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Che bel panorama. Che bel meteo. È soleggiato e non tira un filo di vento. I fiori splendono colorati tra l'erba verde e rigogliosa.
Ahi.
Che male.
La schiena.
Mi guardo alle spalle.
Alhaitam?
Che fai?
Perché stai tirando fuori dalla mia schiena un pugnale!?
No aspetta non è un pugnale...è uno strano scettro pieno di cuori.

«Che ci fai con quello?»
«Non avevi detto che ero un elefante?»

Mi sorride. Dalla ferita al dorso fuoriescono piccoli cuori arcobaleno, come il pugnale scettro a cuore.
Mi volto verso Alhaitam.

«Un elefante?»

Si avvicina, mi abbraccia, poi mi guarda intensamente e chiude gli occhi, avvicinando le sue labbra verso di me.

Mi sveglio di soprassalto.
Che razza di sogno...che senso aveva...
Non aveva senso.
E poi perché cavolo ho sognato quel traditore!?
Però non mi piace quando i sogni si interrompono così all'improvviso... avrei voluto che finisse in modo più...
Arrossisco.
A cosa penso.
Mi alzo velocemente mettendomi a sedere e porto le mani al capo.
Ahi.
Ho un forte mal di testa.
Che ore sono?
Quando sono andato a letto?
Che è successo?
Sto ancora sognando?
Mi tocco la schiena. Ok tutto apposto. Nessuna ferita.
Era un incubo. Tranne l'ultima parte forse...no no no lo odio.
Mi alzo dal letto lentamente e rimango fermo immobile per un po', ragionando sul da farsi.
Prenderò un antidolorifico prima di tutto.
Poi cercherò dove lui ha nascosto le mie preziose bottiglie.
Vado in cucina. Appena entro vedo Alhaitam seduto intento a leggere un libro. Cambio subito direzione sperando non mi noti.

«Buongiorno»

Mi blocco.
Che faccio?
Gli rispondo?
Vado via?

«Grazie»

Grazie!?
Che risposta è grazie!?
Che mi prende!?
Chiude il libro e si alza.
Mi volto immediatamente verso di lui.

«Non mi pugnalerai alle spalle di nuovo»

Mi guarda senza battere ciglio. O almeno è quello che direbbe una persona inesperta guardandolo. Lo conosco bene. In realtà, sotto sotto, è confuso da quello che ho appena detto.

«Aspetta ma è mattina?»
«Già. Hai dormito un bel po'...e ti dimenavi nel sonno»
«Dove sono le mie bottiglie?»
«In un posto migliore che tra le tue mani»
«Oh beh anche quello stupido premio starebbe meglio tra le mie invece che tra le tue mani!»

Sospira.

«Kaveh tu proprio non-»
«No! Io non! Va bene!? E non aggiungere altro perché sai benissimo di essere uno stupido opportunista, egoista e disgustoso!»

Si avvicina.
Faccio qualche passo indietro.

«Non mi stai ascoltando. Sto cercando di spiegarti che non è come pensi»
«Zitto! Non ti voglio sentire! Sei solo un manipolatore che fa il doppio gioco! E...e poi so benissimo che con quelle bottiglie che mi hai confiscato, farai una deliziosa cenetta romantica con tutte le tue ammiratrici! Oppure le userai per festeggiare la tua fantastica ricerca con i tuoi amici più importanti di me!»

Si avvicina ancora, più aggressivamente, io indietreggio intimorito finché non mi ritrovo con le spalle al muro, in tutti i sensi. Alhaitam sbatte una mano sulla parete, vicino alla mia testa.

«Posso accettare qualsiasi tua argomentazione. Ma non dirmi di stare zitto»

È molto vicino. Riesco a sentire il suo profumo e il suo fiato sul collo.

«Allontanati! Ti odio!»
«Qual'è il tuo problema!? Perché fai così e non mi spieghi il motivo del tuo comportamento?»
«Dire "che è successo" era troppo poco altezzoso per un accademico che ha ricevuto così tanti applausi, a quanto pare»

Mi prende con l'altra mano il colletto della giacca tirandomi verso di lui.

«Kaveh, sei geloso o solo stupido!? Ti comporti così perché sei infantile o hai dei sentimenti strani che vuoi farmi capire? Se è così spiegami cosa c'è che non va, che non posso sapere che ti frulla in testa!»

Volto il capo da un lato.

«Ti detesto. Lasciami»

Ho un nodo alla gola.
Lui mi molla e volta le spalle.

«Sapevo che eri solo infantile»

Vorrei ribattere ma sono così arrabbiato che non so cosa dire.

«Alhaitam!»
«Che c'è?»

Cosa volevo dirgli? Quale insulto orribile e spregevole avevo sulla punta della lingua? Come volevo insultarlo??

«Hai intenzione di rimanere in silenzio tutto il tempo?»
«No...io! Io...Tu sei un...un!»
«Un!?»

Prendo un bel respiro.

«Scusa!»

Passa qualche secondo di silenzio imbarazzante.
Un altro sospiro da parte sua e torna girato verso di me. Si avvicina.

«Vogliamo parlarne con più calma?»

Annuisco e ci dirigiamo in salotto.

𝐋𝐨𝐨𝐤 𝐚𝐭 𝐦𝐞!! // 𝐊𝐚𝐯𝐞𝐡𝐭𝐚𝐦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora