si erano incontrati di nuovo, e la loro relazione era riuscita a crescere lentamente tra le volte in cui si incontravano durante la settimana e quelle in cui dovevano rimanere separati. Stare da solo non aveva mai reso meno forte ciò che Jisung provava per Minho, piuttosto il contrario.
Anche se la loro relazione era appena all'inizio e l'unica cosa che voleva fare era passare ventiquattr'ore su ventiquattro con il suo ragazzo. Il mondo reale li separava, in ogni modo.
–Dove vuoi andare?– gli chiese.
Finì per scoprire che Minho aveva già pianificato una marea di cose da fare insieme, trascinando Jisung di qua e di là per tutto il pomeriggio finché i suoi piedi non cominciarono a far male.
Jisung sperava che anche le giornate di Minho avessero iniziato a colorarsi come le sue, da quando si erano incontrati nuovamente. Che quel sorriso fosse reale, come la sua risata, e l'energia impetuosa che spingeva Jisung forse anche più in là di quanto lui stesso di sarebbe spinto da solo.
Sapeva che Minho non era il tipo da rimanere fermo a far nulla troppo a lungo, comunque. Forse era per quello che non lasciava che nulla lo bloccasse. E sentirsi bloccato doveva essere la cosa più difficile del mondo da superare.
–Vuoi venire a casa mia? I miei sono fuori città di nuovo.– propose, ricordando appena l'ultima volta in cui Minho era stato a casa sua siccome solitamente era Jisung ad essere invitato a casa del suo ragazzo. Forse perché si sentiva solo, a vivere per conto suo, forse per nessun'altra ragione ma il fatto che gli piacesse avere Jisung a casa sua.
Minho annuì, sbadigliando. –I tuoi sono fuori città un po' troppo.
Jisung scrollò le spalle. –Il solito.
![](https://img.wattpad.com/cover/329619950-288-k444147.jpg)
STAI LEGGENDO
anche se nulla ha un senso | minsung
Fanfic"Mi dispiace." mormorò, ormai quasi incapace di pensare. "Mhm?" la mano di Jisung si fermò per un istante prima di tornare a pettinare i suoi capelli. "Di essermene andato così." spiegò Minho. Odiava il modo in cui il tono dolce della sua voce gli f...