Ep.1 Niobe, il Martello dell'Inquisizione

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Il soffitto della Cattedrale dell'Abisso era sorretto da una foresta di colonne così alte che cento uomini, uno sopra l'altro, non sarebbero riusciti a sfiorarlo. Un intreccio geometrico di cristalli neri, archi e puntoni di ferro ne alleggerivano l'enorme peso e l'intera costruzione sembrava estendersi all'infinito, in ogni direzione, verso l'oscurità. Non aveva porte, né finestre e l'unico modo per accedervi era un portale magico aperto da un altro piano dell'esistenza.

Niobe riaprì gli occhi e riconobbe per prima proprio la luce di quel passaggio tra i mondi, ormai debole e irreale. Contò almeno trenta gong ancorati alla volta da catene dorate e sotto ciascuno di essi altrettanti piedistalli, raggiungibili da due soli suonatori tramite scale d'ossa. Il disco metallico più grande aveva il diametro di un mulino a vento e la pressione del sangue, come fango nelle vene, l'avvertì di essere coricata su un altare di roccia, in posizione orizzontale e senza vestiti.

Furono bruciati incensi rituali e decine di urne si alzarono a mezz'aria, tutte ad altezze differenti. Una fiamma prima azzurra poi rossa avvampò al loro interno, ma la luce emanata non riuscì a rischiarare quasi nulla. L'oscurità incombeva come una gola spalancata, le urne sembravano esche da tenere ben lontane, e ai loro confini centinaia di occhi fiorivano maligni nell'oscurità. Da dove erano apparse quelle creature? Se ne stavano lì, immobili, a scrutare il rito, e in ognuna c'era un orribile aspetto di familiarità con un animale, o un demone, ma la cosa più inquietante era il vago aspetto umano, più terribile di quel che sembrava.

Allora Niobe vide le rovine e sui muri le immagini della mitologia, dell'inizio e della fine dei mondi, nascoste da arazzi senza simboli o ricami che scendevano dall'alto, ma così immensi da oscurare un'intera porzione di cielo.

«Shaanam, Dea della morte.» L'oscuro Abate alzò la voce dando il via alla cerimonia. «Eterna tra le grandi creatrici. A te che sei più clemente della vita, a te che seppellisci i padri in tempo di pace e a te che senza figli brami i nostri, noi consacriamo il cuore di questi giovani iniziati.»

Il sudore si concentrò tra le curve di Niobe. La lingua le sembrò più grossa della bocca stessa e quando tirò i polsi a sé, cercando di piegare le ginocchia, le corde glielo impedirono.

«Sei emozioni, sei colpi! Una morte per ognuna di loro, per seppellirla e non turbare mai più la lama del punitore. Shaanam, ti imploriamo, accetta il sacrificio!» Quando vide l'uomo avvicinarsi, Niobe strinse le cosce in un gesto istintivo.

L'oscuro Abate afferrò una lama da un letto di carboni ardenti, tenne sospesa la punta a un centimetro dal suo ventre e le goccioline di sudore quasi evaporarono. Come una larva Niobe strisciò sul fianco, tirò indietro la pancia, ma sapeva bene quanto il suo carnefice che quello non l'avrebbe protetta.

«Grande, grande Dea Shaanam, prendi con te sorella Niobe e cullala nell'abbraccio della morte, o rimandala indietro e lei compirà per sempre il tuo volere.»

Con entrambe le mani l'officiante affondò l'arma incandescente tra le costole della ragazza, fino al manico. Lei piegò la schiena ad arco, strizzò gli occhi e spinse la testa contro la pietra urlando come un'animale. Con uno strattone impietoso, la lama fu spinta verso l'alto e la squarciò fino al mento, con un taglio unico. In pochi attimi il metallo si raffreddò ma la carne non smise di sfrigolare e l'agonia di Niobe si concluse con un orribile gorgoglio.

Il sangue fluì per tutta la lunghezza della ferita e si diffuse sulla pietra con calma disarmante. Le incisioni sull'altare lo guidarono in un gocciolatoio e lo raccolsero in una profonda ciotola, ai piedi dello stesso. All'interno, era custodita l'antica reliquia dell'ordine che Niobe serviva: il Teschio della Dea Shaanam.

Il sangue si riversò denso proprio al centro dell'osso, riempì le rune che lo ricoprivano, e si distribuì attivando le formule odiose. Il rituale della perdita del cuore, in cui gli iniziati rinunciavano alle sei emozioni primarie, stava per terminare.

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