~PROLOGO ~

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Amavo quando il vento mi scompigliava i capelli dorati, sempre ribelli, un po' come me.
Le regole non mi sono mai piaciute da quel che ricordo, "fatte per essere infrante" dicevo e pensavo sempre.
Mi ricordo ancora quando mio padre ordinava a infinite ancelle di controllarmi perche' solo tre o quattro non bastavano.
Riuscivo lo stesso a fuggire ogni volta pero'.
Odiavo chi mi controllava e mi divertivo a farli impazzire.
Le uniche persone a cui abbia mai tenuto davvero forse sono i miei genitori, in particolare mio padre.
Avevamo uno splendido rapporto anche se non ci vedavamo molto spesso, era sempre impegnato con il governo e le lettere di stato, era raro che trovasse del tempo per me.
Mia madre invece era una brava donna, devota alla chiesa per averle dato una figlia perfetta come me.
L'unico torto che mi facevano piu' e piu' volte pero', era quello di darmi in sposa a ragazzi o persino adulti per alleanze.
Diamine quanto odiavo tutto cio'.
Io non ero fatta per l'amore, quel sentimento lo consideravo come un'arma letale pronta a sparare fuoco da un momento all'altro.
Amavo pero' ballare alle feste del popolo che si tenevano al palazzo, quello pero' era un altro tipo di amore, un amore che non poteva fare male.
C'erano miliade di ragazzi pronti a ballare con la sottoscritta che manco potete immaginare.
Io seduta al trono vicino ai miei genitori e loro che venivano a chiedere il consenso ad Altezza Sua Maesta' la mia mano per una singola danza.
Diamine quanto erano patetici, ed io costretta a danzare con loro.
Poi un giorno, arrivo' lui.
Alto, occhi azzurri molto tendenti al verde, muscoloso e molto affascinante.
Dal momento in cui entro' per la prima volta al ballo notai subito i suoi occhi puntati su di me.
Mi ricordo che era assieme alla sua famiglia che era molto amica con i miei genitori, ma io li ho sempre osservati da lontano, i miei mi tenevano lontana da loro, dicevano che era meglio cosi', per il mio bene.
Il primo ragazzo che mi faceva provare tale interesse pero' era proprio di quella famiglia.
Quando camminava e notava che lo guardavo sorrideva e quando lo perdevo di vista cercavo di alzare e di abbassare la visuale per incontrare di nuovo quegli occhi cosi' profondi.
Maledico quel giorno.
La vendetta arrivera' e tanta gente morira'.
Come la gente del mio popolo ha sofferto di sicuro in cambio non otterranno il mio affetto.
Per secoli bui ho girovagato non sapendo, il mio ricordo che e' stato spento.
Ma adesso mi vendichero' e vittoria otterro'.

~~

Mi ricordo ancora quella notte.
Ormai il mio corpo era secco da troppi anni a causa dell'assenza di sangue.
Sono un eretico ed e' una cosa normale.
Potevo solo vedere e sentire.
Non avevo piu' il controllo di me stessa.
Pioveva forte e si potevano sentire svariati tuoni.
"Chissa' cosa si prova a correre" pensavo in continuazione.
Non lo facevo da secoli e mi mancava parecchio, come mi mancava parecchio anche ballare.
La prima cosa che sentii quando aprirono la porta di quella vecchia catapecchia fu il ticchettio di tacchi di donna correre verso la mia direzione.
<<Tu devi essere Mary>> affermò velocemente con un sorrisino mentre tentava di liberarmi dalle catene.
Odio quando la gente mi chiama Mary, quello non è il mio nome!
"Il mio nome è Cayetana!" le avrei voluto rispondere ma l'assenza di sangue me lo impediva.
<<Perché non parli?>> Mi chiese mentre continuava a slegarmi.
"Forse perché non posso?" Pensai.
"Magari mi potesse sentire".
<<Oh giusto, ho letto qualcosa sugli eretici un giorno -disse liberandomi del tutto- inteoria dovrei darti un po' di questo giusto? -si morse il polso e lo avvicinò alle mie labbra e quel liquido così denso, puro e gustoso mi giunse fino alla gola.
La mia pelle cominciò di conseguenza a cambiare colore, dal grigio al rosa carne che ho sempre avuto.
Pure i miei occhi divennero blu come l'oceano in pochi secondi.
Finalmente la mia vita ebbe preso una piega, una nuova pagina con una scritta dopo pagine e pagine e pagine vuote di un libro.
Questo è un inizio.
Quando riuscii a prendere controllo di ogni mia articolazione e muscolo mi girai verso la ragazza e pochi secondi dopo, con estrema velocità, la attaccai al muro tenendola dal collo, annullandole così la possibilità di respirare.
Mi avvicinai di molto al suo viso e le nostre labbra quasi si toccavano.
<<Voi chi siete?>> Le chiesi.
Mi faceva innervosire il solo fatto che non mi chiamò con il voi.
Non eravamo né amiche, né parenti, non eravamo nulla, mi doveva portare rispetto perché io ero l'unica erede al trono, ciò mi faceva una sua superiore.
<<Tesoro -fece mezzo sorriso dato che strinsi di più la presa, mi stava fottendo e mi faceva innervosire molto- puoi chiamarmi Katherine>> mi rispose.
Tolsi la presa dal suo collo e si riuscivano a vedere i segni rossi delle mie dita.
<<In che anno siamo?>> Chiesi allontanandomi, dandole le spalle.
<<1866 cara>> mi rispose.
<<Come?>> Affermai stupita.
Corsi subito verso il tavolo in legno pieno di polvere e ragnatele al centro della stanza, dove sopra c'era una vecchia agenda.
La lasciai li il giorno in cui decisi di incatenarmi per mettere fine alla mia misera esistenza.
Pensavo di morire ma a quanto pare qualcosa andò storto.
E chi l'avrebbe mai detto che gli eretici non possono morire.
Due ottobre 1256.
<<Perché?>> Mi chiese.
<<Come avete fatto a trovarmi?>>
Non le diedi retta, avevo bisogno di risposte immediate e solo lei avrebbe potuto darmele in quel momento.
<<Ho trovato un diario di un mio vecchio amico e l'ho letto. Ti ho cercata per due anni tesoro>> mi rispose sorridendomi e raggiungendomi.
Lesse pure lei la data.
<<È tanto tempo fa Caye, dobbiamo fare un cambio di look a questo punto>>
Nessuno mi può chiamare così.
Con la mia magia la lanciai contro il soffitto e la lasciai cadere sul pavimento.
Delle tegole di legno caddero sopra di lei facendo in modo di non attutire la sua caduta.
<<Vostra maestà per voi>> le risposi.
Si alza con una velocita' impressionante.
<<Non sei più la regina Cayetana, devi accettarlo. Il trono ti fu rubato da un'altra famiglia dato che il popolo ti credeva morta anche se non trovarono mai il corpo, quello dei tuoi genitori si pero'. Se te lo stai chiedendo furono i Tudor, pero' Enrico non ebbe figli maschi, quindi adesso a governare l'Inghilterra e' la Regina Vittoria. Io sono qui per aiutarti e ti aiuterò a compiere la tua vendetta perché immagino che tu ti voglia rivendicare dopo tutti i dolori che ti hanno portato>>
La guardai dritta negli occhi.
La mia vita era stata rovinata, non avevo piu' nulla, niente di niente.
Questo era solo a causa sua, i Disint vennero dimenticati dal popolo e una famiglia di bastardi presero il nostro posto.
Trovero' il modo di torturare e uccidere quel vigliacco, anche se ci vorranno anni o persino secoli.
Io lo trovero' e quando accadra' rimpiangera' il giorno del nostro incontro.
<<Sapete dove sono?>> le chiesi
<<No, ma so dove prima o poi andranno. Magari non oggi, potra' succedere anche tra 150 anni, ma quella che dobbiamo avere noi e' la pazienza tesoro, solo pazienza>>
<<Dove si dirigeranno?>>
<<Mystic Falls, America>> mi rispose
<<America? Come? Come ci arriviamo>>
<<Prima di pensare subito al sangue e alla vendetta frena prima i tuoi istinti omicidia, staremo qui per qualche anno, prima devono dimenticare il mio nome in quella cittadina, devono pensare che io sia morta per davvero. Facciamo un gioco -mi invito' a sedermi vicino a lei al tavolo- adesso noi scegliamo un numero di anni tra i 145 e i 150, lascio la scelta a te la scelta>>
Ci pensai un attimo e alla fine risposi <<147, io dico 147>>
<<D'accordo>> mi rispose sorridendomi.
Tolsi subito lo sguardo, non voglevo fidarmi di lei nonostante mi avesse salvata, ho sofferto cosi' tanto che ormai penso a tutto come una bugia, una truffa.
<<Quasi dimenticavo>> si diresse fuori ed entro' con delle buste piene di attrezzi, abiti e uno scatolone abbastanza grande.
La guardai sorridendo abbastanza sorpresa.
<<Voglio che tu ti fidi di me quindi ti ho portato alcuni regalini. Inoltre credo che questa vecchia catapecchia abbia bisogno di una sistematina, quindi ho portato vernice e alcuni attrezzi per aggiustare certa roba>> mi informo'.
<<Tieni, va a indossarli, metti quello che preferisci e poi torna che ho un'altra sorpresa per te>> mi passo' la busta con i vestiti e feci quello che mi chiese e una volta tornata vidi al muro un dipinto.
Quasi mi veniva da piangere.
<<Non e' possibile>> affermai a bocca aperta.
<<Non e' l'originale ma e' completamente identico e ci tenevo che tu l'avessi. Se te lo stai chiedendo l'originale e' appeso nel castello. Nessuno ha mai voluto dimenticare la famiglia Disint, quindi l'hanno voluto tenere per memoria vostra. Eravate importanti per tutto il popolo e vi amavano>>
Mi avvicinai al dipinto e toccai l'immagine di mio padre cominciando a piangere.
Il dipinto di famiglia che facemmo il giorno prima del mio diciannovesimo compleanno.

