Amore o follia

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Era una giornata come tante e Izuku da poco più di un mese aveva ripreso ha lavorare, ed agli occhi di tutti sembrava avesse superato la morte del figlio, dopo l' episodio straziante del funerale. Svolgeva i suoi compiti normalmente, con il suo sorriso iconico stampato in volto.. Ma per l' appunto sembrava. Non sapevano che delirio covasse al interno del suo cuore l' omega in segreto.

12 Dicembre ore 12 :00 Piazza centrale Shibuya centro commerciale

Era una giornata fredda, ma bella a suo modo . Il sole ogni tanto faceva capolino da dietro alle nuvole, per non rendere quella giornata troppo fosca, per noi poveri passeggeri di questa vita. Ma quel dì non sarebbe bastato un pallido raggio di sole, per rischiarare il buio a cui stavano per cadere tutti. Come stavamo dicendo la giornata non era delle migliori, le nuvole nere in cielo rendevano la giornata cupa, prolungando a loro modo la notte appena passata. I primi pendolari cominciavano a uscire a fioti dalla metro, che iniziarono ad affollare le strade, sempre di corsa, mai il tempo di fermarsi un attimo, per per raggiungere i loro posti di lavoro e cosi finalmente iniziare una dura giornata di fatiche che pochi avrebbero elogiato . Allorché si senti un grido in mezzo a quella mischia di corpi - AIUTO,AL LADRO AL LADRO. MI HA RUBATO LA BORSA . AIUTO. - e con il vento che si abbatteva tagliente infastidendo i passanti per strada , sferzando i pochi lembi di pelle nn coperti dagli spessi capotti e sciarpe. Si voltarono verso la provenienza, verso quella povera donna inginocchiata in terra, la busta di plastica della minimarket della zona a brandelli, cadevano su quella scalinata in pietra dietro di le sue spalle che urla disperata. Ciò che gli è stato trafugato con alcune arance che solitarie una dietro la altra scivolano giù veloci, mentre una piccola figura nera veloce si dilegua nella folla confondendosi in essa e in quel istante si vedi sfrecciare sopra le loro teste un fulmine verde. Dietro di lui poco distanti la hero Uravity e Ingenium. La hero si avvicino alla donna per confortarla e dandogli i primi soccorsi prima che arrivino i colleghi del 112, che le Indica con mano tremante un vicoletto angusto tra due palazzine con i panni stessi come tanti stendardi tra le corde tesse tra una palazzo e l altro, redendo il quartiere variopinto . Ed Izuku non aspettando gli altri, come avrebbe fatto di solito, per evitare eventuali imboscate senza indugiare continuava a corrergli dietro. Una figura bassina, mingherlina celata da una enorme felpa nera, che scappava per quei stessi fili tra lenzuola e magliette, come un abile trapezista ,in bilico tra i fili di panni stessi e il suolo sotto di lui, saltando tra un balcone e l altro con stretto tra le braccia una piccola borsetta con la cinghia di essa che oscillava ambigua tra le gambe del incauto ladro . Erano arrivati in cima ad un vecchio terrazzino ,tra le folate di vento divenuti sempre più pesanti, Izuku ormai gli stava addosso bastava che allungasse un braccio per afferrarlo per il cappuccio ma il malaccorto delinquente inciampo proprio nella cinghia della borsa che aveva trafugato cadendo sul pavimento sassoso del parapetto, facilitandogli il lavoro. Si approssimo su di lui prendendolo per una spalla per farlo voltare ,mentre quello si agitava ancora, quando il cappuccio gli scivolo sulle spalle rivelando il volto di un ragazzino, che non poteva essere coetaneo del suo Hoshi, forse di uno o due anni più piccolo. E il cervello del ' omega in quel istante e come avesse una scossa ha quella vista rimanendo spiazzato, bloccandosi per qualche secondo per poi fare qualcosa di talmente irrazionale, che nessuno si sarebbe aspettato . Si chino su quel ragazzo e se lo tiro al petto scoppiando in un pianto affannoso , gridando tra le lacrime un delirio impossibile per quella pover anima tormentata - Hoshi,Hoshi ,Hoshi alla fine sei tornato dalla tua mamma. Bimbo bello- stringendo tra le dita tremanti la stoffa di quella felpa consumata e logora. Lasciando ammutolito anche il giovane delinquente, che terrorizzato non osava muovere muscolo ; che del ragazzo, del figlio tanto amato non aveva in comune nulla, se non l' età.

