Seven.

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Entro in classe circa 10 minuti prima dell'inizio della lezione, ed è ovviamente vuota.

Non sono mai arrivata così presto ad una lezione al liceo, ero sempre, perennemente in ritardo.

Ho pensato che però fosse giusto arrivare in orario, almeno alla prima lezione del primo giorno del mio primo anno di università.

Mi siedo sulla sinistra della classe, accanto alla finestra, prendo il Grande Gatsby che non sono riuscita a finire ieri e aspetto l'inizio della lezione.

Dopo poco entra il professore di Filosofia del Diritto, è più giovane di quanto mi aspettassi, avrà più o meno 55 anni, è abbastanza alto e ben vestito.
Il tipico professore che ti aspetteresti di trovare in un'università del genere.
Si presenta, il suo nome è Simon Van Der Vaaleden.

Ci dice che è ovviamente di origine olandese e proprio mentre stava per illustrarci le sue esperienze lavorative, o meglio autocompiacersi per tutti gli illustri traguardi che avrà sicuramente raggiunto durante la sua carriera accademica, bussano alla porta, entra un ragazzo, si scusa per il ritardo con il professore, che lo invita a sedersi e ad ascoltare il resto della lezione.

La voce, la sua voce mi ricorda qualcosa, e si mentre si avvicina al banco dove sono seduta io, che credo sia l'unico libero, lo riconosco, è il ragazzo di Jennifer, quella contro cui mi sono accidentalmente scontrata l'altro giorno al supermercato.
Dan, si, così mi sembra di ricordare si chiami.

Si siede, e io cerco di non guardare nella sua direzione, per evitare che mi riconosca.
Sono scappata di corsa dal supermercato, penserà di sicuro che sono una pazza.

Continuo ad ascoltare l'autocelebrazione del professore e l'esposizione del percorso che seguiremo.

Alla fine della lezione ci lascia dieci minuti per discutere tra noi.

Riprendo il libro e ricomincio a leggere da dove avevo lasciato prima.

"Io sono Dan, ma tu dovresti già saperlo, giusto?"

Ecco, lo sapevo.

"Si, ciao. Io sono Adele, scusami ancora per l'altro giorno ero davvero di corsa."
Dico cercando di sembrare io più credibile possibile.

"Sisi chiaro, lo avevo immaginato. Non credevo facessi Legge, ti facevo più una da specializzazione in Inglese." Mi dice.

"No, faccio Legge, nemmeno io avrei mai pensato che tu facessi Legge."

Lo penso sul serio, quando l'ho visto mi ha subito dato l'impressione di un cantante di una band rock, non credevo frequentasse l'università, e per di più Legge.

Non avrei mai pensato di poterlo trovare qua.

"Me lo dicono in molti." Disse ridendo.

"Sei al primo anno, giusto?" Aggiunse dopo.

"Si, primo anno. Tu anche?"

"No terzo, Jen è al primo."

"In cosa si specializza lei?"

"Arte moderna." Mi risponde.

Lo avevo immaginato. "Molto interessante." Dico.

"Sicuro."

"Si." Sono leggermente in imbarazzo.

"Ti andrebbe di venire con me al bar." Si, ora sono molto in imbarazzo. "Ci sarà anche Jennifer e mio fratello, prendiamo un caffè." Aggiunge.

"Si, va bene, ho propio voglia di un caffè adesso." Dico gentilmente.

La lezione finisce e il prof Van Der Vaaleden ci congeda, dicendoci che dalla prossima lezione inizierà il corso vero e proprio.

Quando arriviamo al bar noto subito Jennifer seduta ad un tavolo da sola. Ecco, perfetto, dovrò di nuovo fare il terzo incomodo. Ci avviciniamo al tavolo e lei sorridendomi si avvicina e mi abbraccia.

"Ero sicura che ti avrei rincontrata, anche se ancora non so il tuo nome." Dice.

"Adele, il mio nome è Adele." Le rispondo.

"Uau, che bel nome. Molto artistico, tua madre deve avere una grande fantasia." Sorrido cercando di nascondere il velo di malinconia che si sta impossessando di me.

"Si, aveva una grande fantasia." Dico.

"Ah, ehm, scusa non credevo che, ehm sai."

"Tranquilla, davvero fa niente." Ammetto interrompendola."

Allora primo giorno di università, come è andata?" Mi chiede cercando realmente di essere carina.

"Bene direi, e il tuo?" Chiedo.
"
Molto molto bene." Sorride e non posso fare a meno di ricambiare, ha un sorriso davvero contagioso, e lei è molto solare. Mi piace.

"Ho ordinato ragazze." Dice Dan, sedendosi.

"Ma il mio amato fratello non è ancora arrivato?" Chiede a Jen.

"L'ho chiamato poco prima che arrivaste voi e mi ha detto che era in macchina." Dice Jen. "Ah, eccolo." Aggiunge.

"Scusate, non riuscivo a trovare parcheggio."
Dice.

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Ciao ragazzi,

Innanzi tutto scusatemi per non aggiornare subito i capitoli, ma ultimante le ultime interrogazioni di maggio mi stanno tenendo abbastanza occupata. Ma vi prometto che non appena avrò finito con le interrogazioni aggiornerò molto, ma molto più in fretta.

Poi voglio davvero ringraziarvi, per le 671 visualizzazioni e per i 44 voti. Grazie davvero.❤️

E ora arriviamo al capitolo.
Vi ho lasciato un po' col fiato sospeso.
Non voglio aggiungere altro.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se la storia continua a piacervi.

Un bacione,
Adele.💞

Loneliness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora