Capitolo 1

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Afrin camminava per le vie di Suvf. Ogni angolo poteva essere quello giusto, ogni angolo poteva essere quello sbagliato. La spada le pesava sulle schiena ma meglio averla sulle spalle che nel petto.
Stava cercando Inngrid la maga. Dicevano abitasse in quella città a volte così brillante a volte così sudicia. Non ne aveva mai vista una. Forse perchè lei era troppo giovane o forse perchè erano le città ad esserlo. Afrin proveniva da un villaggio poco a sud di lì, era cresciuta in una fattoria con la madre e il fratello Derek. Sua madre voleva restasse sempre con lei per imparare ad essere una buona donna e una brava madre, ma non era a questo che Afrin aspirava. Intanto vedeva Derek passare il tempo ad allenarsi: giavellotto, spada, arco e poi di nuovo giavellotto, spada, arco. Lui sì che si stava trasformando in un vero cavaliere. Lei, invece, sognava di nascosto di prendere quelle armi, farle librare nell'aria e per un attimo credere di essere qualcun altro, qualcuno lontano da quel paesino di campagna, da quella misera vita, da quel futuro così poco allettante. Non sapeva cosa cercasse veramente là fuori...non era come tutte le ragazze del villaggio che pensavano solo a maritarsi e mettere al mondo il più numero possibile di figli. Lei voleva la libertà, l'avventura, l'indipendenza. Non sapeva come l'avrebbe conquistata ma di certo non passando il tempo ad imparare a rabboccare orli o a cucinare stufati. Derek era la chiave. Lui le avrebbe permesso, magari, di rendere i suoi sogni realtà; se solo la madre avesse concesso loro di esercitarsi insieme, lei sarebbe stata la ragazza più felice del mondo. No, non sarebbe mai successo; se voleva davvero ottenere quello che desiderava doveva chiedere a Derek di aiutarla di nascosto. Non credeva che il fratellino le avrebbe negato la mano. Così un giorno gli chiese se poteva confidargli un segreto: imparare da lui l'arte della battaglia, sopratutto della spada. Lo avvertì che naturalmente la loro madre non sarebbe stata d'accordo e che quindi dovevano agire di nascosto. Lui accettò ma chiese in cambio un favore: la mano della sua migliore amica Giudith. Afrin restò un attimo sbalordità poi si riprese e lo avvertì che le mancava poco a maritarsi, quindi dovevano sbrigarsi. Così a mezzanotte, ogni giorno, decisero di trovarsi nel fienile e per tre settimane allenarsi fino all'alba.

Afrin si mostrò subito una buona allieva e, dopo quel periodo, ormai combattevano alla pari, come fossero due cavalieri.

Il giorno seguente l'ultimo allenamento Afrin corse dall'amica Giudith e le rivelò che suo fratello era segretamente innamorato di lei e avrebbe voluto sposarla. Grazie al suo servizio come cavaliere alla corte del re avrebbe potuto offrirle un' ottima dimora e un futuro dignitoso. Giudith non stette in sè dall'emozione e le disse che era sicuramente un buon partito e pensava, inoltre, che anche i suoi genitori avrebbero acconsentito senza problemi. Afrin corse da Derek e gli riferì tutto; lui subito decise di andare da Giudith per parlare con la famiglia e, se accettato, di organizzare le nozze.

I preparativi incombevano nel villaggio e tutti gli abitanti trepidavano in vista del nuovo sposalizio. Solo Afrin, pur felice per gli sposi, non sembrava provare quell'inebriatezza che aleggiava nell'aria. Era pronta, pronta per quella giornata di felicità, ma soprattutto pronta a fuggire da quel villaggio che le stava così stretto.

A mezzanotte, quando ormai il matrimonio era stato terminato e tutti si erano coricati, Afrin sgattaiolò dalla sua camera e, presa la spada con cui usava allenarsi con il fratello, scappò di casa.

La spada di AfrinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora