Fuga

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"Mi sento come se stessi resistendo a malapena .Senza un posto dove correre. Mi sento come stessi perdendo qualcuno"

Ed era cosi che si sentiva Bakugo mentre osservava il suo omega dormire, in quel giaciglio di fortuna fatto di fretta e furia in una delle stanze del agenzia di Best Jeanis. Pesantemente abbattuto dai forti sedattivi somministratogli per calmarlo dal suo delirio. Lo sentiva scivolargli via tra le dita, come acqua che scorre. In quel momento nella stanza  entro Kirishima, stando ben attento a non far il minimo rumore per destare il verdino, si avvicino alla sua destra e senza prendersi una sedia per accomodarsi, non perdendosi  in preamboli  inutili, si rivolse al biondo diretto. Più che altro affermando una cosa nota più che una domanda vera e propria - Sai, che quelli della lega  degli eroi non tarderanno  tanto a venire per prelevare Izuku. Non potrai accampare nessuna scusa o altro per evitare che lo facciano . Avete massimo un'ora prima che si facciano vivi, tu cosa hai intenzione di fare hai poco tempo per decidere.  Lacerai che lo prendano..- lasciando quella fase spezzata alloggiate nel aria..

Katsuki Bakugo il re delle espressioni, al età di quaranta due anni non avrebbe mai pensato ne anche lontanamente, si sarebbe occultato nel doppio fondo di un vecchio camioncino verde pistacchio, stile  figlio dei fiori  che dal odore non sembrava...

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Katsuki Bakugo il re delle espressioni, al età di quaranta due anni non avrebbe mai pensato ne anche lontanamente, si sarebbe occultato nel doppio fondo di un vecchio camioncino verde pistacchio, stile  figlio dei fiori  che dal odore non sembrava vedere un detersivo ed una pompa d' acqua, da un bel pezzo...che fosse rimasto a duecento anni fa . A giocare a nascondino con quelli della lega, mentre nello stesso momento, che quel vecchio catorcio usciva fuori dal sotto passaggio di uno dei garage  del agenzia, gli agenti del governo irrompevano in essa, nei loro uffici .  Per prelevare l' omega impazzito Izuku Midorya. Non trovando niente se non un vecchio futon sgualcito sul pavimento e un flaconcino di pillole per  il controllo dei feromoni per omega, abbandonato di lato . E Bakugo pote immaginarsi come fosse presente, mentre stringeva Izuku ancora dormiente al petto. Il comandante del operazione Sakata. Un tipo alto e smilzo, dalla pelle cerea tendente al grigiastro dai corti capelli neri , che sembravano sempre unti di chi sa che cosa tirati al indietro. Occhi piccoli e stretti, sempre a scrutare a sondare qualcosa ; la gamba  sinistra perennemente occupata in ticchettio nevrotico. Nel suo impeccabile completo nero e le scarpe lucide, calpestare i piedi a terra furioso, comprendendo in quel istante di essere stato presso in giro, girandosi attorno furioso come una animale in gabbia guardando iracondo gli heros della agenzia, che non avrebbero detto e fato niente contro i loro amici . Ben conscio, di non poter muovere nessuna accusa contro di loro, digrignando i denti .  Sakata, del dipartimento per il contenimento degli omega, aveva un risentimento viscerale  contro gli eroi. In particolar modo  verso i nati omega. E il motivo era perché lui essendo stato baciato dalla natura per essere nato Alfa, come diceva solo hai suoi più stretti sotto posti, non capiva perché la suddetta l' avesse sfavorito non  dotandolo di  un capriccio.  L' avesse condannato ad essere uno sporco quirkless, come lì  chiamava lui.  Ad essere una nullità . Lui, che poteva vantare di appartenere ad lignaggio puro, potente legati al imperatore fin dal antichità da varie parentele  e alleanze . Perché proprio lui era nato con tale sventura.  Che negli anni si era premunito che nessuno lo sapesse se non  poche persone fidate di questa sua "disgrazia", ben camuffata da articoli di supporto celati sotto gli indumenti microscopici, che simulavano un quirk . Ma tra tutti gli omega, quello che mal sopportava, era proprio suo marito. Per una vecchia missione di qualche anno fa, in cui avevano collaborato. Non ha mai saputo cosa fosse accaduto in quella missione, Izuku non volle mai raccontargli i fatti accaduti, ha parte la  scoperta del " piccolo" segreto del comandante . Ma d' allora Sakata, non lo poteva proprio soffrire . Sparlando di lui ogni volta che poneva l' occasione e Kastuzi  né sicuro, che stesse gongolando intimamente della grande opportunitaà che gli era capitata tra le mani ; che neppure nei suoi sogni più impossibili avrebbe  avuto tanto. E certamente non si sarebbe arreso per cosi poco.  (SAKATA)

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