Più passa il tempo più le cicatrici bruciano facendo riaprire troppe ferite..mi sento come una pedina per giocare a scacchi in ceramica,una regina degli scacchi in mano ad una famiglia con figli.. "Mi raccomando piccolo non toccare le pedine che si rompono"...un pochino come dire ad un pesce di vivere fuori dall'acqua..non appena l'adulto distoglie lo sguardo finisco nelle mani del marmocchio che per sbaglio mi fa cadere verso il vuoto..un vuoto senza fondo. Non posso farmi male perché relativamente sotto di me c'e il nulla, buio o luce che sia non ho un posto dove atterrare e non riesco a spiccare il volo, le mie ali sono spezzate ...una sensazione come sulle montagne russe..la salita, l'ansia quando si è in cima e si vede il sotto e poi la sensazione di vuoto che ti invade l'intero stomaco.. il cuore che salta in gola con battiti sempre più folli e pensi "è la fine" ma la fine non sarà mai. Piangi, urli, ti disperi e ogni parte di te cerca di salvarti da te stesso.. come dice il detto chi è causa del suo mal pianga se stesso. Ed è così, un temporale di emozioni in cui ogni fulmine è una richiesta di aiuto...e finalmente il bimbo ti riprende tra le mani mettendoti al tuo posto sulla scacchiera..come se nulla fosse successo..
I fatidici 7 minuti dopo la morte fanno vedere anche questo? I 21 grammi della mia anima contengono tutto ciò? Delusa, derisa, sola, un fallimento.. un nulla ecco come mi sento. La matrioska più piccola, quella più nascosta con muri e muri attorno che man mano vengono abbattuti, piccola e fragile come una piuma. Calpestata dalla vita, dal destino, dalle voci nella testa..perfino la mia coscienza mi urla di fare schifo. Nessuno spiraglio di luce, nessuna voce positiva..mi sento come un uccello in gabbia, con la voglia di spaccare tutto, di mollare, di lasciarmi cadere a peso morto dalla vetta più alta sentendo il vuoto nelle ossa e il nulla quando tocco terra. La voglia di vivere quei 7 minuti e poter dire che la vita fa schifo, poter dire che la morte è il rifugio a tutto. Quando mi sono innamorata per la prima volta cercavuo qualcuno che ascoltasse le mie grida silenziose, qualcuno che nei miei occhi vedesse la prigione dei miei 21 grammi. Desideravo qualcuno che mi dicesse ti amo con la pelle, con gli occhi e mi sono ridotta a cercare quel cazzo di ti amo in chi non era disposto a darmelo... ho urlato contro il mio riflesso, ho giocato a boxe col mio cuore, ho portato il mio cervello in apnea così che non potesse più parlare. Ho trafitto il mio corpo con milioni di lame lasciando ogni ferita aperta per fortificarmi così che nulla potesse uccidermi.. mi sono incisa sulla pelle ricordi, cicatrici..."non affezzionarti che soffrirai" mi ripetevo..."passerà" mi ripetevo..."finirà" mi ripetevo... mi urlavo da sola quanto le parole mi facessero male eppure puntualmente continuavo a torturarmi..chiamasi masochismo... ho cercato di eliminare me stessa, ogni frammento di luce, di colore..La gente dice che i colori spesso hanno significati belli o brutti..vedono nei colori le emozioni..il nero lo vedono come il buio, una cosa tenebrosa che terrorizza tutti e in fondo è vero, il buio fa paura, non tanto per i giochini della nostra mente come l'ombra, i rumori..trovo che il buio faccia paura perché è al buio che le nostre peggiori paure vengono a galla, è al buio, magari sotto le coperte che ci sentiamo fottutamente soli, non amati e non apprezzati da nessuno..chi meglio del nostro letto conosce il sapore delle nostre lacrime e chi meglio del cuscino conosce le nostre urla soffocate. È al buio che i mostri si svegliano e ti urlano nella testa di fare schifo, di non valere nulla.. a volte non basta urlare un SILENZIO BRUNO..A volte la sua voce ti sovrasta e più tu gli urli di chiudere il becco più ti riempe la testa di fottutissime stronzate e per quanto tu sappia che non siano cose vere e reali ti senti puntualmente una merda. Inizi a sentirti male, a non sopportare più nulla, ogni minimo ostacolo diventa un muro dal quale cadrai e ti farai male centinaia e centinaia di volte. Fa paura il buio perché i pensieri prendono vita..un pochino come da bambino..quando eri certo del fatto che come chiudevi gli occhi per dormire i pupazzi prendessero vita creando una festa senza di te. Parlano poi del rosso..il colore dell'amore ma io non lo vedo proprio così...il rosso è il sangue che ho sputato per piacere alle persone, è il peso di essere normale ogni giorno anche se vorresti solo chiuderti a riccio senza più aprirti...ti diranno che vali e anche tanto, ti diranno che sei unica o unico, che sei formidabile in ogni tua scelta e decisione..ti diranno anche che sei bambina/o, che non hai imparato a crescere, che ti rifugi dietro alle cose perché non sai come affrontarle..e ti farà focalizzare solo su quello. Il bianco forse è il colore più pauroso mi indica il nulla, il cadere in un pozzo senza fondo finché arrivi ad avere paura di decidere... ad avere paura di te stesso e del mostro che stai diventando.
STAI LEGGENDO
Lettere
PoesíaNon sarà una vera e piroria storia ma una serie di mini lettere di svago..non sono una scrittrice e uso questo metodo oer sfogarmi...ringrazio chi prenderà in considerazione tutto ciò..