La biblioteca nella piscina.

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Il Tardis sta volando impazzito.
Recupero il cacciavite.
Sono rimasto con camicia azzurra, cravatta blu, pantaloni marroni, un po' tagliati sul ginocchio (non so come), facendo intravedere del tessuto bianco, e scarpe All Star bianche.
Devo cambiare look.
I capelli sono scompigliati.
Ripongo il cacciavite sonico in una tasca.
Mi avvicino alla consolle, ma un altro scossone, questa volta capovolge il Tardis, mettendolo sottosopra.
Sbatto improvvisamente la testa.
Ho colpito la parete vicino ad una porta.
Un nuovo potente e interminabile "terremoto" mi fa scivolare nel corridoio e raggiungo involontariamente la biblioteca, ormai in fiamme.
Per fortuna che, quando si aggiusterà, i libri torneranno a posto.
All'improvviso, mentre sono aggrappato ad una ringhiera, il pavimento sotto di me trema e si spacca.
Io e la biblioteca cadiamo in acqua, nella piscina, che era al piano di sotto.
Sono bagnato fradicio.
Nuoto affannosamente per raggiungere il bordo.
Salgo e arrivo, dopo una lunga corsa, arrivo alla sala comandi.
Un altro scossone (ormai mi sono abituato) mi fa cadere per terra, in mezzo a cumuli di macerie.
Una pietra mi cade in testa.
-Ahia!-.
Un altro livido, che poi scomparirà con la rigenerazione ancora in corso.
Mi rialzo e raggiungo di nuovo la consolle.
Cerco di far atterrare il Tardis nel punto più vicino (non posso controllare le coordinate) e tiro la leva.
Dovrei arrivare o a Londra del 1996 o in Scozia, a Leadworth, dello stesso anno, credo.
Penso sia del 1996, oppure sarà chi sa quale sorpresa.
Sento i motori che fanno il rumore dell'atterraggio e poi un tonfo che mi fa cadere per terra.
Sento qualcosa che si rompe fuori dalla nave.
Ora, un oggetto mi cade accanto.
Dovrebbe essere un gancio.
-Lo userò per uscire!-esclamo.

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