𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓽𝓻𝓮.

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«Trasferirsi

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«Trasferirsi.»

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La sera era calata, avvolgendo ogni cosa in una calma irreale. Le stelle scintillavano come diamanti sparsi su un mantello di velluto nero, e la luna, pallida e solenne, gettava la sua luce lattiginosa attraverso le finestre. Taehyung era seduto in solitudine, il cuore in tumulto, incapace di ignorare l'urgenza che bruciava nel petto. L’idea che Jungkook fosse il suo compagno predestinato l’aveva travolto come un’onda violenta e inarrestabile. Da quando aveva scoperto la verità, ogni singolo pensiero era stato rivolto a quel giovane dai tratti dolci e dallo sguardo profondo, che ancora sembrava inconsapevole del destino che li legava.

«E se iniziassi a corteggiarlo?» mormorò Taehyung tra sé e sé, la voce appena udibile nel silenzio ovattato della stanza. L’idea di avvicinarsi al biondo, di conquistarlo con la sincerità dei suoi sentimenti, era una tentazione a cui non riusciva più a resistere.

Ma prima che potesse dare corpo ai suoi sogni romantici, la voce di V risuonò nella sua mente, fredda e impetuosa come il vento invernale. "Penso che l'umano non te ne darebbe occasione," ribatté il lupo con una freddezza tagliente, bloccando sul nascere quegli amorosi pensieri che avevano cominciato a germogliare nel cuore di Taehyung.

"Io propongo di dirgli che siamo compagni," continuò V, con una furia trattenuta che cresceva in ogni parola. "Predestinati, aggiungerei. Così non si può tirare indietro!" C'era una sfumatura di soddisfazione crudele in quella proposta, come se la rivelazione del loro legame potesse forzare Jungkook a capitolare senza possibilità di fuga.

Taehyung scosse la testa, sentendo il peso della responsabilità gravare sempre di più sulle sue spalle. «Ma sei scemo!?» esclamò, la sua voce incrinata da una leggera frustrazione. «Non vedo perché dovrei obbligare Jungkook a stare con me. Non è questo che voglio, V. Io inizio il corteggiamento perché lo ritengo una persona interessante, straordinaria. Non voglio che pensi che io lo corteggi solo perché siamo legati dal destino. Voglio che sia lui a scegliere me, per quello che sono.»

Il respiro di Taehyung si fece più profondo, il cuore che batteva irregolare nel petto. La paura che lo assaliva era ben più grande del semplice timore di essere rifiutato. Aveva un sincero terrore che il minore potesse sentirsi in obbligo, che potesse percepire il loro legame come una catena piuttosto che un dono. Era quella la sua più grande preoccupazione: non voleva che l’altro ragazzo si sentisse costretto in una relazione solo perché la natura li aveva designati come compagni.

V, però, non condivideva affatto quella visione. La sua natura era molto più impulsiva, più crudele. Il suo desiderio era di avere ciò che gli spettava, a qualsiasi costo. "Credo che Jungkook non cederà così facilmente. È un ragazzo che assume dei cazzo di soppressori!" sbraitò V, la voce ruvida e carica di risentimento. Ogni parola era un colpo sordo contro il muro di pazienza che il rosso cercava disperatamente di mantenere.

My Safety-ₜₐₑₖₒₒₖDove le storie prendono vita. Scoprilo ora