Ochaco insieme al marito, quando lo raggiungessero videro quella scena, restarono come quel ragazzo bloccati. Trovandosi, lei personalmente ha disagio in una situazione simile, non sapendo come avrebbe dovuto approcciarsi con l' amico, in quella suo stato allucinato. Piena di paura di di dire ,fare un gesto una parola sbagliata . Impanicata scambio uno sguardo con Ida in cerca d' aiuto, un consiglio la speranza che almeno lui sapesse cosa fare ma vi trovo la sua stessa inadeguatezza . E cosi lasciando il compagno ha sorvegliare quella scena straziante, si apparto nella tromba delle scale, digitando il numero del unica persona ha cui Izuku avrebbe dato retta o almeno avrebbe ascoltato. Il telefono squillo tre volte prima che una voce dura rispondesse dal altra parte della cornetta - Chi cazzo è?-

 Il telefono squillo tre volte prima che una voce dura rispondesse dal altra parte della cornetta - Chi cazzo è?-

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Katsuki

Quando il telefono aveva suonato mai, avrebbe pensato, di sentire quelle cose dalla kirby rosa, non poteva crederlo,non voleva crederci. Insomma quella mattina avevano fatto colazione insieme..al tavolo come non facevano da tanto. Non aveva dovuto tirarlo fuori dalla loro camera. Trascinarlo fuori da quell letto come una bambola inanimata,prenderlo in braccio, spogliarlo farlo sedere s' un piccolo sgabellino,insaponarlo con gesti lenti delicati. Attento a non sfregarw con troppa forza nella speranza di una reazione una qualsiasi,che non arrivava mai. Infine dopo averlo insaporito per bene apriva il docino della doccia,con il rumore dell acqua calda che cadeva su Izuku. E ogni volta rivolgeva hai Kami la stessa preghiera che insieme allo sporco e a quella schiuma, scivolase via anche tutto il loro dolore. I due mesi passati dal funerale erano stati .. e non aveva alcun dubbio a dirlo i peggiori della sua vita, neppure durante il periodo della grande guerra si era sentito peggio cosi ...Solo,con quella sensazione di geloaddoso e anche se in quella casa erano in due a viverci, era come se ognuno dei due vivesse in un piano esterno aperto solo a loro, privato. In cui avere il tempo di metabolizzare tutto riprendersi. E lui il dolore l' aveva combatutto con difficolta artigliando con le unghie e con i denti, cercando di vivere giorno dopo giorno nonostante il buco nero che ti si aperto al posto del cuore. Ma non era pronto era vedere il suo Izuku giorno dopo giorno buttato nel loro letto, le finestre chiuse sprangate, creandosi una notte artificiale. Due mesi chì erano trascorsi uno identico al altro,in qui si erano trascinati,immitando ciò che si poteva dire vivere ed erano riusciti ad uscirne . In quelle ultime due settimane,izuku aveva ripreso a mangiare autonomamente senza che fosse costretto, aveva ripreso a parlargli a ridere. E quello sguardo vuoto, senza vita alcuna luce che segnalasse qualche sprizzo di vita, lì c'era solo una bambola vuota e quel nomignolo Deku dato nella loro infanzia per disprezzo non avrebbe potuta essere più amaramente azzeccata. Era sparito come i vasoi dei pasti infilati uno sopra l' altro fuori dalla porta intonsi. Quei due mesi gli erano costati sudore e fatica, farlo uscire da quella maledettissima stanza, anche solo il farlo alzare per andare al bagno e no non poteva credere che fosse stato tutto vanno, non voleva e non poteva crederci. L ' avevano superata,si era cosi, wuella comparsa doveva essersi sbagliata .Solo quella mattina, quella fottutissima mattina gli aveva rivolto un sorriso e non uno qualunque era uno sei "suoi" sorrisi. Ma trenta minuti dopo quella chiamata ,dovete arrendersi al evidenza... Il loro dolore non se ne sarebbe mai andato via...

To continued...

Attendo vostri pareri. Lo so è corto, ma attendo di restare sola, nella tranquilità se riesco ..In serata cercherò di fare un altro aggiornamento...

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