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Felix

Otto e mezza di sera. L’ora in cui Jisung mi chiama proprio mentre sto leggendo. “We Lix! Che stavi facendo sporcaccione?” ride il mio amico. Io rispondo con il nome del libro che stavo leggendo. “Uff, come sei noioso! Che ne dici di uscire?” “Ma come? Ora? E dove vorresti andare?” “Al parco vicino a casa tua! È rilassante.” “Va bene, dammi dieci minuti e ci vediamo lì.”.

È incredibile come non ho via di scampo quando Jisung mi chiede di uscire, sa sempre il modo per convincermi. Non che ora mi abbia corrotto, però mi dispiaceva dirgli di no. Mi alzo dal letto aprendo poi l’armadio. Non sto a scegliere un outfit particolare, d’altronde ho solo dieci minuti e in più è stata una cosa fatta su due piedi. Dopo che ho finito di vestirmi, mi trucco un po’, giusto per coprire le lentiggini. 

Esco di casa, dirigendomi verso il parco che ormai conosco fin da quando ero bambino. Appena arrivo, c’è già il mio migliore amico che mi aspetta su una delle panchine lì presenti. <Lix! Che bello vederti!> <Su dimmi, che favore ti devo fare?> scherzo io. <Dai, per una volta non ho richieste da farti!>. Iniziamo così a fare un giro nei dintorni. 

<Sai, l’altro giorno sono uscito con Minho, siamo andati a mangiare fuori. È stata una serata magnifica, sono stato così bene in sua compagnia!> <È successo altro?> lo guardo con malizia. <Yah! Come fai a saperlo?! Può essere che mi abbia baciato…> lo vedo abbassare lo sguardo. <Uhhh, il nostro Sungie fa colpo! Me l’aspettavo sarebbe successo, è palese che sia cotto di te, e tu di lui> lo punzecchio. Lui arrossisce visibilmente. <Invece tu che mi racconti? Come va con il tuo principe?> mi chiede sorridendo. Io non rispondo, ma al suo posto mi gratto la nuca guardando altrove. <Ha dormito da me e ci siamo baciati> sussurro in un modo incomprensibile. <Come scusa?> chiede di ripetere. <Ha dormito da me e ci siamo baciati!> rispondo alzando un po’ la voce. <Cosa? E quando me lo avresti detto? Ecco perché in classe eravate così strani, ed ecco perché vi ho visti insieme nel giardino della scuola.> spiega. <Avevo intenzione di dirvelo quando avrei chiarito i miei sentimenti, non mi va di affrettare le cose.> guardo l’asfalto. 

Continuiamo a parlare per un bel po’, finché non decidiamo di rimanere sulle altalene. D’istinto mi viene di osservare la luna, è un’abitudine che ho fin da piccolo: ogni volta che ne ho la possibilità, rimango minuti interi incantato dalla luce della luna. È così affascinante. Inoltre, concentrarmi su qualcosa in particolare, mi fa riflettere di più, e in maniera più profonda. <A che pensi?> mi chiede Jisung. <A Hyunjin. Non posso credere che mi piaccia! All’inizio pensavo saremmo stati un po’ come cane e gatto, eppure, ironia della sorte, ci piacciamo.> <Sembrerà banale, e soprattutto non da me, però si dice che al cuore non si comanda. Effettivamente nemmeno io avrei mai pensato che nascesse qualcosa tra voi, invece eccovi qui. Penso tu ne sia felice, allora perché hai ancora dubbi?>. <Forse perché ho paura di soffrire, e soprattutto ho paura di far soffrire lui, ha già avuto abbastanza delusioni, non voglio aggiungerne.>. <Sai Lix, qualche volta bisogna buttarsi, provare e vedere come va a finire. Capisco ciò che intendi, ovvio non sarebbe giusto illuderlo. Però, conoscendoti, non nomineresti mai qualcosa se non lo meritasse. Nel senso, se dici che ti piace, allora sarà vero, non lo diresti mai se non fosse così.> prova a farmi capire. Forse ha ragione, d’altronde io dico che mi piace, però perché lo dico? Ho provato delle sensazioni che, quando si è solo amici, non si provano. Quelle sensazioni mi hanno fatto capire più delle parole. Forse Jisung ha ragione, dovremmo provarci, come va, va. 

È il momento di tornare a casa, è mezzanotte inoltrata. Continuo a pensare al discorso di Jisung. Cosa, cosa mi ferma dal parlargli di cosa provo? Forse non ne ho il coraggio, la paura di non sapere come potrebbe reagire mi logora. È una situazione davvero complicata, non pensavo sarebbe stata così contorta. 

Tra tutti questi pensieri, arrivo nel viale di casa mia. Entro senza farmi sentire e, come prima cosa, mi butto sul letto abbracciando il cuscino. A volte immagino che, proprio questo cuscino, proprio quello a righe marroni e nere, sia Hyunjin. Mi piacerebbe rivivere la sera di quel bacio, ricordo perfettamente la sensazione di protezione che veniva da quell’abbraccio. 

Mi infilo gli auricolari alle orecchie, facendo partire la playlist in riproduzione casuale. E così mi addormento.

Hello Stranger -HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora