capitolo quattro

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Adorava ballare, o meglio, Rose adorava muoversi a ritmo di musica senza permettere ai pensieri o alle paranoie di rovinarle la serata.

Si muoveva agitando in aria le braccia, muovendo i fianchi, spostando i capelli e battendo le mani, seguendo il resto del gruppo.

Era così felice, Matthew l'aveva notata, l'aveva baciata, dopo due anni di sogni irrealizzabili aveva avuto la sua tanto attesa nottata. E forse aveva sbagliato a perdere la verginità con lui, con un po' troppo alcool in circolo, ma essere l'unica fra i suoi amici a non aver mai fatto sesso l'aveva messa a disagio per fin troppo tempo.

'Al diavolo!' aveva pensato, e vi ci si era avvinghiata come un panda fa con il suo bambù.

Felice come una Pasqua, chissene frega se era capitato nella stanza di un hotel, chissene frega se aveva fatto male, chissene frega se non si erano mai baciati prima di quella sera.

A Rose Matthew piaceva così tanto che avrebbe fatto di tutto pur di attirare la sua attenzione.

Il problema sarebbe stato il mattino seguente, quando si sarebbe accorta del pezzo di merda che l'aveva privata della verginità.


Era stata l'errore da ubriaco, così l'aveva definito Matthew; una cosa che non avrebbe mai fatto se fosse stato sobrio, che non sarebbe mai accaduto se avesse potuto ragionare.

Aveva pianto così tanto Rose che il ricordo le faceva venire ancora male al petto: passi un anno dietro un idiota e te ne accorgi tutt'a un tratto, nel peggiore dei modi.

Calum camminava verso il blocco 5 con un milkshake praticamente finito in mano.

Erano le undici di sera, stavano chiudendo, e Rose non vedeva l'ora di togliersi quella sudicia maglietta color blu stinto ed infilarsi nell'adorata maglietta che le fungeva da pigiama.

"Resti stasera sì?"

La visione del divano e la grande ciotola di popcorn che l'avrebbero aspettata a casa svanì improvvisamente. Avrebbe detto che sarebbe rimasta, che avrebbe conosciuto gli altri e avrebbe finalmente provato le giostre del parco.

Regola numero due: gli impiegati sono autorizzati ad andare sulle montagne russe solo dopo l'orario di chiusura.

Rose finse un sorriso in direzione di Calum, pregando che capisse quanto non avesse voglia di rimanere. "Non mi interessa, l'hai promesso!" le puntò il dito contro lui, prendendo poi la mira per il secchio dietro il blocco e lanciandovi il bicchiere vuoto.

Più di qualche istante di preparazione non gli bastarono per far centro, e Rose non riuscì a trattenere una piccola risata nel vedere l'espressione afflitta del ragazzo.

Sbuffò e si avvicinò a raccoglierlo, da 'bambino educato' qual'era.

Si lasciò aiutare da Calum per chiudere il blocco; le piaceva guardarlo muoversi, ma soprattutto la affascinava quel tatuaggio che si era fatto sul braccio.

Non ne capiva il motivo, perchè un indiano d'america, perchè poi quel cappello con così tante piume, eppure lo adorava. Avrebbe voluto tracciarne le linee con i polpastrelli, o poterlo fissare per più di qualche istante così da poterlo disegnare su carta, ma temeva di apparir strana se lo avesse anche solo chiesto.

"Andiamo dai" disse sfregando entrambe le mani fra loro, costringendo Rose a spostare lo sguardo dal suo braccio al suo volto.

Sorrise in rimando e si lasciò guidare da Calum attraverso il parco giochi. Gli aveva promesso che si sarebbe fidato di lui, e che avrebbe acconsentito a fare qualunque giostra esclusa la Torre della Morte (quella cosa terribile che arriva a nonsoquanti metri da terra per poi ricadere giù all'improvviso).

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 17, 2015 ⏰

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