𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓬𝓲𝓷𝓺𝓾𝓮.

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«Mio fratello, Jin

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«Mio fratello, Jin.»

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In casa Kim-Jeon il tempo sembrava scorrere in una quieta armonia, come se l'universo avesse finalmente concesso un momento di pace a Jungkook e Taehyung. Siwoo, il loro piccolo, si era ambientato in quel nuovo mondo con la naturalezza di un fiore che si schiude sotto il primo sole primaverile. Da circa una settimana, la routine quotidiana era scandita da sorrisi, risate e tenerezza, il tutto avvolto in una serenità che sembrava quasi irreale.

Jungkook, che aveva ridotto i suoi turni di lavoro per trascorrere più tempo con il bambino, osservava ogni gesto di Siwoo con una dolcezza che non aveva mai provato così intensamente prima d'ora. Il piccolo occupava ogni sua giornata, divenendo la sua ragione di vita, e per lui, quegli occhi grandi e innocenti erano più preziosi di qualsiasi altra cosa. Anche se il rapporto con Taehyung non aveva ancora preso una piega romantica ufficiale, vi era una complicità che si manifestava nei piccoli gesti, nelle risate condivise e negli sguardi d'intesa. Per la prima volta da tempo, l'omega si sentiva quasi felice. Quasi.

Bogum, al contrario, non aveva reagito con la stessa serenità. La sua ambiguità si manifestava in sottili minacce, insinuazioni che aleggiavano come nuvole cariche di pioggia, sempre pronte a rovinare il sereno di Jungkook. Tuttavia, il biondo aveva scelto di non dare troppo peso a quelle parole. Per ora, aveva bisogno di concentrarsi su ciò che contava: Siwoo, Taehyung, e un fragile equilibrio che finalmente sembrava funzionare. Nonostante vedesse suo fratello solo tre volte a settimana, il che rappresentava già un miglioramento considerevole, la paura non l'abbandonava mai completamente, aggrappandosi a lui come un'ombra costante.

Una sera, mentre Siwoo era completamente assorto nel suo mondo di colori, impegnato a creare l'ennesimo disegno della giornata, Taehyung e Jungkook si trovarono seduti insieme sul divano, immersi in un silenzio carico di pensieri. Le luci soffuse della casa gettavano una luce calda e dorata sulle pareti, mentre l'aroma del tè ancora caldo riempiva l'aria.

«Pensi che dovremmo iscriverlo all'asilo?» chiese Taehyung, rompendo quel silenzio con un tono morbido, quasi esitante.

Jungkook distolse lo sguardo dal disegno di Siwoo, il cuore che ebbe un piccolo sussulto al pensiero di quella possibilità. Le parole di Taehyung avevano colpito qualcosa di profondo, qualcosa che lo preoccupava da giorni ma che aveva cercato di reprimere. Con un leggero sospiro, si voltò verso di lui, i suoi occhi scuri che riflettevano una lieve inquietudine.

«Così potresti riprendere i tuoi turni regolari,» continuò l'alpha, cercando di mantenere un tono pratico, «magari fino al pomeriggio. Potresti fare di più per te stesso, senza preoccuparti di essere sempre qui.»

Jungkook si morse l'interno della guancia, una fitta di disagio che gli attraversava il petto. «Dovrei lasciarlo all'asilo fino alle quattro del pomeriggio...» mormorò, il pensiero gli pesava più di quanto avrebbe voluto ammettere. «E se non dovesse piacergli? E se non fosse felice?»

My Safety-ₜₐₑₖₒₒₖDove le storie prendono vita. Scoprilo ora