Cominciai a ridere, nonostante le lacrime agli occhi, ripensando ad alcune scene esileranti del passato

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Cominciai a ridere, nonostante le lacrime agli occhi, ripensando ad alcune scene esileranti del passato.
Mi ricordo quante volte i domestici dovettero rincorrere il gatto che scappava.
Non aveva voglia di restare fermo per ore in quella posizione.
Sinceramente anche io mi stavo annoiando e le mie gambe dopo ore e ore non mi reggevano piu'.
Mio padre ormai non ci faceva neanche piu' caso dopo tutti quelli che ebbe dovuto fare nel corso della sua vita.
Mia madre pure.
Li stava gia' aspettando il suo erede maschio e mio padre non vedeva l'ora che arrivasse quel maledetto giorno di nascita.
Lui ebbe numerose donne ma mai uno le diede un erede maschio e poi arrivo' mia madre.
Lui si innamoro', cosa che non accadde con tutte le altre.
Teneva cosi' tanto a mia madre che quando naqui era il padre piu' felice di tutto l'universo.
C'eravamo solo noi, io, lui e mia madre.
Teneva cosi' tanto a me inoltre che decise che avrei scelto io il nome di mio fratello ed ero entusiasta.
Davvero entusiasta.
E ci pensai bene, davvero bene e alla fine arrivai a una conclusione.
Era perfetto quel nome, sarebbe piaciuto a tutto il miondo e sopprattutto a mio padre.
Quando glie lo dissi mi abbraccio' forte e mi strinse come segno di affetto.
Si stacco rimanendo lo stesso a stretto contatto con me e mi mise le sue mani nelle mie guance.
Mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte e lo fece durare per svariati secondi.
<<La prima figlia mia degna del mio affetto>> mi disse.
Gli sorrisi.
Cedric Doriano Fergus Disint.
Questo sarebbe stato il nome.
I significati erano semplici.
Cedric significava condottiero, Doriano dono di Dio e Fergus uomo forte.
Tutte caratteristiche che per mio padre erano fondamentali.
Era perfetto, sarebbe stato perfetto anche il piccino peccato che mori' assieme ai miei genitori quando era ancora in grembo a mia madre.
Mancavano pochi giorni alla sua nascita eppure me lo strapparono via, da me, da mio padre e da mia madre che non aspettava altro.
La prima donna che le avrebbe donato un erede maschio.
Sarebbe stato perfetto, saremmo stati la famiglia perfetta, la famiglia invidiata dal mondo, saremmo stati i Disint.
<<Sei divina>> interruppe i miei pensieri Katherine.
<<Voi dite?>> le chiesi sorridendo e asciugandomi le lacrime.
Katherine fece tutto questo per me senza neanche conoscermi.
Forse era veramente degna della mia fiducia.
<<Cayetana dammi del tu perfavore, il 1200 e' passato ormai da tanti secoli e credo sia arrivato il momento di modernizzarti>>
Forse aveva ragione o forse no ma, in quel momento non aveva importanza, se avrei voluto la mia vendetta, avrei seguito quella ragazza oltre i monti per ottenerla.
Lei era l'unica persona che mi rimaneva, e mi imposi nella testa che saremmo diventate migliori amiche e cosi' fu.
Per piu' di un secolo abitammo assieme e ci divertimmo a uccidere e chiacchierare, questo sempre in Gran Bretagna e poi un giorno, arrivo' il momento di partire e non avrei mai immaginato cio' che sarebbe successo dopo ma una cosa era certa, la vendetta va servita fredda su un piatto d'argento ma, forse anche su un piatto di legno di quercia bianca non e' male.










Ciao raga,
spero che questo prologo vi sia piaciuto e se e' davvero cosi' scrivetemelo nei commenti cosa ne pensate.
Lasciate anche una stellina se vi va.
Ciaooo.

Royalty and Legends \ K.MDove le storie prendono vita. Scoprilo ora