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Hyunjin 

Sette del mattino. L’ora in cui la sveglia di Felix suona. Sono costretto ad alzarmi, anche perché oggi dobbiamo andare a scuola. <‘Giorno Felix> gli dico sorridendo. <Buongiorno Hyunjin. Come stai stamattina?> chiede sorridendomi a sua volta. <Meglio, direi che sfogarmi è servito. Ti ringrazio davvero per tutto, grazie soprattutto per la disponibilità. Ora non vorrei creare problemi, perciò credo di andare a casa mia. Ci vediamo a scuola> lo informo. <Aspetta! Prima che tu vada avrei bisogno di parlarti riguardo a stanotte. Potresti non dire nulla a nessuno per ora? Diciamo che sì, non mi pento di quel che è successo, però ho ancora bisogno di capire fino in fondo i miei sentimenti che, ormai credo sia palese ci siano.> io annuisco imbarazzato. Non volevo entrare in questo discorso, affrontare la realtà mi spaventa. Però mi rassicura sapere che Felix prova qualcosa, perché anche io sono nella sua stessa situazione: provo qualcosa ma prima di affrettare le cose voglio rifletterci bene. <D’accordo, rispetto il tuo volere anche perché sì, non saprei nemmeno come spiegarlo. Ora vado sul serio, a dopo> lo saluto con la mano. Avrei voluto abbracciarlo, ma forse sarebbe stato troppo. Credo che gli sarebbe piaciuto, ma non era di certo il momento adatto. 

Vado fino a casa di corsa. Entro sempre dalla finestra, non voglio che i miei sappiano che ho dormito fuori. 

<Hyunjin, vieni qua! Dove sei stato stanotte?> mi chiama mia madre alquanto arrabbiata. <Non ti interessa, non ti è mai interessato, perché dovresti iniziare ora?>. <Ti ho chiesto dove sei stato! Muoviti a rispondere o non esci più di casa!>. Nonostante le minacce, rimango in silenzio, beccandomi però uno schiaffo da parte della donna. <Rispondi!> continua ad urlare. <Sono in ritardo per la scuola> le do una spallata uscendo di casa. Quella stronza non si è mai preoccupata di me, perché farlo proprio ora? Ormai non ho più bisogno della sua preoccupazione, per lei potrei anche farmi investire che non gliene importerebbe nulla. In più cerca di risolvere tutto con la violenza, senza badare a come mi potrei sentire. Ma hey, non glien’è mai fregato nulla di come si sentisse suo figlio. D’altronde, ora che ci penso, a chi importa di come mi sento? Se non avessi Minho e gli altri probabilmente a quest’ora non avrei nemmeno uno stimolo. Ma fortunatamente ho trovato loro, coloro che considero la mia famiglia. 

Arrivato in classe, prendo posto e inizio a disegnare sul mio quaderno senza ascoltare minimamente la lezione. Disegno e disegno, non so nemmeno io cosa stia creando, eppure riesco a sfogarmi. Dovrebbe essere un paesaggio, un posto talmente magnifico che esiste solo nella mia immaginazione. 

<Hey, è tutto okay? Ti vedo strano...> sussurra Felix al cambio d’ora. <Non sono cose che ti devono interessare Lee. Ora lasciami continuare> ho un tono freddo e distaccato. Pensandoci bene non dovrei comportarmi così con lui dopo quello che è successo. Mi ha praticamente donato una parte del suo cuore e io lo sto trattando così. <Senti, mi dispiace. Solo sono un po’ nervoso, non volevo comportarmi così. Che ne dici se per la ricreazione andiamo a farci un giro?> gli propongo. <Certo, e se ti va di parlare di quel che succede sarò ben disposto ad ascoltarti> sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi. Lo ringrazio e le ore continuano. 

Arriva finalmente il momento della ricreazione. Così Felix ed io andiamo verso il giardino della scuola. Stiamo in silenzio per qualche minuto, nessuno dei due sembra sapere cosa dire. <È tutta colpa mia, non sarei dovuto nascere. Faccio solo casini e porto solo problemi. Mi dispiace di essere entrato nella tua vita, so che sono complicato, e nessuno vorrebbe qualcuno di complicato al proprio fianco.> inizio. <No hey, non dire così. Sai, sono davvero felice di averti conosciuto, sei una bella persona e no, non porti problemi. Anzi, i problemi che ho li stai risolvendo. E poi, non è detto che nessuno vuole qualcuno di complicato vicino a sé. Anche io sono uno complicato, eppure tu mi stai vicino, allora perché io non dovrei fare la stessa cosa? Non lo faccio per ricambiare il favore, lo faccio solo perché la tua presenza mi migliora l’umore. Hyunjin, guardami, sei una persona fantastica, okay?>. <Non lo penso, tutti mi hanno sempre detto di essere uno troppo egoista ed egocentrico. Mi ricordo anche la prima volta che abbiamo parlato, mi hai chiamato presuntuoso, e non posso dire che tu avessi torto.>. <Sai perché l’ho detto? Semplicemente io metto una corazza, così che nessuno possa ferirmi. Però con questa corazza ferisco gli altri. È uno dei miei tanti difetti. Ora questo nome lo uso come nomignolo. È un mio modo, che reputo carino, che sostituisce uno dei soliti soprannomi che danno tutti.> spiega. <Hyunjin, se pensassi davvero questo di te, credi che ora starei qui a convincerti che sei una bella persona?> <Non credo, però ti prego, se un giorno dovessimo litigare, non usare ciò che ti sto dicendo per ferirmi, l’hanno già fatto in troppi.> <Sta’ tranquillo, non lo farei mai.> finisce per abbracciarmi. Io ricambio stringendolo a me. <Non te ne andare, non anche tu…> ripeto al suo orecchio. <Non me ne andrò Jinnie, non me ne andrò> mi sorride. 

Hello Stranger -HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora