||SPIN-OFF|| di Prenditi Cura Di Me.
[Può essere letta singolarmente]
KEVIN.
Ero eccezionale sul ring. Lo sono anche oggi, nella gabbia.
È tutta la vita che combatto, sin da quando ero solo un ragazzino, dentro a una palestra fatiscente nel Browns...
Un campione nasce da qualcosa che ha dentro di sé: un desiderio, un sogno, una visione."
(Muhammad Ali.)
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KEVIN
Qualche mese dopo la fine della mia carriera conobbi William, ex pugile anche lui. Mi trovavo al Lady's Club, una sorta di discoteca situata nella parte della New York per bene, il che fa ridere perché di bene non ha nulla. E' uno di quei posti dove ci sono uomini di ogni genere: avvocati, imprenditori-viscidi- sposati e con figli, anche ragazzi giovani come per esempio Liam. Lì dentro possono scegliere la loro donna per poi scoparci in una delle tante camere al piano di sopra o sottometterle nella cosiddetta camera dei giochi.
Comunque -ritornando a noi- quella sera avevo litigato con Beatrice per colpa della mia gelosia. No. Non è vero, per colpa di uno stronzo che le ronzava intorno come una mosca bastarda con l'intenzione di infilarsi nelle mutande della donna sbagliata, la mia. Ero andato lì con l'intento di sbollentare la rabbia e bere un po', invece, William il proprietario del locale, dopo avermi riconosciuto e offerto qualche birra mi ha proposto di seguirlo in un posto a Brooklyn. Un ex garage di un vecchio centro commerciale ristrutturato in una palestra mal ridotta con al centro un ring, o meglio, una gabbia di ferro da combattimento con intorno alcuni posti per chi viene a scommettere sui lottatori in gara. Il brivido di eccitazione che mi ha attraversato la pelle alla possibilità di poter tornare a combattere ha avuto la meglio e ad oggi sono esattamente cinque anni e mezzo che lotto clandestinamente.
Ovviamente è diverso, più pericoloso. Non abbiamo nessuna protezione e le regole parlano chiaro: il match si conclude solamente quando uno dei due pugili perde i sensi o muore, chi vince invece si porterà a casa dieci mila dollari. Alcuni tirano qualche botta di cocaina o anfetamina prima di entrare in gabbia e cazzo... lì sì che dubito di potercela fare, sono dei veri animali quando si dopano, per questo condivido con la mia ex che dovrei mollare ma non posso, è troppo tardi per tirarmi indietro.
Il primo round è terminato. Sudato e con un taglio sul labbro mi accascio all'angolo della gabbia dove Will mi sta aspettando, le groupie osannano il mio nome, l'avversario beve bagnandosi anche tutto il petto mentre l'Octagon Girl sfila difronte a noi con il cartellone del secondo round. Fischi di apprezzamento per la ragazza che indossa solo un bikini lasciando davvero poco all'immaginazione echeggiano per il garage, è veramente molto sexy ed è proprio per questo che qualche sera fa si trovava a gambe aperte sul bancone della mia cucina.
Il secondo round è iniziato.
L'avversario cerca di piazzarmi un pugno sulle costole ma lo precedo con un calcio per riacquistare spazio fra noi, giriamo in tondo cercando di percepire la nostra prossima mossa. Qui le tattiche di allenamento non valgono, ci si mena per farsi del male, tutte le mosse anche quelle fatali sono ben accette se vuoi tornare a casa integro e con il portafoglio gonfio.
Lo stronzo riesce a colpirmi il naso facendomi traballare, esce sangue, tanto sangue da farmi girare la testa, inizio a vedere sfocato e questo reca vantaggio all'avversario che mi ha appena buttato a terra continuando a colpirmi con cazzotti e calci.
In questi casi è la furbizia a salvarti.
Fingo di svenire, le voci che incitavano a mandarmi al tappeto si trasformano in applausi e il mio avversario -a cavalcioni sul mio busto- alza felice le braccia per decretare la sua vittoria ed è in quell'esatto momento che con un colpo di reni lo faccio balzare quanto basta per sfuggire alla sua presa, cade con il culo per terra, le groupie eccitate e curiose si precipitano fuori le sbarre ventolando le loro tette strizzate da reggiseni pagliettati.
<<Dovresti saperlo amico mio, per mettere qualcuno K.O. >> Mi chino verso di lui <<Devi colpire, forte, alle tempie.>> Novellino. Così faccio. Con un pugno violento e ben assestato lo metto al tappeto. Una moretta mi lancia il reggiseno e chi ha scommesso su di me applaude con gioia di chi avrà vinto forse anche il triplo di quello che ho guadagnato io stanotte. Mi asciugo quanto posso il sangue, barcollando esco dalla gabbia volendo fuggire al più presto e con un ringhio di dolore entro nello spogliatoio.
Il getto d'acqua bollente scioglie poco alla volta i muscoli contratti, con il freddo nella stanza si crea una nube di vapore quasi rilassante. Chiudo gli occhi godendomi di questa sensazione di pace, mi insapono e non so bene per quale motivo ma per un secondo mi passa per la testa quella roscetta impertinente. Stanotte Beatrice a quanto ho capito sta con Mark, è tarda notte e magari starà dormendo nel suo letto, fra le sue braccia, dandogli quel senso di quiete che lei solo riesce a trasmettere. Ne sono geloso. Lei è la madre di mio figlio, la donna della mia vita e sapere che ora sia serena con un altro uomo o che gode per un corpo che non è il mio mi fa impazzire.
Sono un uomo delle caverne giusto? Anche un po' bastardo egoista, allora mi comporterò da tale.
Esco dalla doccia, allaccio l'asciugamano in vita e prendo il telefono che ho lasciato nel borsone.
Le scrivo un messaggio come un uomo egoista farebbe, premo invio.
Un sorrisetto compiaciuto serpeggia sulle mie labbra sapendo che domani quando lo leggerà, in quel fottuto letto non suo ne mio, le sue guance prenderanno fuoco e non per merito di Mark il visita passere dei miei stivali.