1. Wish we could turn back time to the good old days

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Sono ore che cerco di addormentarmi. Devo alzarmi tra poco e non sono riuscita a riposare come avrei voluto. Tra qualche ora inizierò il terzo anno di scuola a Hogwarts e ho passato tutta la notte a rielaborare gli accordi e ripassare la mia parte.

Credo di essere pronta, anche se avrei preferito esserlo con qualche ora di sonno in più.

Rassegnata, controllo l'ora sul telefono e disattivo le sveglie dell'ora successiva, dubito mi serviranno.

Vado in cucina e mentre aspetto il mio caffè caldo, vado dritta verso il bagno, sciacquo viso e mani e mi applico una crema idratante per poi contemplarmi allo specchio.

Ho delle occhiaie ad adornami il viso che spaventerebbero persino il Signore Oscuro. Cappelli corvini arruffati, labbra rosse e screpolate per il freddo e la pelle così chiara che se mi ritrovassi sola al buio probabilmente non avrei bisogno di alcun incantesimo per illuminare la strada.

Aggiungo del latte fresco e due cucchiaini di zucchero al caffè e mentre lo sorseggio mi dirigo verso il freezer intenta a prendere l'ultima sacca di sangue fresco rimasta.
"Dovrei farne una scorta prima di andare in stazione" rifletto tra me e me.

Finita la mia solita colazione , che solitamente prevede anche una sigaretta, ma sono riuscita ad essere in ritardo anche oggi , perciò mi sbrigo e cerco di sistemare come più posso i capelli, applico un po' di correttore insieme a del mascara e sfumo la matita nera sotto gli occhi.

Nonostante il poco tempo mi metto un rossetto di una tonalità poco più scura delle mie labbra, che probabilmente andrò a togliere mordendole come sono solita a fare.

Indosso la solita camicia bianca e la gonna nera della divisa mentre impreco un quarto d'ora per riuscire a fare un nodo accettabile sulla cravatta dai toni verdi.

Visto il freddo pungente indosso dei guanti neri e mi infilo una felpa del medesimo colore, mi allaccio gli anfibi scuri e, con un solo battito di ciglia mi ritrovo in uno sgabuzzino.

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Lascio cadere al mio fianco il baule e mi stringo lo zaino sulla spalla, mi avvicino silenziosamente alla porta e la apro. Vuoto. Nessun rumore. A passo svelto vado in direzione dell'ala est dell'ospedale, dove so per certo che vengono riposte le scorte di sangue, ne ne infilo più che posso sotto i vestiti, e cercando di non dare nell'occhio mi sbrigo per tornare nello stanzino da cui sono uscita.

-Mi scusi- mi immobilizzo, e con poca voglia sforzo un sorriso smagliante per poi girarmi. -Si?-mi rivolgo all'uomo sulla trentina che mi sta facendo ritardare più di quanto non lo sia già.

-L'orario di visita oggi inizia alle due. Non può stare qui- Con una smorfia avanzo di qualche passo e una volta arrivatagli davanti, lo osservo bene.

È un infermiere, abbastanza carino, ma troppo ficcanaso per mi miei gusti.

-Pensi me ne importi qualcosa?- rispondo semplicemente.

Lo vedo sorprendersi per la mia risposta poco educata e sbiancare. Cerco di reprimere un sorrisetto e guardandolo fisso negli occhi pronuncio -Sai, farei volentieri una chiacchierata, ma sono di fretta e mi stanno aspettando, quindi visto che ho poca voglia di perdere tempo sarò breve e coincisa: non mi hai mai visto qui, se ricapiterà farai finta di nulla e non mi rivolgerai la parola e se per caso qualcuno notasse la mancanza di qualche sacca di sangue dì che c'è stato un problema con un nuovo specializzando che lo ha fatto cadere per terra. Tutto chiaro?-

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